De Magistris, scontro con l’ex assessore Realfonzo: “Mi ha spiato”
“Sono stato registrato da servizi segreti deviati, massonerie deviate, la ‘ndrangheta, ora apprendo di essere stato registrato da un ex assessore. Mi conferma che ho fatto bene a cacciarlo via". A Palazzo San Giacomo il sindaco di Napoli Luigi De Magistris sta presentando il bilancio dell'attività amministrativa del 2013, ma non risparmia continue stoccate e riferimenti a Riccardo Realfonzo, suo ex assessore al bilancio: un rapporto concluso con un durissimo contrasto che rischia di finire in tribunale. In occasione dell’ultima riunione tra i due, Realfonzo ha registrato la conversazione con il suo telefonino, colloquio che ora è nelle mani dei pm: "E' un gesto ignobile, ma sono tranquillo, non mina la tranquillità di questa Giunta – assicura De Magistris – Realfonzo fa parte del passato, punto e basta", conclude bruscamente a margine dell'incontro con la stampa. Durante la conferenza, si sofferma più volte sulla sua gestione dell'incarico, rapportandola a quella dell'attuale assessore al Bilancio, Salvatore Palma: "Con Realfonzo avremmo dichiarato il dissesto – commenta – Mentre l'assessore Palma, con il suo egregio lavoro, ha salvato la città di Napoli". "E nel 2014 – promette – il bilancio sarà addirittura in attivo".
La replica di Realfonzo: "De Magistris fa puro esercizio di potere" – La replica dell'ex assessore alle parole del sindaco e all'intera vicenda arriva in serata, in una lunga nota: "Per quanto attiene alla registrazione del mio ultimo colloquio con il Sindaco de Magistris, avvenuto il 17 luglio 2012, in tarda serata – si legge – è necessario ricordare il contesto del tutto particolare, gravissimo, in cui mi ero trovato. Come ho chiarito ai magistrati, rispondendo alle loro domande, vi erano stati una serie di contrasti forti, particolarmente tra me e l’assessore Narducci, da un lato, e il sindaco e il vicesindaco, dall’altro. Questi contrasti avevano riguardato principalmente le assunzioni all’Asia, che io ritenevo illegittime, la transazione con la Romeo, che ho cercato in tutti i modi di evitare, e la delibera sulla ricognizione straordinaria del bilancio, finalizzata a fare emergere il gravissimo buco di bilancio del Comune, che io avevo fortemente voluto e portato alla approvazione, e che il secondo Piano di Palazzo San Giacomo aveva strenuamente osteggiato. A seguito di queste tensioni, si era creata una situazione in cui tutti coloro che sostenevano la battaglia per la legalità portata avanti soprattutto da Narducci e da me venivano fatti oggetto di una pressione insistente e intollerabile, con tanto di attacchi da parte loro sui giornali, in un clima minaccioso verso di noi ed alcuni dirigenti". Parole di fuoco, alle quali segue il tema caldo, la registrazione clandestina: "Per questa ragione, quando fui improvvisamente convocato a tarda serata decisi di registrare la conversazione come forma di appunto per la memoria, anche per tornare a rifletterci in condizioni di maggiore serenità. Allorché riferii ai magistrati della Procura tale circostanza, dietro loro precisa richiesta fui obbligato a consegnare la registrazione". Poi Realfonzo conclude: "Il sindaco, anche successivamente alla uscita di Narducci e mia dalla Giunta, ha dato dimostrazione di uno stile amministrativo incondivisibile, caratterizzato dal puro esercizio di potere. Per quanto attiene alle numerose vicende giudiziarie che lo coinvolgono, sarà la magistratura a giudicare. Ad ogni buon conto, fortunatamente, i cittadini onesti rispondono alla magistratura e non certo a lui".
L'attività del 2013 e "Napoli città autonoma" – Gli argomenti toccati dal primo cittadino sono molti: trasporti, la nuova stazione di Piazza Garibaldi, la gestione dei rifiuti ("abbiamo portato Napoli fuori dall'emergenza, ma andremo oltre"), la gestione del patrimonio ("stiamo censendo i beni privati abbandonati che saranno ‘requisiti' e utilizzati per scopi sociali"). Molti sono i riferimenti a Governo e Regione Campania "non amica", nonostante il buon rapporto personale con il presidente Caldoro. A margine usa parole più colorite: "Siamo vulcanici e allora qualcuno prova a metterci qualche lacciuolo sulle gambe". Ma a quali circostanze si riferisce? Il sindaco non si spinge oltre, limitandosi a un appello alla Regione e al governo e chiedendo loro più sostegno. Ma poi de Magistris, durante la conferenza, lamentando la scarsa considerazione degli altri enti (Governo in primis) lancia un progetto che definisce "Napoli città autonoma, come Barcellona". "Roma è stata aiutata, noi no – afferma – Ce l’abbiamo fatta da soli e da soli siamo usciti dall’emergenza economica e quella dei rifiuti. Anche il presidente Napolitano è consapevole di come siamo stati trattati, e allora le tasse ce le teniamo per noi, i sindaci non sono un Bancomat".