Ddl Zan contro l’omofobia, oltre 500mila cittadini chiedono l’approvazione rapida della legge
Oltre 500mila cittadini spingono per l'approvazione del ddl Zan contro l'omofobia, che ha ottenuto il via alla Camera lo scorso novembre, e che adesso ha iniziato l'iter al Senato. Le firme, portate oggi in Senato, sono state raccolte in un mese e mezzo da "Dà voce al rispetto", Change.org e "All out". Durante un evento nella sala Nassiriya di Palazzo Madama sono stati simbolicamente presentati tre scatoloni e una chiavetta, che oggi stesso saranno consegnati alla presidente del Senato Elisabetta Casellati.
Le tre associazioni hanno ricordato che questa è stata una delle petizioni più firmate in Italia e che si tratta di una legge già approvata da tutti i paesi membri dell'Unione europea, ad eccezione di Polonia, Lettonia, Repubblica Ceca, Bulgaria e del nostro Paese. Per capire il successo ottenuto dall'iniziativa basta pensare che il numero di firme raggiunto è di gran lunga maggiore delle 60mila raccolte da Matteo Salvini per chiedere il superamento del coprifuoco.
"Il ddl Zan si inserisce all'interno di una legge già esistente, che ha lo stesso impianto. I diritti sono accresciuti riaspetto al passato, il problema dell'oggi è la praticabilità e l'accessibilità concreta di questi diritti", ha detto Anna Rossomando (Pd), che era presente al punto stampa. "Con la senatrice Maiorino siamo impegnate in commissione Giustizia a garantire la possibilità di discutere e portare l'Aula a discutere di questa legge", ha aggiunto la senatrice del Pd. "Abbiamo chiesto al presidente della Commissione un calendario dei lavori con tempi certi", e martedì, nella prossima convocazione della commissione, "siamo intenzionati ad ottenere la possibilità di poter esercitare il nostro ruolo di parlamentari".
L'iter in Senato del ddl Zan "sta incontrando infiniti ostacoli, sommerso da una cortina fumogena di fake news. Ma c'è una larghissima volontà popolare per mettere l'Italia al pari dei Paesi europei che già si sono dotati una legge del genere", ha detto Alessandra Maiorino, co-autrice del ddl e organizzatrice dell'incontro. Queste firme dimostrano che "la sensibilità nel nostro Paese è pronta e matura". La parlamentare del Movimento Cinque Stelle spera che la legge possa ottenere l'ok definitivo entro l'autunno.
All'evento, oltre alla senatrice pentastellata e alla vice presidente del Senato Rossomando erano presenti anche Francesco Laforgia (Leu) e Michela Montevecchi (M5s). "Non credete alle menzogne messe in giro su questo disegno di legge che è un semplice disegno di legge contro i crimini di odio. Non credo che nessuno possa stare dalla parte dell'odio", ha aggiunto Maiorino.
Per Laforgia "la destra ha sollevato argomentazioni ingannevoli e strumentali, come quella che vuole che la maggioranza e il governo, nati per affrontare l'uscita dalla pandemia, non debbano occuparsi di questioni che loro sostengono essere divisive". La realtà "è che non c'è emergenza che possa distogliere lo sguardo da questioni che non sono secondarie, come quelle dei diritti. Dobbiamo respingere gli escamotage della destra per rallentare se non addirittura bloccare l'iter di questa legge di civilta' e fare di tutto per dare al Paese una legge contro i crimini d'odio".
Secondo la pentastellata Montevecchi "I diritti umani e civili sono universali e indivisibili, questo passo si incastona non solo in un contesto europeo, ma anche in un contesto internazionale che vede ancora oggi le persone Lgbt subire repressioni in varie paesi de mondo, dobbiamo considerare l'importanza di questa azione anche in questo contesto".