Questa oggettivamente mancava: «Penso che in Italia ci sia un gran bisogno di campi da golf e che ci sono alcune regioni, in particolare del Mezzogiorno, che ampliando l'offerta di campi da golf riusciranno ad attrarre il turismo straniero, che oggi non si riesce ad attirare». No, non è uno scherzo. Lo ha detto il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, nel corso di una conferenza stampa al Mibact. «Penso per esempio – ha precisato Franceschini – a un turismo statunitense di un certo livello che verrebbe volentieri in Sicilia ma non lo fa perché non trova una rete di grandi alberghi né campi da golf». Qualcuno si prenda la briga di spiegare al signor ministro del Partito Democratico che Pompei muore nonostante il vergognoso sperpero di denaro pubblico. Che il Colosseo è stato ristrutturato solo perché i privati ci hanno messo i soldi. Che in Sicilia intorno ai templi di Agrigento fioccano case abusive e mercatini indegni, così come a Paestum. Che ci sono sezioni di musei chiuse per mancanza di fondi e tesori che restano nei depositi. Altro che mazze e palline da golf per gli americani. Il ministro folgorato sulla via di Matteo Renzi forse ignora tutto ciò. Occorrerebbe ricordargli che non basta avere «il lavoro più dello del mondo» così come Barack Obama ha definito l'impiego di un ministro ai Beni Culturali in Italia, ma che quel lavoro bisogna farlo. Ed è duro e impegnativo. Se Dario Franceschini proprio vuole giocare a golf con gli americani vada in un resort. E ci faccia la cortesia di lasciare a qualcuno più volenteroso e competente la poltrona di governo.