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Decreti sicurezza, un governo che non li elimina non è di sinistra

Sono il manifesto delle politiche securitarie e discriminatorie di Matteo Salvini. Da Mattarella a Zingaretti, dalle Sardine all’ala sinistra del Movimento vorrebbero tutti smantellarli, a parole. Eppure, nei fatti, i due decreti sicurezza sono sempre lì. E finché ci saranno, a comandare sarà sempre Salvini. Anche dall’opposizione.
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Ricordiamo cosa c’è nei decreti sicurezza, così per rinfrescare la memoria ai sodali  della maggioranza Pd-Cinque Stelle, quella che dovrebbe essere l’architrave di una nuova alleanza di  centrosinistra, almeno secondo il premier Giuseppe Conte che quei decreti sicurezza li ha votati e se n’è pure vantato. C’è un piano nazionale degli sgomberi. Ci sono pene severe per chi occupa stabili altrui, anche se deserti. C’è l’introduzione del reato di blocco stradale e ferroviario. C’è lo smantellamento dei bandi Sprar e del modello dell’accoglienza diffusa, in favore di un modello fatto di grandi centri detentivi, da cui non si esce mai. C’è la stretta sulla protezione umanitaria internazionale.

In altre parole, ci sono le fondamenta di uno stato autoritario, fondato sull’uso della forza, sulla discriminazione, sulla punizione di chi combatte per i suoi diritti, sulla prevaricazione del più debole. Detta in altri termini, c’è tutto quel che chi è si definisce di sinistra non vorrebbe ci fosse nell’ordinamento italiano. O, se preferite, quel che speravamo questo governo cancellasse con un battito di ciglia.

Ecco: nonostante tutti dicano di volerlo fare, nonostante Mattarella  – che pure li ha firmati entrambi – abbia più volte chiesto delle modifiche, nonostante le Sardine l’abbiano messo la loro posto del loro sterline programma, nonostante siano il più iconico provvedimento dell’era gialloverde dominata da Matteo Salvni, nonostante questo governo aveva giurato promettendo che quei decreti sicurezza sarebbero stati la prima cosa da cambiare nonostante tutto i due decreti sicurezza sono ancora lì. Sono ancora lì, e oggi di nuovo abbiamo assistito allo stantio balletto di una maggioranza che attorno a quei decreti fa ammuina e organizza vertici di maggioranza e riempie le prime pagine dei giornali, quasi come voler mostrare al mondo la propria inettitudine a cambiare le politiche migratorie e securitarie di Matteo Salvini.

Che poi, la domanda successiva è perché. Perché altrimenti Salvini trionfa nei sondaggi? Forse, ma non crediamo che gli italiani si straccino le vesti al pensiero che tornino i bandi Sprar e la protezione umanitaria, così come non crediamo che il reato di blocco stradale scaldi il cuore della maggioranza degli italiani. Perché qualcosa di quei decreti si dovrebbe salvare? Bene, modificate tutto il resto. Perché ci sono pressioni affinché non cambino? Sarà, ma il primo che vuole modificarli è il presidente della Repubblica. Perché i Cinque Stelle  e Giuseppe Conte sarebbero tacciati di incoerenza? Scusate, ma ci scappa da ridere.

Il mistero rimane, insomma. E se non altro qualifica chi è compone questa supposta alleanza supposta di centrosinistra: perché di sinistra c’è ben poco, se decidi di mantenere, di mese in mese, una messe di provvedimenti liberticidi, discriminatori, anti-sindacali. E hai voglia a dire che senza Conte Bis ci sarebbe stato Salvini al potere. Finché ci saranno i decreti sicurezza Salvini è ancora, saldamente, al potere. Per interposta persona, ma comanda ancora lui.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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