L'agenzia nazionale per la sicurezza ha spiato e, per quanto ne sappiamo, spia ancora le conversazioni dei membri del Governo italiano. Generalizzando, ci è toccato lo stesso destino di Francia e Germania. E i nostri politici stanno provando a reagire allo stesso modo, tutto sommato: alzando i toni, mostrandosi indignati, sbattendo i piedi a terra e via discorrendo. Per Letta è inaccettabile e inconcepibile essere spiati in questo modo; per Alfano "difendere la privacy dei cittadini e degli uomini delle istituzioni" è una cosa da fare con decisione, "senza guardare in faccia a nessuno".
In tutta franchezza, non siete credibili. Perché non avete la forza politica e diplomatica per puntare i piedi ed esigere rispetto. Perché la nostra politica ha perso, ove mai l'avesse avuta, credibilità agli occhi del mondo, dopo anni, decenni di figuracce e passività. Gli esempi si sprecano, dal caso kazako alla gestione della vicenda marò (finanche inutile ripercorrere le epopee berlusconiane e montiane). Siamo ai margini, occorre esserne consapevoli. Siamo ospiti ai tavoli delle trattative, in sede europea e internazionale. È un dato di fatto. Almeno risparmiateci la sceneggiata dell'indignazione in pubblico che si traduce in colloqui in ginocchio privati.