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Elezioni europee 2024

Damilano (FI): “L’Ue è ostaggio delle ideologie, la transizione green non deve costare posti di lavoro”

L’imprenditore del settore vinicolo Paolo Damilano, candidato nel 2021 a sindaco di Torino, corre per le elezioni europee con Forza Italia. A Fanpage.it ha spiegato cosa servirebbe all’Ue – più strumenti per agricoltura e turismo, ad esempio -, ha criticato la troppa “ideologia” e parlato delle alleanze dopo il voto.
A cura di Luca Pons
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In corsa nel 2021 per la carica di sindaco di Torino, oggi Paolo Damilano è candidato alle elezioni europee. Nel 2022, nel Consiglio comunale del capoluogo piemontese, Damilano aveva ‘rotto' con il centrodestra criticando la "deriva populista" di alcuni partiti, ma la frattura sembra essersi ricomposta: l'imprenditore è nella lista di Forza Italia, inserito al terzo posto, subito sotto Letizia Moratti e primo uomo dietro il capolista Antonio Tajani. In un'intervista a Fanpage.it, Damilano ha spiegato la scelta di candidarsi, ha chiarito cosa serve nell'Unione europea (portando la sua esperienza da imprenditore) e ha condannato il fatto che oggi l'Ue sia "ostaggio delle ideologie", soprattutto per quanto riguarda la crisi climatica e la transizione green.

La sua carriera politica vera e propria è iniziata da pochi anni, lei si presenta soprattutto come un imprenditore. Perché pensa che gli elettori dovrebbero puntare su una figura come la sua?

Nel 2021 presi la decisione di candidarmi a sindaco di Torino guardando la fila interminabile davanti al banco dei pegni. Era un momento particolarmente difficile, per la pandemia, e pensavo che tutti noi avremmo dovuto impegnarci in qualche modo. Ho pensato che quello fosse il modo più concreto per poterlo fare, per dare il mio contributo e anche restituire al territorio quello che avevo ricevuto. Con lo stesso spirito ho accolto la sfida per le europee: da imprenditore abituato a dover portare a casa risultati concreti ogni giorno, mi candido per portare pragmatismo e visione, soprattutto sui temi economici, in un’Europa troppo spesso ostaggio delle ideologie.

Da politico e da imprenditore, allora, quali sono le sue proposte per l'Ue?

Penso a un’agenzia che rappresenti i nostri territori a Bruxelles, un canale di comunicazione diretto per portare in Europa esigenze, richieste e problematiche e allo stesso tempo per veicolare qui le opportunità messe a disposizione da fondi e progetti europei. Da imprenditore del vino, avrò poi certamente una maggiore attenzione per tutto quello che riguarda il mondo dell’agricoltura e anche del turismo, due settori strettamente legati.

Sulle politiche agricole credo che siano state fatte delle scelte che penalizzano troppo proprio gli agricoltori, soprattutto le realtà più piccole, quando dovrebbero essere loro invece i primi alleati per mettere a punto linee guida condivise. Tra l’altro, trovo assurda la normativa europea sull’alcol. Un conto è se parliamo di super alcolici, un altro se parliamo di eccellenze, come ad esempio i vini delle nostre Langhe. Per difendere e promuovere le eccellenze delle nostre terre, in Europa abbiamo bisogno di persone che vivano ogni giorno questo mondo.

Ha detto che l'Europa è "ostaggio delle ideologie". Cosa intende?

L’Europa nei prossimi cinque anni deve puntare ad avere una propria identità forte, su diversi fronti. Oggi vediamo un’Europa sempre meno unita, in cui ogni Paese pensa al proprio interesse a scapito di quello degli altri. Se non vogliamo perdere competitività nel confronto sui mercati internazionali dobbiamo agire insieme in un’unica direzione. Molti degli obiettivi, penso ad esempio alle conseguenze del cambiamento climatico, sono assolutamente condivisibili, ma le misure per contrastarlo non devono essere guidate da un approccio ideologico. Servono passaggi graduali, ancorati alle diverse realtà, applicabili. Restando sul tema green, nessuna transizione è giusta se costa posti di lavoro e redditi di famiglia: le direttive europee su case e auto toccano da molto vicino i nostri territori e la nostra quotidianità, con Forza Italia dobbiamo lavorare per rivedere queste norme.

Uno dei temi che sta dividendo l'Europa è il conflitto in Medio oriente. Nella sua città, Torino, l'università è stata occupata per settimane dagli studenti che cercano di portare l'attenzione sul tema: cosa pensa della protesta?

Ben venga il confronto, ben venga che soprattutto i giovani abbiano delle idee e che le esprimano, a patto che non si trascenda e non si sfoci magari nella violenza. Penso però che non possiamo sempre dividere il mondo in buoni e cattivi, in bianco e nero. La politica in primis deve mandare questo messaggio ai ragazzi. E mi auguro soprattutto che tutta questa voglia di partecipazione e coinvolgimento dei giovani si possa trasformare anche in partecipazione politica. Nel merito del conflitto, come tutti, auspico che si arrivi presto a una soluzione pacifica.

Pensa che dopo le elezioni Forza Italia dovrebbe cercare di nuovo un’alleanza con il gruppo Socialisti e democratici, per formare di nuovo una maggioranza moderata di centro? O dovrebbe guardare a destra, con i Conservatori di Giorgia Meloni e Id (Lega)?

Credo che nella prossima Europa si debba consolidare uno schieramento omogeneo e costante, non a geometria variabile in base alla contingenza legislativa. E penso che questo schieramento – nel segno di un convinto europeismo – per essere omogeneo non possa che essere costituito da un’alleanza tra moderati, popolari, liberali e conservatori, con l’avvertenza che non possono essere inclusi alleati impresentabili che affermano che non tutti i membri delle SS erano criminali, oppure che sostengono che vi debbano essere scuole con bambini “normali” separate dagli altri.

Due dei candidati che hanno attirato la maggiore attenzione in queste europee, e che saranno suoi avversari nella circoscrizione Nord Ovest, sono Ilaria Salis e Roberto Vannacci. Come valuta la scelta di candidarli da parte di Avs e Lega? E per quanto riguarda Vannacci, la sua candidatura può essere vista come un sintomo di quella “deriva populista” della destra che lei aveva segnalato quasi due anni fa?

In generale non commento le candidature degli altri. Fin dall’inizio, per il mio modo di fare politica, preferisco restare concentrato su proposte e soluzioni, lavorare per qualcosa, non contro qualcuno. Credo anzi che uno dei motivi di tanta disaffezione sia proprio qui: si perdono di vista le azioni concrete a favore invece di polemiche, attacchi personali, o di quanto possano essere virali questo o quel contenuto o messaggio. Dobbiamo recuperare sui temi, approfondire, dare modo agli elettori di sentirsi partecipi di una scelta, come quella delle elezioni europee, che riguarda tutti noi, molto più di quanto si pensi. Alla fine, comunque, saranno gli elettori a decidere da chi farsi rappresentare.

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