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Dalla manovra spariscono 50 milioni di euro stanziati per curare i bimbi dell’Ilva

L’emendamento che stanziava 50 milioni di euro in deroga alla spesa sanitaria, ritenuto prioritario dal Governo Renzi, è sparito dalla Commissione bilancio della Camera durante la scorsa notte. Il presidente Boccia è furioso: “Ne chiederò conto è non farò sconti a nessuno”.
A cura di Charlotte Matteini
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I cinquanta milioni di euro che erano stati messi a disposizione per affrontare l'emergenza sanitaria causata dalle emissioni dell'acciaieria Ilva di Taranto sono letteralmente spariti dalla manovra di bilancio. Volatilizzati, così, improvvisamente, senza alcuna ragione. I fondi erano stati inizialmente stanziati per finanziare le cure ai bambini residenti nei quartieri tarantini di Tamburi e Paolo VI, proprio a ridosso della fabbrica, dove i dati epidemiologici segnalano un aumento del tasso di mortalità e delle patologie respiratorie infantili. Il Governo si era non solo detto disponibile a provvedere a uno stanziamento, ma aveva anche sostenuto che quella spesa aveva carattere prioritario. Eppure, nonostante le promesse, l'emendamento è sparito durante la notte. Il presidente della Commissione bilancio della Camera, Francesco Boccia, del Partito Democratico, è furioso, ma interpellato sulla questione ha dichiarato di non essere a conoscenza della dinamica dei fatti: "Senza alcuna spiegazione, per quella spesa che avevamo concordato di mettere tra le priorità non c’era più il via libera di Palazzo Chigi. Ne chiederò conto è non farò sconti a nessuno", ha spiegato.

La norma introdotta nella manovra di bilancio che il parlamento si appresta a varare era stata accolta con grande plauso dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. "Eravamo d’accordo che tra le spese più importanti, oltre al centro meteo di Bologna o alla coppa del mondo di sci, ci fosse questa. L’impegno era stato sbandierato, soprattutto dal sottosegretario Claudio De Vincenti, e poi dal ministro Lorenzin. Non c’è’ tarantino che non lo sapesse", ha proseguito Boccia, cercando di spiegare per quale motivo questa inconsueta sparizione abbia scatenato un vero e proprio terremoto politico. "Avevo preparato io stesso l’emendamento. Non mi è stato detto perché non era stato inserito. L’unica risposta che ho avuto è che non era stato autorizzato da Palazzo Chigi", ha concluso.

Il Partito Democratico pugliese è sul piede di guerra e non si rassegna: "È sconcertante la bocciatura dell’emendamento per affrontare le criticità dell’apparato sanitario di Taranto. Si erano espressi a favore le comunità locali, consiglio regionale nella sua interezza, tutti i parlamentari della Puglia, il sottosegretario Vito De Filippo e soprattutto il ministro Lorenzin", ha spiegato il segretario regionale del Pd Marco Lacarra, annunciando proteste in sede istituzionale.

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