Da Tremonti a La Russa e Santanché: così Giorgia Meloni “ricicla” gli immortali della politica
Lunedì 10 ottobre Giorgia Meloni ha riunito alla Camera la nutrita truppa dei parlamentari di Fratelli d'Italia (119 deputati e 65 senatori), per suonare la carica, in vista dell'avvio della nuova legislatura e dell'imminente varo del governo. Per gli addetti a lavori, è stata la prima occasione di conoscere dal vivo molti dei neoeletti, di quello che sarà il primo gruppo in tutti e due i rami del Parlamento. Molte facce nuove, soprattutto amministratori locali, promossi con un ruolo a Roma. Ma accanto a loro, i cronisti hanno visto affacciarsi anche tanti politici, che da decenni sono abituati a frequentare le aule parlamentari.
Il nome più noto – tra quelli che il successo di Meloni ha trascinato di nuovo in Parlamento – è senza dubbio Giulio Tremonti. Eletto per la prima volta nel 1994, quella che inizia è per lui la settima legislatura. Ma soprattutto, Tremonti è ricordato come l'onnipresente ministro dell'Economia dei governi Berlusconi. Un incarico che ha ricoperto per quattro volte, fino al 2011, con la brusca fine dell'ultimo governo del Cavaliere, dopo la "guerra dello spread", di cui Tremonti fu uno dei principali protagonisti. E se sembra tramontata l'ipotesi che possa tornare a via XX Settembre, senza dubbio l'ex ministro sarà uno dei principali consiglieri economici della leader nei prossimi mesi.
Un amarcord del governo Berlusconi
D'altra parte, l'elenco degli eletti di Fdi che hanno fatto parte del quarto e ultimo governo Berlusconi è abbastanza impressionante. A cominciare ovviamente dalla stessa Meloni, che in quell'esecutivo è stata ministro per le Politiche Giovanili. E continuando con quello che oggi è uno dei fedelissimi della premier in pectore, ovvero Ignazio La Russa, ministro della Difesa dal 2008 al 2011. Non è un mistero che oggi La Russa punti alla poltrona di presidente del Senato. Sarebbe il coronamento di una carriera parlamentare iniziata nel 1992, quando l'allora esponente del Msi mise per la prima volta piede in Parlamento.
Noto è anche il percorso di Daniela Santanché, ex passionaria del berlusconismo e sottosegretaria nel governo Berlusconi IV, ormai da qualche anno convertita alla causa meloniana. Stesso discorso per Raffaele Fitto, che è stato ministro per gli Affari Regionali dieci anni fa, nell'ultimo governo a trazione Forza Italia. La sua carriera politica è iniziata ad appena vent'anni, come consigliere regionale della Dc in Puglia. Della Regione, Fitto è stato anche presidente a inizio anni 2000, mentre altre due volte, nel 2005 e nel 2020, si è candidato, uscendo però sconfitto, nella corsa a governatore. Nel mezzo, l'ex ragazzo prodigio democristiano ha collezionato anche tre incarichi da europarlamentare, esperienza che oggi gli torna buona, per aspirare al ruolo di ministro degli Affari Europei nel prossimo governo.
Gli ex finiani e i Democristiani per Giorgia
C'è poi chi l'esperienza dell'ultimo governo Berlusconi, l'ha iniziata, ma non l'ha finita, perché nel 2010 lasciò l'esecutivo per seguire Gianfranco Fini, nella poco fortunata avventura della scissione dal Pdl e della fondazione di Futuro e Libertà. Si tratta di Adolfo Urso e di Roberto Menia, entrambi pronti a una nuova corsa da onorevoli, nonostante le scarse simpatie, che oggi il nome di Fini suscita nel mondo della destra. Il primo inizia la sua settima legislatura, è presidente uscente del Copasir e ora si prepara a diventare, forse, ministro della Difesa del governo Meloni. Il secondo invece torna in Parlamento, dopo dieci anni di pausa. La prima volta è stato eletto nel 1994.
Ancora più curioso il caso di Gianfranco Rotondi, che ha portato in dote a Meloni il simbolo della Democrazia Cristiana. Rotondi ha abbracciato lo Scudo Crociato nel lontano 1979 e non lo ha mai abbandonato, tanto che il 25 settembre è stato sì eletto dentro le liste di Fdi, ma come indipendente. Rotondi è stato eletto per la prima volta nel 1994, con il Partito Popolare Italiano e prima di consegnare il vessillo di ciò che resta della Dc, nelle mani di Meloni, ha marciato per anni nella fila di Forza Italia. Anche lui, stava nella foto di gruppo del governo Berlusconi, varato nel 2008, come ministro per l'attuazione del programma.
Berlusconiani e missini
Anche Marcello Pera è stato folgorato sulla via di Giorgia, dopo gli anni di militanza in Forza Italia. Ex presidente del Senato dal 2001 al 2006, dopo l'abbandono di Fi, Pera è stato un supporter di Matteo Renzi ai tempi del referendum costituzionale del 2016. E poi di Matteo Matteo Salvini, al cui orecchio ha sussurrato negli ultimi anni, prima di trovare di nuovo spazio in Parlamento (e magari al governo, come ministro per le Riforme), nel gruppo di Fratelli d'Italia. Lucio Malan invece può vantare il primato, di essere transitato in tutti e tre i principali partiti del centrodestra attuale. Entrato in parlamento nel 1994, con la Lega, ha poi fatto il parlamentare per altre cinque legislature, con Forza Italia. A metà dell'ultima, però, ha lasciato Fi per aderire a Fratelli d'Italia. Una scelta vincente visto che ora torna per la settima volta in Parlamento, con la maglia di Fdi.
Tra i nuovi "vecchi" di Fratelli d'Italia, ci sono poi esponenti della vecchia guardia della Destra Sociale Italiana, nomi come Edmondo Cirielli e Andrea Augello E lo storico esponente del Msi milanese Riccardo De Corato, che torna nelle aule, dove si era seduto per la prima volta nel 1994, prima di essere destinato, per diversi anni, a ruoli di vertice al Comune di Milano e alla Regione Lombardia. Qui si è guadagnato la fama di "sceriffo", per le sue posizioni estreme su temi come immigrazione e sicurezza.
Dalla tradizione missina arriva anche il personaggio, con cui chiudiamo la nostra carrellata. Si tratta di Alessio Butti e la sua particolarità è di essere sconosciuto o quasi, anche agli osservatori più attenti delle cose della politica. Una vera e propria abilità nel navigare sotto traccia, se si pensa che insieme a La Russa, è il parlamentare che vanta la più elevata anzianità di servizio. Il suo esordio in aula, infatti, risale al lontanissimo 1992.