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Decontribuzione al 100% per chi assume o stabilizza badanti: approvato l’emendamento al dl Lavoro

Un esonero contributivo del 100%, nel limite massimo di 3mila euro all’anno, per chi assume o stabilizza collaboratori domestici che assistono persone anziane: è quanto prevede un emendamento al decreto Lavoro appena approvato.
A cura di Annalisa Girardi
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Un emendamento al decreto Lavoro appena approvato prevede uno sgravio contributivo del 100% per chi assume o stabilizza i collaboratori domestici che assistono gli anziani non autosufficienti. La modifica è stata presentata dal Movimento Cinque Stelle e riguarderà il triennio tra il 2023 e il 2025 per un massimo di 3mila euro all'anno. "È previsto un esonero contributivo del 100 per cento, nel limite massimo di importo di 3.000 euro annui, per 36 mesi, in caso di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a persona non autosufficiente con più di sessantacinque anni", si legge nel testo dell'emendamento approvato in commissione Lavoro al Senato.

La decontribuzione "non spetta nel caso in cui tra il medesimo lavoratore e il medesimo datore di lavoro o persona del suo nucleo familiare sia cessato un rapporto di lavoro domestico da meno di ventiquattro mesi" ed "in caso di assunzione di parenti o affini" salvo che il rapporto abbia ad oggetto l'assistenza di ciechi non titolari di pensione. Non solo, sono previste altre deroghe nel caso in cui si tratti di assistenza a invalidi di guerra civili e militari, invalidi per causa di servizio, invalidi del lavoro, assistenza dei mutilati e invalidi civili, prestazioni di opere nei confronti dei sacerdoti secolari di culto cattolico, prestazioni di servizi diretti e personali nei confronti dei componenti le comunità religiose o militari di tipo familiare.

Per il provvedimento sono stati messi a disposizione 15 milioni di euro.

Il contratto nazionale per colf, badanti e baby sitter, che prevede l'adeguamento automatico delle paghe, quest'anno ha stabilito un aumento del 9,2% degli stipendi minimi a causa dell'inflazione. Secondo la Federazione italiana del lavoro domestico, quindi, per un collaboratore a tempo pieno la retribuzione minima dovrebbe essere di circa 125 euro al mese. Una spesa per le famiglie di circa 2mila euro in più all'anno, fino a 3mila se la persona anziana che ha bisogno di assistenza non è autosufficiente. L'Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico aveva lanciato l'allarme, affermando che con aumenti del genere ci sarebbe stato il rischio dell'aumento del lavoro nero.

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