Da Sgarbi a Donzelli, il ministro Crosetto attaccato dal centrodestra dopo il caso Vannacci
Il caso Vannacci continua a far discutere, soprattutto nel centrodestra diviso sulla posizione assunta dal ministro della Difesa, Guido Crosetto. Il fondatore di Fratelli d'Italia si è trovato, nelle ultime ore, a rispondere alle polemiche interne al centrodestra per aver sollecitato l'avvio di una indagine disciplinare nei confronti del generale destituito. Già nelle scorse ore il ministro ha detto di essere rimasto sorpreso da chi "si dice di destra e non ha senso dello Stato", poi ha aggiunto di essere diverso da coloro che lo attaccano, sia da un lato che dall'altro. Anche perché l'opposizione è stata dura nei confronti del generale e di Crosetto.
"Se il generale avesse scritto un libro sostenendo tesi opposte a quelle che sostiene in questo, io mi sarei comportato esattamente allo stesso modo, da ministro – ha detto ieri Crosetto – Chi mi attacca, da una parte o dall'altra, si sarebbe comportato all'opposto. Siamo molto diversi". Tra chi non ha gradito l'operato del ministro, pur evitando di dirlo esplicitamente, c'è Giovanni Donzelli, che in questo caso rappresenta la voce di Fratelli d'Italia: "In un mondo libero si scrive ciò che si pensa, il Pd cosa vuole ancora, la lapidazione o il gulag?", ha detto ieri il deputato meloniano, attaccando i dem.
Le critiche sono arrivate anche dal sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, che ieri sera ha commentato: "C'è una morale che prevale sulle opinioni che uno può avere, anche sbagliate – ha detto l'esponente del governo Meloni – Ho parlato a lungo con il ministro Crosetto. C'è stato un equivoco, nel senso che, secondo me, il ministro non ha letto subito il libro". Poi ha aggiunto: "Il provvedimento disciplinare secondo me non è stato giusto. Ma sembra che sia stato un percorso perverso per cui mettendosi così chiaramente contro di lui, Crosetto ha limitato i danni dell'azione che poteva venire dalla gerarchia militare. Il male minore, io l'ho mezzo interpretato così". Da destra arriva anche un attacco più diretto, da parte dell'ex ministro Gianni Alemanno, secondo cui Crosetto ha fatto due errori: "Piegare la testa al politicamente corretto e offendere uno dei migliori ufficiali dell'esercito".