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Damiano Tommasi a Fanpage.it: “Mia proposta per Verona è l’unica credibile dopo 15 anni di declino”

L’ex calciatore sfida la destra a Verona con la sua candidatura a sindaco appoggiata da tutto il centrosinistra. Giovani, ambiente, futuro: “Per guardare avanti in una nuova direzione la nostra è l’unica proposta credibile – dice Tommasi in un’intervista a Fanpage.it – Le forze politiche che mi sostengono hanno deciso di mettersi attorno a un tavolo deponendo le bandierine identitarie e mettendo avanti il progetto per Verona”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Dal Movimento 5 Stelle ad Azione, passando per Partito Democratico, +Europa e altri ancora. Il campo largo del centrosinistra si è materializzato improvvisamente a Verona, per sostenere la candidatura a sindaco dell'ex calciatore Damiano Tommasi, che ha raccontato in un'intervista a Fanpage.it com'è nata l'idea di correre alle amministrative del prossimo 12 giugno. Si chiama Rete! il simbolo della coalizione e il progetto di Tommasi è chiaro: far rialzare la testa a Verona dopo "quindici anni di declino", con un progetto civico incentrato sui giovani.

Negli anni si è parlato di una città, Verona, che si è spostata sempre più a destra. Sono quindici anni che l'amministrazione è di centrodestra. Come si fa a vincere questa partita?

Verona è sicuramente stata amministrata per tanto tempo da forze che si collocano nel centrodestra, ma uno dei limiti della città è proprio la questione ideologica. Così si perdono di vista le potenzialità di una città che dovrebbe avere un ruolo più importante sia a livello territoriale che nazionale e internazionale. Bisogna alzare la testa oltre le mura di Verona. Mettiamo da parte destra e sinistra.

I sondaggi prevedono un ballottaggio molto equilibrato tra lei e il sindaco uscente Sboarina, appoggiato da Fratelli d'Italia e Lega. Cosa farà la differenza?

I sondaggi lasciano il tempo che trovano. Sicuramente il nostro progetto è molto ampio, come mai si era visto a Verona. Perciò le prospettive di essere al ballottaggio sono molto alte. L'amministrazione uscente non ha riscosso grandi consensi e l'alternativa a destra è il ritorno di un sindaco che ha fatto già due mandati. Per guardare avanti in un'altra direzione la nostra è l'unica proposta credibile.

Rete!, la lista a sostegno della candidatura di Damiano Tommasi a sindaco di Verona
Rete!, la lista a sostegno della candidatura di Damiano Tommasi a sindaco di Verona

E allora parliamone di questa proposta. Il primo punto è il capitale sociale. Si parla di giovani, di famiglia, di università, di cultura. Perché non sono solo parole vuote? Cosa c’è di concreto sul piatto per le nuove generazioni?

C'è tanta voglia di fare le cose, di concretizzare i progetti. Abbiamo inserito nel programma diciotto progetti per under 30, bisogna dare spazio alla creatività dei giovani. Nelle nostre liste ci sono moltissimi giovani che hanno deciso di mettersi in gioco dal punto di vista politico. Il nostro progetto è rivolto alla Verona che sarà, perciò devono essere centrali. Perché sarà la loro città. Bisogna dar loro motivazioni per rimanere a Verona. Tanti, troppi se ne vanno in altri luoghi per rincorrere i loro sogni e non tornare più. Dobbiamo dar loro la possibilità di concretizzarli qui.

L’ambiente è un altro dei punti fondamentali. Come si trasforma Verona in una smart city in pochi anni?

La sostenibilità è il presente e il futuro. L'Europa ci ricorda costantemente di ragionare in questi termini, dall'urbanistica alla mobilità. Verona ha la fortuna di avere spazi e luoghi adatti alla rigenerazione urbana e nella nostra squadra ci sono persone che hanno fatto di questi valori la loro identità politica. Purtroppo sull'inquinamento Verona è in una situazione veramente critica, ma la sfida è questa: far coincidere sviluppo economico e sostenibilità.

Legalità e sicurezza sono temi forti della destra, che li cavalca da sempre. Ascoltando le parole dei due candidati sindaci di destra ora il problema sono le baby gang, cosa ne pensa?

Le baby gang sono sicuramente un problema, ma il modo di affrontare questo discorso da parte di alcune forze politiche è sbagliato: l'attenzione va ai sintomi e non alla causa. Serve una visione più ampia: c'è il problema della criminalità organizzata, sono partite molte interdittive tra città e provincia, abbiamo un aumento sia delle violenze domestiche che di quelle online. Certo la microcriminalità è un argomento molto da campagna elettorale, perché riguarda la percezione diretta della sicurezza. Ma non può essere l'unico argomento.

Passiamo a temi più politici. A Verona il centrosinistra sta quasi tutto insieme, Italia Viva a parte. Qual è il trucco per far andare tutti d’accordo, anche Azione e Movimento 5 Stelle ad esempio?

La proposta di candidatura mi è stata fatta da un ampio ventaglio di forze politiche, che già avevano deciso di mettersi attorno a un tavolo deponendo le bandierine identitarie e mettendo avanti il progetto per Verona. Il declino degli ultimi quindici anni ha motivato molte persone ad abbandonare le battaglie ideologiche e mettere in piedi un progetto nuovo per la città che possa dare una risposta, al di là dei posizionamenti politici. Le polemiche nazionali non ci devono distrarre, c'è qualcosa di più importante da mettere in campo: la voglia di cambiare il modo di amministrare questa città. Non è facile lasciare fuori il dibattito nazionale, anche perché c'è un'attenzione molto alta, ma questa è la strada.

Prima calciatore, poi sindacalista, pensa sia il momento giusto per la svolta politica? Perché ha deciso di candidarsi?

Perché avrei dovuto dire no? In molte occasioni ero stato contattato per impegnarmi nella politica attiva e non avevo mai accettato per incompatibilità con quello che stavo facendo. Nel mio modo di lavorare, sia come atleta professionista che come presidente dell'Associazione italiana calciatori, ho sempre voluto lanciare un messaggio di impegno e di presenza consapevole e responsabile nella propria città e nel contesto in cui si vive. Non potevo dire di no a questo progetto. È un'avventura nuova, molto stimolante. Potrebbe non sembrare così, ma per alcune dinamiche non è tanto diversa da altre situazioni che ho vissuto in passato.

Damiano Tommasi, candidato sindaco del centrosinistra a Verona
Damiano Tommasi, candidato sindaco del centrosinistra a Verona

È l'inizio di una carriera politica nazionale? Magari legata a un partito in particolare…

No. Ho accettato questa proposta solo perché si tratta di elezioni amministrative dove le cose da fare prevalgono sulle ideologie, così posso essere efficace. Tra l'altro se si va sulla concretezza tanti muri ideologici vengono meno. Per ora non ho intenzione di prendere altre strade. Stiamo vivendo le ultime settimane di campagna elettorale concentratissimi sulla città.

Una riflessione da politico ex sportivo. La scorsa estate, solo in Italia, è scoppiata la polemica durante l'Europeo sui calciatori che si inginocchiavano contro il razzismo prima del fischio iniziale delle partite. Si è aperto un dibattito nazionale tra favorevoli e contrari, e l'invito latente – ma neanche troppo – era quello di lasciare la politica fuori dallo sport. E tra l'altro è un discorso che si può estendere anche al mondo dello spettacolo. In sintesi: sei calciatore? Pensa a giocare. Che ne pensa?

La manifestazione delle proprie idee non deve essere preclusa mai a nessun cittadino, soprattutto se c'è visibilità, nello sport come nella musica. A volte si pensa che far parte dello show business escluda dalla vita sociale di tutti i giorni. Una sorta di palcoscenico esente da qualsiasi manifestazione di diritti e idee che possono essere un tema politico. Si tratta lo sportivo professionista, l'attore o il musicista come esecutore di un'attività fine a sé stessa, ma la realtà ci dice che spesso e volentieri alcuni personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo sono diventati dei grandi leader e hanno aiutato a trascinare e cambiare la prospettiva dei giovani e del mondo.

Oggi, forse anche di più rispetto al passato, per i calciatori e gli sportivi in generale pesano anche i followers. Avere un grande seguito è una responsabilità?

Assolutamente, è sempre stato uno dei miei obiettivi far capire la responsabilità che si ha quando si è un personaggio pubblico. Ma va detta anche un'altra cosa: spesso si pretende una posizione da dei ragazzi più di quanto non lo si faccia con chi compie scelte politiche. Questo mi ha sempre lasciato perplesso. Va bene la responsabilità, ma che dei ragazzi debbano essere gli educatori dei nostri figli dove magari i genitori stessi non lo sono è altrettanto sbagliato.

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