Dalle discoteche alla delega fiscale, l’attacco di Salvini al governo
Matteo Salvini torna a scagliarsi contro il governo, anche se ha già chiarito che la nave non la abbandona. Anzi, piuttosto invita i suoi avversari politici – Conte e Letta – a lasciare l'esecutivo. Insomma, alla fine nessuno lascia nessuno, ma la combinazione tra semestre bianco ed elezioni comunali comincia a farsi sentire seriamente. Il segretario della Lega tiene il punto su una serie di temi, a maggior ragione dopo il risultato delle amministrative che però non definisce una sconfitta: "Nelle città ha rivinto la sinistra, ma hanno vinto chi già governava e ha perso 69 comuni dove ora governa la Lega e il centrodestra", spiega a Rtl 102.5 il senatore.
Il primo problema, per Salvini, è la delega fiscale. Prima la Lega ha disertato il Consiglio dei ministri, poi il segretario ha spiegato le sue ragioni e allora Draghi ha chiarito che il governo non si piega a logiche elettorali. Insomma, il botta e risposta è stato forte e chiaro, ma ora il senatore abbassa i toni: "A me interessa che nessuno paghi un euro di più – spiega ancora alla radio – nella delega fiscale questo non c'è scritto. Sull'Iva si parla di rimodulazione, precisiamo in basso? Altrimenti dopo Draghi si alzano le tasse, bastano due righe". E ancora: "Non approvo un documento che ci dice che si paga di più tra due anni – insiste Salvini – Nel documento votato nel Cdm da altri non ci sono passaggi definiti su Irap, su rottamazione e su saldo e stralcio". Poi continua: "Se Draghi mi dice non aumento le tasse, mettiamolo per iscritto. Di lui mi fido, di altri no. Se viene un Monti? Con quella delega in bianco uno può aumentare le tasse".
Salvini ci tiene a sottolineare che lui e il suo partito sono più vivi che mai: "Per tanti giornali la Lega è morta da anni, Salvini prende schiaffi da anni, ma noi siamo ancora qui – spiega – Al Consiglio dei ministri di oggi porteremo posizioni europeiste e chiederemo sostanziali riaperture". In questo caso il segretario si riferisce alla questione discoteche, che vanno verso la riapertura con posti ridotti: "Il Cts propone il 35%? Noi chiediamo almeno il doppio della capienza – rilancia – se chiedi il green pass allora dai lavoro, sennò siamo alla follia".