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Davide Faraone a Fanpage.it: “A settembre classi con meno alunni e alcune lezioni a distanza”

Il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone, intervistato dal direttore di Fanpage.it Francesco Piccinini, ha commentato le misure varate dal Consiglio dei ministri di oggi, contenute nel decreto Liquidità e con il decreto Scuola: “Finché le scuole saranno chiuse potremmo usare questo tempo per far partire dei cantieri: ci sono 2 miliardi già stanziati per le strutture scolastiche, per renderle più belle e sicure”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il direttore di Fanpage.it Francesco Piccinini ha intervistato il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone, per approfondire le misure varate dal Consiglio dei ministri, con il decreto Liquidità e con il decreto Scuola, per gestire l'emergenza coronavirus in Italia.

"Noi ci aspettiamo che con il decreto Liquidità possa arrivare un aiuto concreto per gli imprenditori da parte dello Stato. Oltre alla sicurezza sanitaria noi come Italia viva abbiamo messo al primo posto anche la salvaguardia dei posti di lavoro. Stiamo tutti subendo una limitazione delle nostre libertà personali ma la mancanza di lavoro è un'altra restrizione della nostra libertà. Per questo abbiamo proposto che tutte le imprese abbiano il 25 per cento di anticipazione del fatturato dell'anno precedente al 100% garantito dallo Stato a tasso zero", ha spiegato Faraone.

"È una delle proposte, poi c'è il tema della sospensione dei mutui, della sospensione dei pagamenti, il tema della cassa integrazione per tutte le aziende che ancora non ripartono, c'è la necessità di riorganizzare un piano per la ripartenza del nostro settore produttivo, e c'è la necessità di far ripartire i cantieri, sistemando per esempio le strade delle nostre città. Far ripartire alcuni ambiti è indispensabile per non perdere quote di mercato".

Il senatore Davide Faraone è stato anche sottosegretario all'Istruzione durante il governo Renzi. Da quanto emerge dalla bozza del decreto Scuola c'è una data spartiacque, quella del 18 maggio: se non si ritornerà in aula entro quella data gli esami di maturità prevederanno solo la prova orale. "Se si tornerà a scuola a settembre? Il mio auspicio è che gli studenti che devono sostenere gli esami di terza media o di maturità possano tornare a scuola già quest'anno. Settembre è il minimo. In questo momento dobbiamo sostenere la didattica da remoto. Purtroppo però ci sono famiglie che dispongono di un solo computer, ma magari all'interno del nucleo familiare ci sono più figli che vanno a scuola, oppure uno dei genitori è insegnante, e quindi necessita a sua volta di un dispositivo informatico. Noi dobbiamo utilizzare di più la nostra tv pubblica, come sta facendo la Spagna. La Rai potrebbe garantire 5 ore di insegnamento per 5 giorni alla settimana. Ma in ogni caso finché le scuole saranno chiuse potremmo usare questo tempo per far partire dei cantieri: ci sono 2 miliardi già stanziati per le strutture scolastiche, per renderle più belle e sicure. Bisogna sburocratizzare: nominare commissari per far partire i cantieri".

Ma come garantire il distanziamento sociale in classi affollate? Il senatore Davide Faraone ha risposto così: "Così come abbiamo dimostrato nelle aziende che si può lavorare lontani da un luogo fisico, garantendo la stessa efficienza, lo stesso si può pensare a scuola. Abbiamo sempre detto che le nostre classi sono affollate, questa può essere un'occasione per riorganizzare la didattica, in modo più funzionale. Ovviamente in una fase di transizione, che ci accompagnerà fino alla scoperta del vaccino, dovremo abituarci alle mascherine, ai dispositivi di protezione, alla distanza sociale. Gli italiani stanno dimostrando grandissima maturità ora, credo che potranno dimostrarla anche in quella fase".

"A settembre potremmo sperimentare una didattica nuova: potremmo pensare a classi con meno alunni, proseguendo con alcune lezioni a distanza. Dell'indagine Istat mi ha impressionato la difficoltà di molti studenti che vivono in ambienti sovraffollati, le differenze tra Nord e Sud legate alla mancanza di supporti tecnologici. Dobbiamo investire economicamente. Nel Cura Italia abbiamo individuato 75 milioni di euro per l'acquisto di pc. Non sono sufficienti. Bisogna investire sui giga. Nel prossimo decreto di aprile abbiamo previsto un ordine del giorno per garantire i giga a tutte le famiglie".

"Nelle tempistiche della gestione dell'emergenza possono esserci stati degli errori. Ci si trovava tutti ad affrontare un fenomeno nuovo. Premesso questo, per esempio chiedetevi perché molte Regioni tra quelle più dure nel chiudere tutto non hanno ancora introdotto l'obbligo delle mascherine. Perché? Semplicemente perché non hanno le protezioni individuali per tutti, non possono quindi prevedere un obbligo costringendo tutti i cittadini a essere fuori legge. Ci sono gravi responsabilità. Penso ad esempio alla questione delle case di cura, trasformate in lazzaretti in alcuni casi. Di tutto questo si discuterà dopo".

"Il problema nella gestione regionale della Sanità esiste, lo aveva sollevato già Renzi del 2016. Su questi temi dovrebbe investire lo Stato, sui livelli di uniformità del nostro sistema sanitario. Su questo una riforma costituzionale è indispensabile, altrimenti si crea il caos, ne piangono le conseguenze i cittadini, che si trovano sommersi da ordinanze, da provvedimenti, spesso in contraddizione, con differenze anche evidenti tra regione e regione. Sull'ambito sanitario dobbiamo intervenire con la modifica del titolo V della Costituzione, ma questo lo vedremo dopo. Nell'immediato bisogna intervenite per dare una mano ai medici e agli infermieri. Responsabilità civile: non possono pagare loro per le mancanze dello Stato, per questo abbiamo presentato un emendamento al Cura Italia per mettere una tutela ai medici e agli infermieri. Abbattimento dell'Iva dal 22 al 5% per le protezioni individuali. Un Fondo per le famiglie delle vittime da coronavirus: siamo arrivati a 88 sanitari morti in corsia, in prima linea. Bisogna intervenire anche sulla precarizzazione dei medici, stabilizzandoli".

Per quanto riguarda il sovraffollamento delle carceri, esploso con l'emergenza coronavirus, Faraone ha detto: "Purtroppo questa vicenda dimostra che il motto dei Cinque Stelle ‘uno vale uno' non vale in questo Paese, nonostante il ministro della Giustizia sia un esponente del M5s. La differenza tra un criminale e una persona per bene è che la seconda riconosce anche al criminale il diritto alla salute, alla vita, a un'altra opportunità. Quello che avverto è invece nelle nostre carceri, spesso molto fatiscenti, che il diritto alla salute non è garantito, anzi è un argomento spesso snobbato. Se si contagia un carcerato è forse meno grave?".

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