Ddl Zan, Conte: “Chi gioisce risponda al Paese”. Letta: “Avete voluto fermare il futuro”
Il disegno di legge Zan è stato fermato al Senato. Il suo percorso finisce qui, dopo la tagliola voluta da Lega e Fratelli d'Italia e il voto segreto che l'ha approvata. A Palazzo Madama il testo contro l'omotransfobia è stato affossato definitivamente, e mentre la destra esulta, il centrosinistra non nasconde la rabbia e la delusione: "Hanno voluto fermare il futuro. Hanno voluto riportare l’Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà", ha twittato a caldo il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, che per primo si era speso in favore del disegno di legge Zan.
La delusione di Letta viene condivisa anche dal leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che ha affidato il suo messaggio ad un post su Facebook: "Sul ddl Zan registriamo un passaggio a vuoto su un percorso di civiltà e di contrasto a ogni forma di discriminazione e violenza per l'orientamento sessuale – ha scritto l'ex presidente del Consiglio – Chi oggi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese che su questi temi ha già dimostrato di essere più avanti delle aule parlamentari".
Diametralmente opposta la reazione della presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che ha esultato: "Cala il sipario sul ddl Zan, una pessima proposta di legge che Fratelli d'Italia ha contrastato con coerenza e nel merito fin dall'inizio. Non abbiamo mai cambiato idea e lo abbiamo dimostrato oggi in Senato – ha spiegato – siamo stati l'unico gruppo interamente presente e unito nel voto. È una vittoria che non appartiene solo a noi ma anche a tutte le realtà, le associazioni, le famiglie e i cittadini che in questi mesi si sono battuti a ogni livello per denunciare follie, contraddizioni e aspetti negativi di una follia firmata Pd-5 Stelle di cui l'Italia non aveva alcun bisogno". Poi ha attaccato gli avversari politici: "Patetiche le accuse di Letta, Conte e della sinistra, i primi ad aver affossato la legge sono i suoi stessi firmatari, Zan in testa, che in questa proposta hanno scritto e difeso fino alla fine norme e principi surreali che nulla avevano a che fare con la lotta alle discriminazioni".