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De Magistris vs Dagospia: cugine, mariti e amici a Palazzo San Giacomo, il sindaco si infuria su Facebook

Il sito di gossip politico Dagospia accusa il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, di aver fatto assumere parenti e amici nello staff dei suoi assessori, in piena sintonia con le amministrazioni precedenti. Ma il primo cittadino non ci sta e si difende con una furiosa nota su Facebook.
A cura di Alessio Viscardi
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Luigi De Magistris contro Dagospia

Un fulmine a ciel sereno a Palazzo San Giacomo e la nuova amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi De Magistris viene accusata di mettere in pratica le stesse pratiche “parentali” di quelle precedenti. La notizia viene pubblicata dal sito di gossip politico Dagospia in un articolo ironicamente intitolato: “Anche Giggino tiene famiglia”. In sostanza, negli staff di alcuni assessori del Comune sarebbero stati assunti mariti, cugine e figli di altri assessori e dello stesso sindaco. La protesta parte sulla rete e proprio su Facebook, il sindaco di Napoli risponde infuriato con una nota che dovrebbe fugare tutti i dubbi.

“ Dagospia: chiacchiericcio fangoso di Luigi Bisignani ”
Luigi De Magistris
La prima assunzione “smascherata” da Dagospia è quella di una cugina del sindaco di Napoli, Lucia Russo, che tra i “malpancisti” di Palazzo San Giacomo sarebbe stata rinominata la “Cuggigina” – entrata a far parte dello staff dell’assessore allo Sport, Pina Tommasielli. In quello dell’assessore al Bilancio, Riccardo Realfonzo, è assunto un collaboratore di vecchia data – Stefano d’Ambrosio – che è anche il marito dell’attuale assessore alla Cultura, Antonella Di Nocera. Infine, il figlio del direttore del Comune, Giuliana Visciola, fa parte dello staff dell’assessore al Patrimonio, Bernardino Tuccillo – recentemente impegnato in una crociata contro l’affittopoli napoletana che coinvolge i partiti partenopei.

Dagospia promette ulteriori rivelazioni, ma già queste sono bastate per far infuriare il sindaco De Magistris, che affida alla sua pagina Facebook la risposta a quello che viene definita “chiacchiericcio fangoso di Luigi Bisignani”.

“Il Comune di Napoli presenta, tra uffici propri e società partecipate, circa 21mila dipendenti. Se la statistica è ancora considerata una scienza in questo paese, mi sembra altamente probabile che una mia cugina possa lavorare come staffista presso una struttura del Comune”.

Così comincia la nota di discolpa del sindaco di Napoli, che ricorda anche come la sua parente possieda un curriculum appropriato alla mansione svolta e che l’assunzione non è avvenuta su indicazione del primo cittadino, ma a seguito del rapporto creatosi tra l’assessore Tommasielli e la specialista in comunicazione, marketing e gestione impiantistica sportiva durante la campagna elettorale della primavera scorsa.

Per quanto riguarda il marito dell’assessore alla Cultura Di Nocera, Stefano d’Ambrosio, il sindaco ricorda come egli sia un dipendente in aspettativa, che è stato contrattualizzato come staffista facendo risparmiare all’amministrazione comunale – che deve sostenere soltanto la differenza di remunerazione tra i due ruoli. Inoltre, d’Ambrosio è uno dei più fidati collaboratori di Realfonzo, citato anche nel libro del nuovo assessore al bilancio intitolato “Robin Hood a Palazzo San Giacomo” nel 2009: “quindi il suo incarico attuale non dipende in alcun modo dall'incarico ricevuto dalla moglie, l'Assessore alla Cultura Di Nocera, solo cinque mesi fa” puntualizza De Magistris.

Dario Montefusco, figlio del direttore Visciola, “lavora da tempo con Tuccillo avendo un curriculum appropriato al suo incarico (laurea e master in materie giuridiche)” – continua il Sindaco nella nota pubblicata su Facebook.

“Questa amministrazione, che ha fatto della legalità e della trasparenza i fondamenti del suo operato esterno ed interno, non può consentire il gossip e soprattutto il gossip inconsistente e infondato” incalza De Magistris, che poi si lascia andare a un quesito di difficile rispsota: “Inoltre mi chiedo: ma i parenti di quanti rivestono un ruolo di amministratore devono automaticamente espatriare per poter lavorare?” .

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