Ddl Zan: Renzi vuole modificarlo e cerca l’accordo con la Lega, Pd-M5s-Leu compatti per il voto
Sul disegno di legge Zan siamo alla guerra dei numeri. Non si può certamente sottovalutare il fatto che il voto in Aula sarà a scrutinio segreto. Anzi, è proprio su questo punto che batte Matteo Renzi, ripetendo che alla prova del nove mancheranno i voti in bilico. Attualmente in Senato i sì dovrebbero essere circa 135, i no circa 145, con i 17 parlamentari di Italia Viva nel limbo. Senza di loro, insomma, non ci dovrebbe essere la maggioranza. Renzi ha scelto la sua linea: cambiare la legge per convincere una maggioranza più ampia, altrimenti si va sotto al voto. Opposta la linea del Pd: i voti ci sono, così come c'erano alla Camera, perciò si vada al voto con questo testo. Appuntamento a Palazzo Madama oggi alle 11 per la capigruppo, bisognerà capire quando e se la discussione del ddl verrà calendarizzata in Aula. Alle 16.30 i senatori voteranno il calendario.
È stato chiaro, ieri, Matteo Renzi: secondo lui così la legge Zan non passa, ma se si tornasse a quella proposta dal sottosegretario Scalfarotto allora le cose cambierebbero. Italia Viva chiede di intervenire su una serie di articoli che non piacciono alle destre, dalla scuola e all'identità di genere. Con le modifiche richieste "punti di contatto ci sono", ha spiegato il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo. "Adesso tocca al relatore della legge trovare una giusta sintesi tra le proposte". Una sintesi che né Pd, né 5 Stelle, né Leu sembrano avere alcuna intenzione di accettare. Anche perché, continuano a ripetere come un mantra, la legge Zan viene già da una mediazione, della quale fa parte anche il ddl Scalfarotto che la destra aveva comunque bocciato. Insomma, la manovra politica di Renzi sembra più che altro un avvicinamento a un'area moderata di centrodestra. Poi se si decide di andare avanti così Italia Viva voterà sì anche su questo testo, dicono. Certo, il voto è segreto. Rilancia e ribalta il tavolo, invece, Matteo Salvini: "Noi abbiamo accolto l'appello del Santo Padre, e spero lo facciano anche Pd e Movimento 5 Stelle, ad approvare subito una legge che punisca severamente le discriminazioni, togliendo i due o tre articoli che sono critici, come quello sui reati di opinione – spiega il segretario della Lega a Radio Anch'io – Pd e 5 Stelle si prendano loro la responsabilità di affossare il tema".
Il segretario dem Enrico Letta ha detto chiaramente che non si fida: la Lega non ha fatto altro che ostacolare la discussione di questa legge in Senato, che è bloccata da sette mesi. L'ex premier ha citato più volte il documento firmato con Orban come esemplare delle idee di Salvini e dei suoi, ma soprattutto ha continuato a insistere su un punto centrale: ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, garantendo che i suoi senatori voteranno compatti il sì. La certezza di Renzi che il testo non passi, infatti, non trova alcun riscontro nei numeri. Anzi, a mancare sono solo i voti di Italia Viva, che avevano permesso il via libera alla Camera. Se è possibile che qualcuno al Senato si sfili per votare in dissenso, soprattutto grazie al voto segreto, non è detto che non succeda altrettanto anche dall'altra parte, soprattutto tra le fila di Forza Italia. Come, tra l'altro, è già successo a Montecitorio. "Alla Camera c'è stata un pattuglia di liberal forzisti, tra cui Elio Vito, che hanno votato a favore della legge Zan", spiega la senatrice azzurra Barbara Masini a Repubblica, dichiarando che voterà sì. E conferma: "Al Senato non sono sola e, soprattutto nei voti segreti, ci sarà più di qualcuno pro".