Dal salario minimo alla mensilità in più: le proposte dei partiti per aumentare gli stipendi
Negli ultimi trent'anni in Italia gli stipendi non sono cresciuti, come accaduto invece in altri Paesi europei. E ora, con l'inflazione e il caro vita, il tema dei salari troppo bassi e del lavoro povero torna a farsi preponderante. Specialmente in campagna elettorale, con i partiti che propongono diverse ricette per aumentare i soldi in busta paga agli italiani. Dal salario minimo al taglio del cuneo fiscale, passando per la mensilità in più: ecco a confronto tutte le proposte dei partiti per alzare gli stipendi.
Salario minimo
Il salario minimo è una delle proposte cavallo di battaglia del Movimento Cinque Stelle, su cui anche il Partito democratico e l'alleanza di Sinistra e Verdi si sono detti d'accordo. "Una soglia minima di salario sicuro sarebbe necessaria laddove avanza il lavoro povero: nei servizi, al Sud e nelle piccole imprese. Il lavoro povero è una realtà drammatica in Italia, siamo al 12-13%, una percentuale destinata a crescere con l'inflazione. E un lavoro precario significa salari bassi oggi e pensioni basse domani", ha commentato il ministro del Lavoro uscente, Andrea Orlando. In Parlamento era stata presentata anche una proposta di legge che fissava la soglia minima di stipendio a 9 euro l'ora. E se la direttiva dell'Unione europea verrà approvata definitivamente a settembre, spetterà al nuovo governo trovare il modo di recepirla.
Anche Azione e Italia Viva si sono dette a favore del salario minimo e hanno chiesto che sia una commissione di esperti a determinare a quanto questo dovrebbe ammontare. Sul salario minimo si è invece espressa in modo contrario Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, che lo ha definito uno "specchietto per le allodole". Per poi spiegare: "La gran parte di chi ha un contratto dipendente oggi in Italia ha già un salario minimo. I salari in Italia sono ridicoli perché la tassazione è al 47,5%. Se vuoi alzare i salari devi abbassare le tasse sul lavoro".
Taglio del cuneo fiscale
Arriviamo così alla proposta del taglio del cuneo fiscale, sostenuta da più parti. Il centrodestra inserisce l'abbassamento del costo del lavoro tra i punti principali del suo programma, sottolineando come al momento questo pesi tanto sulle imprese quanto sui lavoratori, che alla fine si trovano meno soldi in busta paga. "Se non tagli le tasse alle imprese non ce n'è per nessuno", ha commentato Matteo Salvini, anche lui contrario al salario minimo. Insomma, se si vogliono alzare gli stipendi per il centrodestra è fondamentale tagliare il cuneo fiscale, in modo da defiscalizzare gli aumenti (ma anche i premi) e fare in modo che le aziende se li possano permettere. Soprattutto Lega e Forza Italia in questo senso parlano anche della flat tax ai lavoratori dipendenti.
A favore degli sgravi fiscali alle imprese pure Matteo Renzi e Carlo Calenda. Anche i democratici sono a favore della riduzione del cuneo fiscale, ma sottolineano che lo sconto deve essere a favore dei lavoratori, più che delle imprese. L'obiettivo è ridurre la differenza tra il costo lordo del lavoro e quanto il dipendente si trova a fine mese in busta paga.
Una mensilità in più ai lavoratori dipendenti
Il Partito democratico, durante questa campagna elettorale, ha anche lanciato un'altra proposta: quella di riconoscere ai lavoratori una mensilità in più di stipendio. Non si tratta propriamente di come aumentare il netto a fine mese, quindi, ma di assicurare una busta paga in più all'anno per far fronte al caro vita. La misura va di pari passo con il taglio del cuneo fiscale, in quanto le risorse per finanziarla arriverebbero proprio dall'abbassamento della tassazione sul costo del lavoro.
Incentivi alle imprese che assumono di più
Oltre alla riduzione delle imposte che pesano sulle retribuzioni, il centrodestra (in particolare Fratelli d'Italia) ha proposto anche incentivi per le aziende che assumono di più. "Lo Stato non crea ricchezza e posti di lavoro, in quanto sono le imprese e i lavoratori a farlo", ha detto Meloni. Il taglio delle tasse sul lavoro, secondo il suo partito, deve riguardare soprattutto a quelle imprese che assumono giovani e donne.
Diminuire l'orario di lavoro a pari stipendio
Infine, un'ultima proposta del M5s sostenuta anche dalla Sinistra: quella di diminuire l'orario di lavoro a parità di stipendio. In tal modo, quindi, la paga oraria si vedrebbe automaticamente aumentare. "Possiamo partire da quattro ore di riduzione sulle 40 settimanali. Ne discuteremo, non va fatto contro le imprese, ma tutti gli studi in materia dimostrano che non è vero che più si lavora e più si è produttivi, oltre una certa soglia la produttività non migliora affatto, anzi", ha spiegato Conte.