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Presidenza Trump

Trump firma sui dazi reciproci globali “senza esenzioni”: come Meloni vuole rispondere agli Stati Uniti

Il presidente americano Donald Trump annuncia dazi reciproci globali, “senza esenzioni”. Nel mirino c’è l’Europa, compresa l’Italia. “Applicherò dazi reciproci, il che significa che qualsiasi Paese applichi un dazio sugli Stati Uniti d’America, noi lo applicheremo a loro. Né più né meno”, ha detto. Ora la premier Meloni cambia strategia.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dazi reciproci globali. Donald Trump ha ufficialmente annunciato le tariffe promesse nel corso della campagna elettorale, e fa sul serio con i dazi vero l'Europa. Tra i prodotti interessati ci saranno acciaio, alluminio, tecnologia e prodotti farmaceutici, ma anche il mercato delle auto.

Il presidente americano ieri ha ricordato come durante il primo mandato avesse già pensato a imporre dazi anche nei confronti di Paesi europei come Italia, Francia e Spagna, precisando di avere cambiato idea a causa della pandemia. Lo ha dichiarato durante una conferenza stampa a Washington con il premier indiano, Narendra Modi, affermando che "avevamo l'economia più forte al mondo durante il mio primo mandato, poi è arrivato il Covid e siamo stati costretti a concentrarci su quello: con troppi morti e troppa sofferenza, non me la sono sentita di imporre dazi a Paesi come Italia, Francia e Spagna".

Trump ha anche avvisato l'Ue, sostenendo che questa ha un atteggiamento "assolutamente brutale" nei confronti degli Stati Uniti, aggiungendo che l'Europa non tratta bene gli Usa sul commercio.

"La Ue può esportare tutti i molluschi che vuole in America, ma la Ue vieta le importazioni da 48 dei nostri Stati. Di conseguenza, nel 2023 gli Usa hanno importato 274 milioni di dollari di molluschi dall’Ue, ma ne hanno esportati solo 38 milioni. L’Unione impone anche una tariffa del 10% sulle auto importate, gli Usa solo del 2,5%". In conclusione, "un rapporto del 2019 ha rilevato che in 132 paesi e oltre 600.000 linee di prodotti, gli esportatori americani affrontano tariffe più elevate più di due terzi delle volte. Gli Usa registrano un deficit commerciale ogni anno dal 1975. Nel 2024, ha superato i mille miliardi di dollari", spiega la Casa Bianca.

Gli Stati Uniti dunque applicheranno dazi reciproci ai Paesi, "né più né meno", ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti. "Applicherò dazi reciproci, il che significa che qualsiasi Paese applichi un dazio sugli Stati Uniti d'America, noi lo applicheremo a loro. Né più né meno. In altre parole, se ci applicano una tassa o un dazio, noi applicheremo loro esattamente la stessa tassa o lo stesso dazio. Molto semplice", ha detto Trump parlando alla Casa Bianca. Queste tariffe verranno applicate senza esenzioni, il che significa che non ci sarebbero eccezioni nemmeno per l'Italia. Questi dazi reciproci di Donald Trump potrebbero scattare il 2 aprile, secondo quanto ha spiegato Howard Lutnick, nominato da Donald Trump ministro al commercio.

Queste tariffe saranno personalizzate per ogni partner commerciale estero, in base a cinque aree diverse: tariffe che la nazione impone sui prodotti statunitensi, tasse ingiuste imposte, costi per le aziende e i consumatori statunitensi derivanti dalle politiche di un altro paese, tassi di cambio e qualsiasi altra pratica che l'ufficio del rappresentante commerciale Usa determinerà essere ingiusta. I dazi non saranno imposti immediatamente, ma il memorandum firmato ieri da Trump consente alla sua Amministrazione di avviare un processo di revisione per implementarli.

Il presidente ha ordinato al candidato segretario al Commercio Howard Lutnick e al candidato rappresentante commerciale degli Stati Uniti Jamieson Greer di consultarsi con il segretario al Tesoro Scott Bessent e la segretaria alla Sicurezza nazionale Kristi Noem, tra gli altri, in modo che possano presentare "rapidamente" un rapporto che descriva in dettaglio le loro proposte per ciascun paese. Il capo dell'Office of Management and Budget, Russell Vought, presenterà quindi uno studio entro 180 giorni per valutare l'impatto fiscale dei dazi.

La politica prende di mira i paesi con significative disparità tariffarie rispetto agli Stati Uniti, tra cui l'Unione Europea, l'India e il Giappone. E l'applicazione dell'IVA sarà considerata alla stregua dei dazi. Per esempio, l'IVA media dell'UE è del 21,8%, mentre l'India, come ha ricordato lo stesso Trump, è quella che impone i dazi più elevati. Trump ritiene che, imponendo tariffe equivalenti, questi Paesi saranno costretti a ridurre le loro barriere commerciali contro i prodotti statunitensi, favorendo così l'industria americana e creando negli USA più posti di lavoro.

Gli annunci di Trump di ieri sono in continuità con altre misure commerciali prese pochi giorni fa dall'amministrazione americana, come i dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio e quelli del 10% sui beni provenienti dalla Cina.

E l'Italia cosa intende fare? Pochi giorni fa, era il 3 febbraio, la presidente del Consiglio Meloni aveva detto al Consiglio informale Ue di non andare al muro contro muro con Trump, esortando gli altri leader europei di perseguire la strada del dialogo. Sperava di poter contare su una relazione privilegiata con il tycoon, forte di un rapporto consolidato negli ultimi mesi. Ma le minacce delle nuove tariffe anche nei confronti dell'Italia preoccupano la premier, che cambia strategia.

Al punto che Meloni ha comunicato alla Commissione europea che l'Italia sarà compattamente al fianco di Bruxelles nella reazione ai dazi doganali imposti da Washington. "Ai dazi si risponde con i dazi", è il concetto. Una linea diversa da quella sostenuta al Consiglio informale, quando diceva: "Dobbiamo mostrarci disponibili a dialogare con Trump e dobbiamo evitare un’over-reaction, una reazione scomposta che sarebbe un errore", perché "Lui fa così, è un negoziatore. Per questo dobbiamo dialogare con lui".

C'è una data, ricorda la Repubblica, che Meloni ha segnato in agenda, ed è quella del 24 febbraio: in quell'occasione si terrà una videoconferenza dei leader del G7, in occasione dell'anniversario dell'inizio della guerra in Ucraina. In quella sede, Meloni dovrebbe affrontare il tema dazi, alla ricerca di un accordo. Ma il focus del summit sarà ovviamente sulla trattativa tra Usa e Russia per chiudere il conflitto ucraino.

Questo è un punto su cui Meloni si potrebbe trovare in difficoltà, avendo difeso negli ultimi due anni le ragioni dll'Ucraina. Cosa succederebbe se, come si vede, Trump volesse imporre a Kiev una pace ingiusta? È evidente che la posizione dell'Italia, di fronte all'alleato americano, sarebbe quantomeno scomoda.

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