video suggerito
video suggerito
Opinioni

Berlusconi con un piede fuori dal Senato: il 27 novembre la ratifica della decadenza

Per una volta nessuna sorpresa: sulla decadenza di Berlusconi si voterà il 27 novembre. E l’esito appare scontato.
188 CONDIVISIONI
Immagine

A confermare la volontà del rispetto dei tempi è direttamente il Presidente del Senato Pietro Grasso, respingendo le istanze di Nuovo Centro Destra e Forza Italia: "Questione chiusa il 6 novembre,non si ravvisano gli estremi per una nuova convocazione del Consiglio di presidenza ai fini del prosieguo di un dibattito". Le obiezioni dei due gruppi parlamentari sostanzialmente si erano concentrate sul caso Crimi, ovvero sulla "violazione del segreto della camera di consiglio della giunta per le elezioni che ha dato parere favorevole alla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore". Obiezioni respinte sia facendo appello al regolamento, sia considerando che, nella sostanza, non risultava che componenti della Giunta abbiano rivelato elementi riferibili in qualsiasi modo ai lavori della camera di consiglio". Insomma, la stessa linea tenuta dal Presidente della Giunta Stefàno.

Insomma, nessun appiglio procedurale, nessun cavillo tecnico è riuscito a bloccare il (lento, lentissimo) percorso verso il voto di decadenza dalla carica di senatore dal Cavaliere. E non è servito neanche l'ostruzionismo sulla legge di stabilità, che del resto avrebbe consentito di guadagnare solo qualche giorno, senza modificare nella sostanza il risultato finale. Il punto è che la decisione della Giunta per il Regolamento sul voto palese ha sostanzialmente blindato il risultato e un eventuale colpo di scena a Palazzo Madama appare altamente improbabile anche per alcune situazioni concomitanti.

In primis è il Partito Democratico a non potersi permettere altre figuracce. Dopo il pasticciaccio brutto della vicenda Cancellieri, non è neanche lontanamente concepibile che la tenuta del partito possa reggere a qualunque ipotesi di salvataggio di Silvio Berlusconi per via parlamentare. Lo sanno bene Cuperlo, Renzi e Civati, ma soprattutto lo sanno Epifani e Zanda, cui in ogni caso va riconosciuta la capacità di tenere la barra dritta anche nel momento più burrascoso (quando filtravano voci sulla possibilità che i democratici accogliessero "l'invito" ad attendere il pronunciamento della Corte europea sul ricorso contro la legge Severino).

In seconda e più dirimente battuta, lo strappo di Alfano garantisce almeno un minimo di tenuta al Governo anche nel caso in cui l'Aula si esprimesse per la decadenza. È una assicurazione precaria, certo, ma al momento vitale per Letta. E, sostanzialmente, condivisa anche da alcuni ambienti berlusconiani che sanno che la dolorosissima perdita dello status di senatore da parte del Cavaliere (che avrà ripercussioni sul piano giudiziario) rappresenta il punto  da cui ripartirà la campagna nel Paese di Forza Italia. Insomma, l'ultimo atto del Cavaliere in Senato sarà il primo della nuova campagna di consenso di Forza Italia nel Paese.

188 CONDIVISIONI
Immagine
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views