video suggerito
video suggerito

Dazi, cosa farà il governo per le imprese: Meloni da Trump il 17 aprile, proporrà formula ‘zero per zero’

Per limitare gli effetti dei dazi di Trump del 20% contro Italia ed Europa, il governo Meloni mette sul tavolo 25 miliardi di euro, tra risorse Pnrr e fondi di coesione, a sostegno di imprese e lavoratori.
A cura di Annalisa Cangemi
897 CONDIVISIONI
Immagine

La Commissione europea ha appena ufficializzato le contromisure per rispondere ai dazi americani, un pacchetto di contro-dazi che riceverà il via libera domani, e che riguarda una lista di prodotti, con l'eliminazione dei dazi nei confronti di vini, latticini e del bourbon, rispetto alle ipotesi iniziali. Nel frattempo Donald Trump ha annunciato dazi del 104% contro i prodotti cinesi.

Cosa significa la formula ‘zero per zero' sui dazi

Il voto sul pacchetto Ue è previsto alle 14, e non dovrebbero esserci sorprese, visto che la presidente Ursula von der Leyen ha condiviso i passaggi con i leader degli Stati membri. E sarà in contatto anche con la premier Giorgia Meloni, in vista del suo viaggio del 17 aprile negli Stati Uniti, prima di Pasqua: obiettivo dell'incontro è trattare con Trump, puntando alla formula ‘zero per zero' sui dazi contro i prodotti industriali scongiurando l'escalation.

La sfida dunque per la presidente del Consiglio è "azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti", come ha spiegato anche oggi pomeriggio ai rappresentanti del mondo delle imprese, ricevuti a Palazzo Chigi. Alle imprese, per dare una boccata d'ossigeno dopo i dazi americani entrati in vigore, Meloni ha promesso di rimodulare le risorse del Pnrr e dei fondi di coesione, per un totale di 25 miliardi di euro, allo scopo di attenuare l'impatto delle tariffe imposte da Donald Trump sui prodotti europei.

Come sappiamo, si tratta di tariffe del 20% su molti prodotti dell’Unione europea, come automotive, agroalimentare e tessile, dazi che si aggiungono a quelli già previsti per automobili, acciaio e alluminio.

Cosa ha detto Meloni nell'incontro con le imprese a Palazzo Chigi

Al tavolo a Palazzo Chigi erano presenti i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini (in videocollegamento), i ministri competenti, Giorgetti, Urso, Foti, Lollobrigida, insieme ai sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. Giorgia Meloni nel suo intervento ha ribadito che ritiene quella del tycoon una decisione "assolutamente sbagliata" che finirà per "danneggiare l'Europa quanto gli Stati Uniti", perché  "le economie delle Nazioni occidentali sono fortemente interconnesse".

Secondo la premier Meloni al momento, gli impatti per l'Italia non sono quantificabili: "Le esportazioni italiane negli Stati Uniti valgono circa il 10% delle nostre esportazioni totali. L'introduzione di dazi può, chiaramente, ridurre questa quota di export ma non la azzera ed è oggettivamente presto per quantificarne l'effetto e per capire quanto i nostri prodotti saranno effettivamente penalizzati".

"Tra l’altro dobbiamo considerare che un dazio alla frontiera del 20% non si traduce in un costo del 20% per il consumatore americano, poiché voi sapete meglio di me che ci sono diverse intermediazioni che possono assorbire quella percentuale. Oltre al fatto che noi sappiamo che per buona parte dell’export italiano la forza della nostra esportazione non è data tanto dalla competitività del prezzo, quanto dalla qualità del prodotto stesso", ha spiegato. Dunque in questa fase occorre evitare "panico" e "allarmismo" che "rischiano di fare molti più danni della misura in sé".

Nell'ottica di un negoziato, Meloni ha ricordato "che una guerra commerciale tra Europa e Stati Uniti non conviene a nessuno. Dunque, la sfida è lavorare con l’Unione Europea per definire un accordo positivo che possa avere come soluzione quella di integrare ancora di più le nostre econome, invece di separarle, in un’ottica di mutuo beneficio e di crescita reciproca".

Secondo Meloni "l’Ue si è assestata su una reazione che io considero propedeutica ad una trattativa non escalatoria. Lo dico perché se invece la posizione fosse stata quella di una escalation, l’Italia non l’avrebbe supportata", ha detto, sottolineando l'intenzione di "azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula ‘zero per zero'".

Parallelamente al negoziato intende portare avanti con Trump, Meloni chiede però un cambio di passo all'Europa, una necessità "ineludibile" nella situazione attuale perché "se l'Europa pensa di sopravvivere a questa fase continuando a far finta di niente o a pretendere di iper regolamentare tutto, semplicemente non sopravviverà e abbiamo un problema più grande dei dazi americani". Dunque le sue proposte, già anticipate nei giorni scorsi, riguardano in primo luogo "fortissime correzioni" al Green Deal, le cui regole "ideologiche e non condivisibili" non "erano sostenibili ieri, non lo sono a maggior ragione oggi".

Occorre inoltre "rafforzare la competitività delle nostre imprese, accelerare il percorso verso il mercato unico, accelerare la riforma del mercato elettrico, e penso alla semplificazione, visto che l'Unione europea è soffocata dalle regole e le regole sono alla fine delle tasse, dei dazi autoimposti". Dunque tra le ipotesi c'è quella di una "moratoria regolatoria" (no all’introduzione di nuovi regolamenti)  fino a quando non sarà chiaro il quadro di riferimento. L'Europa, infine, deve salvaguardare il mercato interno per evitare gli impatti dovuti alla "sovrapproduzione della Cina e di altri Paesi soprattutto asiatici colpiti dai dazi statunitensi".

Misure che mette in campo l'Italia: cosa vuole fare il governo Meloni

Nell'incontro di oggi Meloni ha annunciato una serie di misure a sostegno dell'economia italiana: "Il problema principale che abbiamo, per affrontare questa questione, è che non conosciamo lo scenario che si manifesterà nei prossimi mesi", ha spiegato.

"Il ragionamento, dunque, a mio avviso, non deve essere concentrato semplicemente sulle aziende esportatrici, ma su come rafforzare complessivamente il nostro sistema produttivo", ha detto. La via annunciata da Meloni alle associazioni delle imprese è quella di utilizzare 25 miliardi di risorse, dalla rimodulazione di Pnrr e fondi di coesione: "Abbiamo individuato nell’ambito della dotazione finanziaria del Recovery italiano e della sua prossima revisione circa 14 miliardi di euro che possono essere rimodulati per sostenere l’occupazione e aumentare l’efficienza della produttività.

"Una ulteriore opportunità che intendiamo cogliere è quella della revisione della politica di coesione che la scorsa settimana è stata approvata dalla Commissione su proposta del vicepresidente Fitto. Il nostro paese ha 75 miliardi di euro (42,7 europei, gli altri cofinanziamenti nazionali) da spendere fino al 2029 distinti in 26 miliardi di euro assegnati ai programmi nazionali e 43 ai programmi regionali. In questo ambito, circa 11 miliardi di euro possono essere riprogrammati a favore delle imprese, dei lavoratori e dei settori che dovessero essere più colpiti. Anche in questo caso la riprogrammazione deve essere definita d’intesa con la Commissione Europea".

Inoltre, ha concluso, "in questi mesi stiamo poi programmando, è infatti in corso una consultazione pubblica, il Piano Sociale per il Clima, con una dotazione UE di 54 miliardi (2026-2032), che prevede per il nostro Paese circa 7 miliardi di euro complessivi, destinato a ridurre i costi dell'energia per famiglie e microimprese, attraverso misure per compensare i costi logistici e incentivare le tecnologie pulite".

"Da subito intendiamo attivarci per avviare un forte negoziato con la Commissione Ue per un regime transitorio sugli aiuti di Stato e una maggiore flessibilità nella revisione del PNRR, nell’utilizzo dei fondi di coesione e nella definizione del Piano sociale per il clima", ha detto.

Infine "il governo intende portare avanti il rafforzamento degli strumenti di sostegno all'export delle nostre imprese, potenziando quelli già esistenti a partire dal sistema fondato sull'Agenzia Ice, Simest e Sace, per aiutarle a rimanere forti sui mercati internazionali".

897 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views