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Ddl diffamazione: salvi i direttori e carcere per i giornalisti, il Senato approva

Passa l’emendamento al ddl diffamazione che abolisce il carcere per i direttori nonostante il parere contrario del Governo. I voti favorevoli sono stati 122, mentre i contrari 111. A favore dell’emendamento Pdl e Lega, contro tutti gli altri.
A cura di Antonio Palma
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Ddl diffamazione: salvi i direttori e carcere per i giornalisti, il Senato approva

L’Aula di Palazzo Madama con 122 voti favorevoli, 111 contrari e 6 astenuti ha approvato l’emendamento al disegno di legge sulla diffamazione presentato dal relatore Filippo Berselli. In pratica per il reato di diffamazione mentre resta il carcere per il giornalista, per il direttore del giornale accusato prevista solo  una multa variabile in base alla gravità del reato. A votare a favore sono stati Pdl e Lega, contro hanno votato Pd, Idv, Udc, Fli e Api, mentre anche il governo tramite il sottosegretario alla Giustizia Antonino Gullo aveva dato un parere contrario. L’emendamento era nato dopo l’approvazione di un altro emendamento presentato dalla Lega che prevedeva un anno di carcere per il giornalista che diffama, rendendo vano il tentativo che si stava facendo di eliminare il carcere per i giornalisti dopo il caso Sallusti. Con questo emendamento, che per molti è stato voluto per salvare l'ex direttore del Giornale, rimane il carcere fino a un anno per i giornalisti che commettono il reato di diffamazione aggravata, mentre per il direttore "che abbia partecipato alla commissione del reato"  è prevista solo una multa che va da 5mila a 50mila euro. Il parere contrario del Governo era dovuto soprattutto a ragioni tecniche, in pratica secondo il sottosegretario non è possibile prevedere pene difformi per lo stesso reato. L'emendamento approvato quindi è a rischio costituzionalità, in quanto va ad a incidere sul regime dei reati in concorso previsto all'articolo 110 del Codice penale, oltre che sull'articolo 57 che riguarda i reati a mezzo stampa.

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