Dal bonus pistola al filo spinato per i migranti, le gaffe e le polemiche di Buonanno
Gianluca Buonanno, sindaco di Borgosesia ed europarlamentare della Lega Nord, è morto oggi in un incidente stradale all’età di 50 anni. Personaggio controverso e molto discusso, Buonanno si è reso protagonista di polemiche e discussioni furiose, che hanno fato molto discutere l’opinione pubblica e hanno spesso avuto dei risvolti giudiziari.
“Sono stato bocciato due volte non a scuola guida proprio a scuola. Ma la colpa non era mia, è che avevo tutti i professori comunisti. Perché nelle scuole è pieno di professori comunisti!”. Così parlava Buonanno nell’Aula della Camera dei deputati nel 2011, in piena crisi di Governo e di fronte a uno stranito Gianfranco Fini, per poi rincarare la dose: “Per i sindacalisti comunisti ci vorrebbe il lanciafiamme”.
Le cose non cambiano con la nuova legislatura, dove Buonanno viene riconfermato nel 2013 (resterà a Montecitorio fino alle Elezioni Europee del 2014, quando sarà il secondo fra i più votati nel Nord Ovest). Il bersaglio della sua prima dichiarazione sono i neo eletti parlamentari del Movimento 5 Stelle, cui il leghista non le manda a dire: “Mi divertirò a prenderli a calci nel culo”.
Poi tocca ai parlamentari di Sel: “Visto che tanto pensano solo ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, alle adozioni da parte di persone dello stesso sesso, allora questi comunisti di ‘Sinistra e libertà cambino nome e si chiamino, invece, ‘Sodomia e libertà’”.
Nemmeno il tempo di metabolizzare lo scontro con il vicepresidente della Camera Di Maio ed ecco la nuova polemica, questa volta per le sue dichiarazioni sul Mezzogiorno: “Penso che Garibaldi ha unito l'Italia, ma ha diviso l'Africa: ci sono posti del nostro paese che ricordano l'Africa, dove la mentalità e l'economia non coincidono con la velocità e la produttività del nord”.
Il primo aprile del 2014, poi, Buonanno si presenta con una spigola nell’Aula della Camera e la agita all’indirizzo della Bordini: espulso, sarà poi multato di 2605 euro. Qualche settimana dopo arriva anche la condanna per la sua campagna anti-burqa: il giudice lo condanna a pubblicare la sentenza su Facebook.
Pochi giorni dopo la lite nello studio di Piazzapulita con una esponente della comunità rom: Buonanno definisce l’etnia rom come “la feccia della società” e scatena un putiferio. Per questo episodio, l’europarlamentare sarà condannato per molestie.
Da parlamentare europeo si rende protagonista di numerosi fuori – programma a Strasburgo, rimediando espulsioni e reprimende da parte della Presidenza della plenaria. Il 9 marzo del 2015 va in Libia e si fa fotografare con un kalashnikov.
Nei mesi successivi è ancora “protagonista”: lancia l’idea del filo spinato elettrificato per difendere Borgosesia dai migranti e va in tv a mostrare un'arma per lanciare il suo bonus pistola.