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David Sassoli sarebbe stato il candidato premier del centrosinistra alle elezioni politiche

Enrico Letta ha raccontato di aver avuto più di un colloquio con David Sassoli prima della sua scomparsa prematura, durante i quali il leader del Pd gli aveva chiesto di guidare il centrosinistra alle future elezioni politiche.
A cura di Tommaso Coluzzi
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David Sassoli candidato alla presidenza del Consiglio alle elezioni politiche, alla guida di una coalizione larga di centrosinistra. Non sarebbe stato uno scenario così impossibile, anzi. Prima della prematura e dolorosa scomparsa del presidente del Parlamento europeo, di cui domani ricorre il primo anniversario. È stato Enrico Letta, il segretario dimissionario del Partito Democratico, a raccontare degli incontri con Sassoli: "L'ultimo giorno a Bruxelles ebbi con lui un incontro ufficiale, e in quell'incontro gli feci una proposta – ha detto il leader dem – ‘Dopo aver fatto il presidente del Parlamento devi pensare al tuo Paese'. E gli proposi di guidarci alle elezioni, per costruire una coalizione larga".

Per la prima volta, insomma, Letta ha rivelato che avrebbe voluto farsi da parte per lasciare il posto a Sassoli: "Gli dissi ‘sono io che te lo propongo, saresti in grado di guidare una coalizione larga e far sì che il Paese possa avere una proposta europeista, io faccio un passo indietro' – ha continuato il segretario del Pd – David rimase colpito e rispose: ‘Ci devo pensare'. Avremmo dovuto vederci per parlarne concretamente, ma purtroppo è andato via". Prima di morire, però, Sassoli avrebbe chiamato Letta: "Qualche giorno dopo mi richiamò, mi disse ‘vediamoci' – ha raccontato ancora il segretario dem – David avrebbe cambiato la storia d'Italia se la malattia non lo avesse portato via".

Alla presentazione del libro che riporta alcuni discorsi di Sassoli, era presente anche la presidente della Commissione Ue Von der Leyen: "David credeva nella democrazia europea, nella sua forza e nella sua capacità aumentare i diritti di sempre più persone – ha ricordato – Ma David sapeva anche che la democrazia è fragile e deve essere protetta dai nemici interni ed esterni. Non avrebbe mai tollerato la corruzione, né all'interno dei ranghi dei parlamentari né all'interno di alcun organo governativo".

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