Mancano ormai pochi giorni al termine di una delle campagne elettorali più "particolari" degli ultimi anni, con i ballottaggi nelle città di Cagliari, Milano e Napoli che hanno finito con l'assumere una enorme valenza anche per l'equilibrio politico complessivo del Belpaese. A Napoli in particolare, la sfida tra De Magistris e Lettieri presenta una serie di peculiarità e di spunti tali da rendere la città quasi un "inedito laboratorio di un nuovo modo di intendere e fare la politica". In tal senso, non vi è alcun dubbio sul fatto che una delle novità sostanziali dell'intera tornata elettorale sia rappresentata dalla "splendida avventura" di Luigi De Magistris.
L'ex magistrato, che al primo turno, sostenuto solo dalle liste dell'Italia dei Valori e della Federazione della Sinistra, è riuscito ad ottenere circa il 28% dei consensi, sopravanzando nettamente il candidato del Partito Democratico, dei Verdi e di Sinistra e Libertà, è stato infatti l'artefice di un piccolo capolavoro, riaprendo una partita, quella col centrodestra di Gianni Lettieri, che solo qualche mese fa sembrava persa in partenza. Come vi abbiamo raccontato in un editoriale di qualche giorno fa, quella dell'europarlamentare dell'Idv è stata un'esperienza del tutto atipica ma in grado di "mobilitare" letteralmente tantissimi napoletani e di riportare entusiasmo tra giovani sfiduciati e cittadini delusi dalla politica: insomma, "De Magistris ha letteralmente “scassato”, tanto per citare il suo urlo liberatorio e profetico all’ultimo comizio alla rotonda Diaz, con una netta inversione di tendenza, un cambiamento radicale anche nei modi, nelle forme e nell’impostazione della partecipazione politica".
Una novità sostanziale dunque, che sta caratterizzando anche gli ultimi appuntamenti elettorali, con De Magistris che passa vorticosamente da un faccia a faccia con Lettieri ad un bagno di folla in piazza, fino alle iniziative "strategiche" con i rappresentanti di quei partiti che al primo turno hanno appoggiato altri candidati. Così, dopo l'iniziativa con Umberto Ranieri, nella giornata di ieri l'ex magistrato ha preso parte ad una tavola rotonda d'eccezione, che ha visto la partecipazione di Enzo Amendola, segretario regionale del PD e Peppe De Cristofaro di Sel, nonchè dei segretari regionali di Uil e Cgil (Anna Rea e Michele Gravano) e di quello provinciale della Cisl: un incontro moderato da Riccardo Realfonzo, fin dall'inizio accanto a De Magistris nella corsa a Palazzo San Giacomo.
E proprio Realfonzo in apertura di dibattito ha messo subito in evidenza la grande distanza fra il gruppo che sostiene l'ex magistrato e gli apparati di partito che esprimevano la "vecchia" classe dirigente del centrosinistra. Allo stesso modo, significative restano "le divergenze con la destra di Lettieri e Cosentino", a partire dai programmi, con la volontà di "dire no ad una legge obiettivo, perchè Napoli ha bisogno di ordinarietà e normalità" e soprattutto di "un Sindaco che creda in Napoli e nella possibilità di trovare le risposte ai problemi della città facendo appello alle sue risorse, alla sua voglia di cambiare". E se sia Amendola che De Cristofaro provano a sottolineare la "vicinanza sostanziale" dei programmi di Morcone e De Magistris, garantendo un appoggio "senza se e senza ma" da intendersi come il primo passo di un confronto "che parta dal giorno successivo alla vittoria elettorale" , davvero nella sala gremita del complesso di Santa Maria La Nova sembra non esserci spazio per tatticismi o alchimie elettorali.
Lo capiscono lo stesso Amendola, che glissa in sostanza su Morcone e affonda (tra l'altro con efficacia) sulla questione della "dignità di Napoli e del Mezzogiorno", ma soprattutto gli esponenti del mondo sindacale, che tratteggiano un quadro preoccupante ma allo stesso tempo si mostrano fiduciosi sulla possibilità che De Magistris riesca, una volta Sindaco, a "decidere", incarnando quella volontà di cambiamento che si respira (non soltanto) a Napoli negli ultimi giorni. In generale tutti gli esponenti sindacali sono d'accordo nell'individuare nel tema del lavoro e dello sviluppo (senza mai perdere di vista il concetto di "diritti") uno dei nodi da sciogliere per i prossimi amministratori, ma è Michele Gravano della CGIL a scendere con decisione nel dettaglio, rinnovando anche l'invito a lavorare per l'unità dello stesso mondo sindacale:"Bisogna essere in grado di mettere in discussione le politiche degli ultimi anni, rifiutando il modello dei tagli imposto dal Governo e avendo il coraggio di opporsi anche ad ipotesi come le cosidette zone franche. No alle zone franche perchè i diritti sono componente essenziale dello sviluppo di un territorio".
Un dibattito che ovviamente vede il suo momento centrale quando a prendere la parola è un De Magistris motivato e politicamente rafforzato dagli attestati di stima e dai concreti segnali di appoggio ricevuti dai presenti. "Innanzitutto vi ringrazio per questa partecipazione che rappresenta un segnale di una unità rafforzata e rinsaldata ed in particolare un saluto mi sento di rivolgerlo al Rettore Pasquino (candidato del Terzo Polo e significativamente presente in sala, ndr), il quale, pur nella diversità delle posizioni, durante la campagna elettorale non si è mai sottratto alle ragioni del confronto, politico ed umano". Una valutazione che trova dello stesso avviso l'intera platea che tributa al candidato del Terzo Polo un lungo applauso che si trasforma in boato quando De Magistris insiste sull'importanza di "non considerare quello di Napoli un confronto fra centrodestra e centrosinistra" ma soprattutto di non "pensare che abbia vinto l'antipolitica: qui ha trionfato la politica, la voglia, la partecipazione e la cittadinanza attiva".
Poi è il momento delle "spine" di questa lunga campagna elettorale, dai continui attacchi a Realfonzo ("uno degli uomini su cui contare in futuro"), alla "stanca litania delle (inesistenti) aggressioni a Lettieri", fino alla propaganda della "legge obiettivo", provvedimento che l'ex magistrato giudica inutile e dannoso: "Lettieri non avendo nessuna connessione sentimentale con la città, è costretto a far richiamo ai poteri speciali. Ma è il momento di dire basta alla stagione dell'emergenza, basta alla straordinarietà in favore della normalità: è il momento delle persone serie, oneste, competenti e coraggiose". Quanto alle "strategie", non c'è spazio per accordi con potentati o gruppi di interesse, mentre invece diverso è il "patto con le forze democratiche della città, un tavolo di confronto anche con gli altri partiti", cosa che, seppur non rappresenta una novità sostanziale, serve almeno a "tranquillizzare" i democratici in sala (e la stessa espressione del Segretario Amendola sembra involontariamente testimoniarlo…).
Infine, dopo un passaggio sul suo avversario "che nei 72 punti del suo programma non riesce ad inserire neanche la parola camorra", arriva il richiamo ad una nuova "rivoluzione culturale" che parta da Napoli e dai suoi quartieri più disagiati, fino ad investire l'intero Mezzogiorno. Il tutto con una consapevolezza: "Qui è nato un nuovo modo di intendere e vivere la politica e Napoli è già oltre Berlusconi e saprà dare una vera e propria lezione di democrazia".