I preparativi verso una “Napoli libera dai rifiuti” sono work in progress. L’invito del Sindaco alla stampa ieri in conferenza è stato chiaro: «Vi invito quando parte la nave a venire con me così potete vedere con i vostri occhi e documentare l’operazione». Il primo cittadino è più che mai deciso a portare avanti fino in fondo l’operazione di export dei rifiuti napoletani e così queste sono ore delicate per Palazzo San Giacomo. È in corso la firma dei tre accordi per l’emergenza rifiuti che mettono in campo un insieme di sinergie che dovrebbe far vedere i suoi frutti dopo l’estate.
«È stato un lavoro molto duro, molto difficile in condizioni internazionali anche complicate perché abbiamo dovuto liberare un’immagine molto deturpata non solo della città ma anche delle istituzioni perché in passato si è cercato di fare accodi con l’estero che sono saltati per vari motivi per cui sono stati fatti degli sforzi immensi – spiega il Sindaco che riconosce al suo vice, Tommaso Sodano «grandi capacità che hanno consentito di fare accordi senza precedenti che permetteranno di risolvere l’emergenza e di risparmiare denaro pubblico in modo ampio e consistente». Esordisce così de Magistris ad inizio del suo intervento ieri mattina per illustrare il punto della situazione alla stampa e per poterla raccontare ai cittadini. «l tre accordi ci consentono di chiudere anche un protocollo importante con la Provincia di Napoli che consentirà di risolvere non solo i problemi della città ma anche della sua provincia. Questa è un’altra novità assoluta del lavoro che stiamo facendo in condizioni molto critiche e difficili» .
Tale è la delicatezza dell’operazione che vi è massima segretezza sui particolari di questo accordo che vede coinvolta in prima linea la città di Napoli e il paese partner. «I 3 accordi che stiamo firmando – sottolinea il Sindaco – non consentono di rendere pubblici i luoghi dove andremo a fare le operazioni fino a quando non partirà la prima nave. Vogliamo evitare qualsiasi forma di ostruzionismo. É un’operazione che comporterà imprese e lavoro a Napoli e questo significa che le istituzioni campane e l’autorità portuale, sono in grado di cogliere la sfida».
L’intenzione della strategia messa in campo è quella di allineare la tempistica dell’avvio della raccolta differenziata con la partenza delle navi e «abbiamo dato disposizione che entro la fine di agosto e l’inizio di settembre ci sarà l’eliminazione di tutte le mini-discariche criminali e dolose che vengono realizzate nella cintura che collega Napoli a tutti i comuni limitrofi, perché Napoli oltre ad essere circondata dalla “terra dei fuochi” è circondata da una serie di minidiscariche create a Ponticelli, Scampia, Gianturco, Secondigliano. Inoltre, effettueremo delle attività straordinarie per controllare chi va eventualmente a sversare per individuarlo e sanzionarlo, e se è il caso, arrestato visto che si tratta di traffico di rifiuti punito per legge con sanzione penale anche per evitare che i comuni limitrofi vengano a portare rifiuti nella nostra città».
La linea della Giunta capitanata da de Magistris è però opposta a quella del Governatore Caldoro che invece tifa per la realizzazione di un nuovo inceneritore a Napoli Est. È infatti notizia di 2 giorni fa, che il Comune di Napoli ha perso il suo ricorso al Tar in cui chiedeva l'annullamento della delibera regionale del 12 Aprile che revocava al Comune il diritto di superficie sull'area in cui realizzare l'impianto, in quanto secondo le leggi attuali in materia di ciclo e gestione e smaltimento dei rifiuti, al Comune compete solo la raccolta e il trasporto dei rifiuti e alla Provincia la gestione dell'impianto.
«Noi utilizzeremo ogni strumento legale, amministrativo, politico-istituzionale, per scoraggiare chi continua a ritenere necessario l’impianto di incenerimento a Napoli. Con questo tipo di piano con i tre accordi sullo smaltimento di rifiuti l’inceneritore non ha ragione di essere a Napoli» dice categorico de Magistris che ricorda le intenzioni della sua squadra: «Questa amministrazione con le altre istituzioni competenti ha fortemente affermato che altre discariche in questa città non verranno aperte». Infatti, il pericolo e incubo anche degli abitanti di quelle zone è che per far fronte all’emergenza venissero aperte due maxi discariche tra Chiaiano e Marano «dove invece vorremmo realizzare, in questi cinque anni, il grande parco collinare dell’area Nord di Napoli».
Sull’argomento, in particolar modo sull’individuazione del paese estero e sui suoi requisiti per poter procedere all’espatrio, interviene anche l’Assessore all’Ambiente nonché Vicesindaco Tommaso Sodano: «La scelta del paese del Nord Europa è una scelta di assolute garanzie perché la legislazione ambientale è rigorosa quanto quella italiana se non superiore e la segretezza in queste ore che riserviamo alla trattativa riguarda il costo per il conferimento per evitare che gli intermediari e i brokers possano influenzare il prezzo del costo del rifiuto, come è già accaduto in passato».
I costi di un’operazione del genere, sono una aspetto da non sottovalutare per evitare lo sperpero di denaro pubblico. «In Italia, il trasferimento della frazione umida arriva fino a 200 euro per tonnellata quando il costo normale in un impianto di compostaggio non supera le 60 euro a tonnellata. A noi interessa che l’operazione venga fatta secondo le normative dei paesi europei – spiega Sodano. Al momento, siamo in una fase di transizione, i rifiuti che stanno per le strade di Napoli e che stanno bloccando gli impianti Stir non possono più essere trattati separatamente come non si potranno più trattare separatamente le ecoballe di Giugliano perché i prodotti non separati a monte non possono essere tratti negli impianti Stir (Giugliano, Tufino, Caivano) che sono al momento ostruiti nella loro corretta funzionalità da 100.000 tonnellate di rifiuti e siccome la “solidarietà” prevista dai piani commerciali stipulati con le altre regioni (Liguria, Toscana, Emilia) arriva fino a 30-40mila tonnellate nei prossimi mesi la Campania si troverà in difficoltà e lo sforzo che stiamo facendo grazie anche all’accordo con il Ministro Prestigiacomo prevede che nei prossimi 90 giorni quegli impianti vengano rimodernati e venga fatta la stabilizzazione».
Dopo il Ferragosto, il calendario di questo percorso prevedere altra data critica, il 17, giorno in cui la Giunta de Magistris presenterà la sua opposizione al Governatore Caldoro per «il piano regionale che prevede il quarto inceneritore oltre a quello di Acerra e Giugliano perché significherebbe bruciare un quantitativo superiore a quello che detta la legge ben oltre il 50% dei rifiuti da differenziare».
A cura di Francesca Ferrara