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Dal Senato via libera all’elezione diretta del Presidente della Repubblica

Continua a reggere l’asse Pdl – Lega nella discussione sulle riforme costituzionali: approvato un pacchetto di emendamenti che dà il via libera a semi – presidenzialismo ed elezione diretta del Presidente della Repubblica.
A cura di Redazione
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Semipresidenzialismo-senato

In poco più di mezz'ora, con un vero e proprio blitz di Popolo della Libertà e Lega Nord, l'Aula del Senato ha approvato un pacchetto di emendamenti che modifica in maniera sostanziale l'architettura costituzionale dello Stato. In particolare, nell'ambito della discussione sulle "Modifiche agli articoli 55 e 57 e abrogazione dell'articolo 58 della Costituzione in materia di composizione del Senato della Repubblica e di elettorato attivo e passivo", sono passati gli emendamenti che introducono il semi presidenzialismo e l'elezione diretta del Presidente della Repubblica. Determinanti, appunto, i voti di Popolo della Libertà, Lega Nord e dei senatori del gruppo Coesione Nazionale, mentre Unione di Centro e Alleanza per l'Italia hanno votato contro e i senatori del Partito Democratico e dell'Italia dei valori sono usciti dall'Aula per protestare contro quella che è ritenuta una vera e propria prova di forza non necessaria. Più che nel merito (dove comunque permangono divergenze sostanziali tra due visioni contrapposte) è nel metodo e sul tempismo dell'iniziativa parlamentare che sorgono le maggiori contestazioni, come confermato dal capogruppo del Partito Democratico Anna Finocchiaro con una nota:

"E' intollerabile che il Senato venga impegnato in una discussione, quella sulle riforme costituzionali, che serve a Pdl e Lega solo per fare propaganda. Mentre per la spending review, provvedimento importantissimo per il rilancio dell'economia del Paese, resteranno le briciole di tempo tra una seduta d'aula e l'altra. Chiediamo quindi la convocazione della conferenza dei capigruppo per interrompere questa discussione farsa e lasciare tempi più ampi alla spending review"

Nello specifico si tratta di norme che comunque dovranno passare nuovamente all'esame della Camera dei Deputati. L'introduzione del semi presidenzialismo comporta dunque la riscrittura dell'articolo 72 con l'abolizione del  "bicameralismo perfetto, limitando i casi in cuila funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere", mentre uno degli emendamenti approvati recita: "Il presidente della Repubblica è il capo dello Stato e presiede il Consiglio dei ministri, salvo delega al primo ministro […]  Il capo dello Stato conserva il potere di nomina del primo ministro che propone la nomina e la revoca dei ministri". Inoltre, il Capo dello Stato viene "eletto a suffragio universale e diretto" e resta in carica per 5 anni. Ovviamente non è affatto scontato il passaggio "indenne all'esame della Camera dei Deputati (dove Lega e Pdl non dovrebbero avere la maggioranza dei voti) ed in ogni caso, una riforma non approvata a maggioranza qualificata, cioè coi due terzi dei voti parlamentari, può essere sottoposta a referendum confermativo. Insomma, per ora si tratta davvero di un blitz che rischia di non essere altro che uno spot pre – elettorale.

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