Dall’Antimafia all’inchiesta sul Covid, il centrodestra si è spartito le commissioni bicamerali
I partiti del governo Meloni hanno trovato un modo per dividersi la guida delle commissioni bicamerali del Parlamento. Le trattative nella maggioranza sono arrivate a un risultato definitivo, uno "schema delle presidenze" per le commissioni in questione, come ha detto ieri il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti. La spartizione riflette, ovviamente, i rapporti di forza i partiti di maggioranza: Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati. Gli uomini di Giorgia Meloni dovrebbero avere la presidenza di quasi la metà delle commissioni, con gli alleati che si divideranno le altre.
Chi guiderà le commissioni bicamerali: Fratelli d'Italia se ne prende sette, quattro alla Lega e tre a FI
Secondo un'indiscrezione rilanciata dalle agenzie di stampa, infatti, a Fratelli d'Italia spetterebbero sette commissioni bicamerali su sedici. Non è ancora stato stabilito esattamente quali saranno, ma ci sarebbero già dei seggi ‘prenotati' per FdI: in particolare si parla di commissione parlamentare antimafia e quella di vigilanza su Cassa depositi e prestiti. Ma anche due commissioni d'inchiesta: quella sulla gestione del Covid da parte dei precedenti governi e quella sulla morte di David Rossi, capo comunicazione di Monte dei Paschi di Siena trovato morto il 6 marzo 2013 a Siena.
Secondo le stesse fonti, alla Lega dovrebbero andare quattro commissioni in tutto. Tra quelle che dovrebbero essere già blindate c'è la commissione per l'attuazione del federalismo fiscale. Forza Italia dovrebbe ricevere la guida di tre o quattro commissioni, tra le altre quella sugli Affari regionali, quella d'inchiesta sulle banche e quella di vigilanza sull'anagrafe tributaria. A Noi moderati, invece, spetteranno una o due commissioni, a seconda di quante ne avrà il partito di Silvio Berlusconi.
Una commissione piuttosto centrale – se non altro per le forti polemiche che il governo ha portato avanti su Sanremo nelle ultime settimane – su cui però la maggioranza non potrà imporre la guida è quella di vigilanza sulla Rai. Per prassi, infatti, a scegliere la presidenza della commissione di vigilanza Rai è un partito di minoranza. In questo caso, toccherà al Movimento 5 stelle o al Terzo polo di Azione e Italia viva.
Il Partito democratico, infatti, ha già piazzato il suo deputato Lorenzo Guerini come presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), l'organo che tiene i rapporti con i servizi segreti e si occupa delle questioni militari e di sicurezza. Guerini è già stato presidente del Copasir nel primo governo Conte, oltre a ricoprire il ruolo di ministro della Difesa nei successivi governi Conte due e Draghi.
L'altra trattativa: sulle delegazioni internazionali, Forza Italia resta senza cariche
In parallelo alle trattative sulle commissioni bicamerali, la maggioranza sta decidendo anche chi guiderà le cinque delegazioni del Parlamento presso le assemblee internazionali, dalla Nato all'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa). Anche in questo caso ci sarebbe un accordo di massima, e anche in questo caso sarebbe Fratelli d'Italia a occupare la maggior parte delle posizioni.
In particolare, Fratelli d'Italia sarebbe alla guida dei rapporti con il Consiglio d'Europa, con l'Iniziativa Centro-europea (Ince) e con l'Unione del Mediterraneo (Ap-Upm). La Lega di Matteo Salvini andrebbe così all'Osce, e a prendersi l'ultimo posto, quello alla Nato, sarebbe Noi moderati. Seguendo questo schema, Forza Italia resterebbe senza cariche per quel che riguarda le delegazioni internazionali. Secondo fonti parlamentari, questi accordi saranno definitivi solo dopo un incontro tra i vertici della maggioranza, previsto per martedì prossimo.