Ddl Zan, Renzi strizza l’occhio alla destra e parla di compromessi: “Al Senato non ci sono i numeri”
Da un lato strizza l'occhio a destra, dall'altro si schiera con i diritti civili. Matteo Renzi cerca l'ennesima prova di abilità politica della sua carriera di alti e bassi (in questo momento particolarmente bassi), e rilancia insieme ai senatori di Italia Viva delle modifiche al disegno di legge Zan gradite più a destra che a sinistra. I voti dei 17 parlamentari renziani a Palazzo Madama (compreso lui stesso), sono decisivi per far pendere l'ago della bilancia da un lato o dall'altro. Perciò sanno perfettamente di poter puntare i piedi chiedendo delle modifiche e cercando un accordo con il centrodestra, nonostante l'ira di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, che continuano a insistere sul portare il testo in Aula così com'è dalla settimana prossima.
Matteo Renzi, intervistato da Repubblica, nega di voler affossare il ddl Zan, anzi: "Siamo gli unici a volerlo salvare – contrattacca – Al Senato non ci sono i numeri, se andiamo sotto su un emendamento a scrutinio segreto questa legge è morta e ne riparliamo tra anni". Che poi, numeri alla mano, i voti che mancano sono proprio quelli di Italia Viva, visto che i sì sono almeno 135 e i no circa 145. I 17 di Renzi sono essenziali, e lui lo sa. "A scrutinio segreto rischia molto" e "nei gruppi Pd e 5 Stelle potrebbero mancare voti, è il segreto di Pulcinella", accusa. L'ex presidente del Consiglio si smarca così dalle critiche e rilancia la sua visione politica: "Preferisco un buon compromesso a chi pensa di avere ragione solo lui ma non cambia le cose".
Sul rapporto con la destra, Renzi non prende le distanze: "Se vota a favore di una legge del genere significa che è una destra europea", rilancia. E l'applauso di Salvini fa senz'altro più piacere degli attacchi degli ex compagni del Pd: "È vero che per tanti anni i dirigenti dem hanno preferito il consenso identitario al compromesso politico". Sul voto alla Camera, dove Italia Viva ha detto sì al testo approdato poi al Senato, Renzi si difende: "Lì c'erano i numeri, noi siamo a favore della Zan". E ne approfitta per rilanciare il superamento del bicameralismo, ricordando il referendum perso. Il testo, proprio per questo, una volta approvato al Senato con modifiche tornerebbe alla Camera, ma lì, secondo Renzi, "si approva in venti giorni". Se non si dovesse trovare accordo sulle modifiche Italia Viva voterà comunque il testo così com'è al Senato, ma "se non passerà deve essere chiaro chi porta la responsabilità del fallimento".
Renzi spiega anche la sua posizione politica, partita da centrosinistra e spostatasi negli anni sempre più verso il centro. Ora, secondo alcuni osservatori, tendente a destra, allo spazio occupato da Forza Italia: "Forse i nostri amici del Pd potrebbe occuparsi di più della loro miope visione anziché attaccare noi che non ci svendiamo a un progetto fallimentare come quello pentastellato", contrattacca il leader di Italia Viva. Poi sgancia l'ennesima bordata sui nemici 5 Stelle: "Per me il Movimento è finito". Sull'elezione del prossimo Presidente della Repubblica apre a un accordo con la destra: "Il sogno è sempre quello di eleggere un Presidente della Repubblica con un consenso amplissimo". Nel pomeriggio Renzi ha fatto una lunga diretta sui suoi social, in cui ha spiegato nuovamente il suo punto di vista, segnalando di aver ricevuto minacce di ogni tipo per la posizione sua e del suo partito.