Il ddl Spazio è un regalo di Giorgia Meloni all’amico Elon Musk?
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Giorgia Meloni vuole donare il cielo all'amico Elon Musk? Digressioni poetiche a parte, la domanda circola insistentemente nei corridoi di Montecitorio nelle ore in cui in Parlamento si discute il ddl Spazio, una legge quadro che dovrebbe regolare la cosiddetta "space economy". Sullo sfondo un possibile accordo tra il governo italiano e Starlink, il servizio satellitare di SpaceX, la società del miliardario americano che al momento controlla più di 7mila satelliti in orbita intorno alla Terra e punta a raggiungere in breve tempo quota 40mila.
La minaccia di Trump a Zelensky: "Senza accordo sulle terre rare l'Ucraina sarà disconnessa da Starlink"
È un tema che si lega a quello della sicurezza, perché sulla rete satellitare transitano le comunicazioni dei sistemi di difesa. Per le opposizioni e per molti osservatori, si tratta di un accordo che nasconde insidie e pericoli. Esempio pratico: Donald Trump sta minacciando Volodymyr Zelensky di interrompere le connessioni dei satelliti di Starlink in Ucraina senza un accordo sulla cessione delle terre rare, su cui la nuova amministrazione americana punta a mettere le mani come "risarcimento" per le spese militari finora sostenute. Senza quelle connessioni, i sistemi di difesa del Paese invaso collasserebbero con conseguenze disastrose sul piano militare.
Casu (Pd): "Dimostrino che non è un provvedimento scritto su misura per Starlink"
Il ddl è attualmente in discussione in commissione Attività Produttive della Camera, dove nei giorni scorsi sono stati bocciati gli emendamenti delle opposizioni. L'articolo contestato è il 25: stabilisce che il ministero delle Imprese e del made in Italy costruisca una riserva di capacità trasmissiva nazionale attraverso comunicazioni satellitari tramite "sia satelliti sia costellazioni in orbita geostazionaria, media e bassa", satelliti che secondo il ddl possono essere gestiti "esclusivamente da soggetti appartenenti all’Unione europea o all’Alleanza Atlantica". Un emendamento presentato dal Partito Democratico, a prima firma Andrea Casu, chiedeva che fosse data precedenza a "soggetti appartenenti all'Unione Europea" e che solo in caso di "comprovata impossibilità" si sarebbe dovuto ricorrere a servizi offerti da aziende extra Ue. In un altro emendamento si chiedeva inoltre la garanzia di una "partecipazione pubblica". Le proposte dem, appoggiate dalle altre opposizioni, sono state respinte dall'esecutivo, alimentando il sospetto che il ddl sia di fatto un "cavallo di Troia" per cedere a Musk il controllo di comunicazioni satellitari strategiche.

Uniche modifiche concesse dal governo Meloni all'articolo 25, quelle che chiedono che l'assegnazione degli appalti non prescinda in nessun modo la "salvaguardia della sicurezza nazionale"e il "ritorno industriale per il sistema Paese". Due emendamenti, sempre a firma Casu e sottoscritti dai colleghi di partito Vinicio Peluffo, Andrea Gnassi e Alberto Pandolfo. "L’Italia – spiega Andrea Casu a Fanpage – deve scrivere norme per essere protagonista della rincorsa satellitare europea, non il primo Paese dell’Unione a decidere di consegnare mani e piedi il proprio futuro a Elon Musk. Con i nostri emendamenti stiamo chiedendo al Governo di mettere nero su bianco nel ddl Spazio gli stessi principi che a parole vengono espressi nelle dichiarazioni. Se l’obiettivo della maggioranza non è costruire un articolo su misura per Starlink hanno l’occasione di dimostrarlo".
Ghirra (Avs): Giorgia Meloni vuole servire su un piatto d’argento a Elon Musk il monopolio del nostro spazio"
Durissima la capogruppo di AVS nella commissione Attività produttive Francesca Ghirra: "Il ddl Spazio – tuona – è pensato e voluto dalla presidente Giorgia Meloni per servire su un piatto d’argento a Elon Musk il monopolio del nostro spazio". Il timore è che anche i cieli italiani possano diventare una sorta di merce di scambio con la nuova amministrazione Usa. "L'Italia non dovrà mai essere messa sotto ricatto da un soggetto privato straniero che fornisce le connessioni satellitari: questo provvedimento era nato in un'altra era geopolitica ci auguriamo che le vicende che stanno avvenendo in queste ore in Ucraina aprano gli occhi a tutti sulla necessità di inserire paletti chiari e inequivocabili", spiegano i parlamentari del Partito Democratico in commissione Attività Produttive. Uno dei grandi non detti di tutta questa vicenda, riguarda la Nato. L'eventuale cessione delle comunicazioni satellitari del nostro Paese in ambito militare, infatti, allargherebbe l'influenza di Starlink sui sistemi militari degli Stati membri. È una partita che il miliardario americano gioca su più fronti e l'Italia è uno di questi.