De Cristofaro (Avs) a Fanpage: “Da Von der Leyen un delirio bellico, è la risposta sbagliata a Trump”

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha proposto un piano per il riarmo dell'Unione europea che arrivi a mobilitare, nei prossimi anni, fino a 800 miliardi di euro. In Italia i partiti del centrosinistra – e anche la Lega – hanno duramente criticato l'iniziativa. Peppe De Cristofaro, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra al Senato, ha detto a Fanpage.it che si tratta di un "delirio bellicista", e che muoversi verso un aumento della spesa militare rinunciando ai temi sociali è "un grande favore a Trump e Putin".
Quali sono per voi i problemi del piano annunciato da von der Leyen?
Siamo totalmente contrari a questo delirio bellico. L'idea che si possa ricostruire l'Europa a partire dal riarmo, da una concezione fondata sulla forza, a noi sembra totalmente inaccettabile. Queste posizioni politiche dovrebbero confrontarsi con gli elettorati.
In che senso?
Mi piacerebbe molto che chi porta avanti queste tesi avesse il coraggio di farlo quando si candida alle elezioni. E poi vedesse chi le vota.
Rafforzarsi dal punto di vista militare non è la giusta reazione alle mosse di Donald Trump?
Oggi l'Europa è incapace di dare una risposta vera all'iniziativa di Trump. In questi tre anni – da quando è cominciata la guerra in Ucraina, ma già negli anni precedenti – l'Ue ha rinunciato completamente ad avere un ruolo politico autonomo. Purtroppo oggi paga questo errore, e rischia di essere completamente devastata da quello che sta accadendo.
Come si dovrebbe rispondere al presidente americano, allora?
Il punto è che non si può rispondere su quel terreno. L'Europa non può certo pensare che i problemi di questi anni – la mancanza di un'iniziativa autonoma, di coesione, di attenzione ai temi sociali – si risolvano con questo delirio. Oggi l'Europa subisce l'iniziativa imperialista di Trump, che mira al ritorno delle sfere di influenza di Usa e Russia. Così diventa la vittima sacrificale. Ma il problema non si risolve reagendo sul piano militare, anzi, si accentua.
Però resta il problema imminente delle trattative sull'Ucraina, a cui il presidente statunitense ha dato un'impostazione chiara. Come va affrontato?
Il cessate il fuoco va sempre bene, ma quella posta da Trump non è una trattativa ma una resa dell'Ucraina. La pace del più forte, una pace ingiusta. Questo non va bene. Ma naturalmente non va bene nemmeno aver completamente rinunciato, come ha fatto l’Unione Europea, a svolgere un ruolo diplomatico negli ultimi tre anni.
Anche oggi, quindi, l'Europa dovrebbe cercare di muoversi sul piano diplomatico e non militare?
Sì, e soprattutto è il momento di costruire l'Europa su basi completamente diverse. Re-immaginarsi come Europa del disarmo e della pace, che si pone al servizio dei suoi cittadini. O l'Europa fa questo, oppure muore.
A proposito di chiarezza di fronte agli elettori: come Alleanza Verdi-Sinistra, siete contrari alla difesa comune europea?
No, purché che ci siano delle basi di discussione. Per esempio, in Italia ovviamente può esistere un esercito nazionale, ma perché abbiamo l'articolo 11 della Costituzione che fissa i paletti, e il presidente della Repubblica che è garante. Siamo disponibili a ragionare in termini di difesa comune europea, ma a patto che ci siano delle regole condivise e dei valori di fondo a cui ispirarsi, come il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie.
Elly Schlein ha detto che "quella presentata oggi da von der Leyen non è la strada che serve all’Europa. All’Unione europea serve la difesa comune, non il riarmo nazionale". È d'accordo?
Sono giuste considerazioni e spero che il Pd capisca che ha sbagliato a sostenere von der Leyen il prima possibile e cambi posizione in maniera definitiva su questo.
Il Movimento 5 stelle, proprio citando il tema del riarmo europeo, non andrà alla manifestazione pro-Europa del 15 marzo. Il Pd ci sarà, invece. Il tema rischia di portare una spaccatura nell'opposizione?
Come è ben noto ci sono state distanze serie in questi anni e naturalmente le differenze ci sono ancora, tuttavia, e anche al di là della piazza del 15, le posizioni di Avs, quelle del Movimento 5 Stelle, e anche queste cose che dice la segretaria del Pd possono trovare più facilmente un punto di sintesi di quanto non avvenga invece tra i partiti di maggioranza, che mi sembrano invece totalmente divisi.
Rispetto alla posizione di Renzi e Calenda, però, una distanza c'è.
Una distanza c'è sempre stata, ma non sul “terreno di gioco”. Su questo penso che nell'opposizione siamo tutti d'accordo: che serva l'Europa, che si debbano evitare nazionalismi e sovranismi, e che l'Europa possa essere una risposta a questi due.
C'è invece una distanza molto seria su come si fa l'Europa. Per me deve essere un'Europa sociale, contro la guerra e per la pace. E su questo naturalmente voglio confrontarmi con le altre forze di opposizione, ma sono valori di fondo a cui non rinunceremo.
Anche perché rinunciare a un'Europa sociale, capace di difendere i cittadini e promuovere la lotta alle diseguaglianze, è un grande favore a Trump e Putin, perché produrrà soltanto il rafforzarsi delle destre estremiste nei Paesi europei: sono loro, le destre, il cavallo di Troia che verrà usato per smembrare l’Europa e farla morire.
Accennava alle distanze interne al centrodestra. Sul riarmo, Salvini e Tajani hanno ancora una volta espresso posizioni opposte.
Sì, c'è una divisione enorme tra i partiti di maggioranza. E non solo perché se si leggono i tweet dei due vicepresidenti del Consiglio dicono due cose opposte. Ma anche perché Meloni non si presenta nelle aule parlamentari da mesi.
La premier dovrebbe venire in Aula?
È davvero clamoroso che dinanzi alla vicenda di Almasri, poi il caso Paragon, e ora all'esplodere della questione internazionale, la presidente del Consiglio non abbia trovato un giorno del suo tempo per confrontarsi con le Camere. Credo che la cosa sia legata alla profonda divisione della maggioranza.
È imbarazzata, evidentemente non si trova una sintesi sufficiente nella maggioranza. In più, in questi mesi come è noto si è legata in maniera evidente a Trump e oggi questo accentua le sue difficoltà.