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Guerra in Ucraina

Da Salvini a Di Battista, tutti contro l’intervento di Zelensky al Festival di Sanremo

Grillo, Salvini e Di Battista, ma anche Calenda e Conte, prendono posizione contro la partecipazione del presidente ucraino Zelensky al Festival di Sanremo.
A cura di Annalisa Cangemi
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Tutti contro la partecipazione del presidente ucraino Zelensky al Festival di Sanremo, che andrà in onda dal 7 all'11 febbraio. Da Salvini a Di Battista, sono in tanti i politici che hanno criticato la scelta di dare spazio al presidente ucraino, che interverrà nel corso della serata finale con un collegamento video registrato.

Da Grillo a Salvini: "Zelensky attore di cabaret", "Sanremo sia riservato alla musica"

Polemiche che arrivano il giorno dopo le critiche per il blog di Beppe Grillo, in cui l'ex comico ha pubblicato un intervento del diplomatico Torquato Cardilli, ex ambasciatore in Albania, Tanzania, Arabia Saudita ed Angola, dal titolo ‘Dalle bombe alle canzoni. Anche il dolore fa spettacolo'. "Possibile che i governi e i Parlamenti occidentali votino per la continuazione della guerra facendo passare l'idea che con quel voto rendono più vicina la pace?", scriveva Cardilli.

"Dimentico dei sacrifici del popolo ucraino, da consumato attore di cabaret – lamentava poi -, Zelensky ha da ultimo partecipato in video alla serata di gala di Los Angeles per il Grammy Awards 2022, al convegno di Davos a cui ha inviato la sua first lady per perorare aiuto dalla crema finanziaria e speculatrice mondiale ed ha chiesto di apparire sul palcoscenico dell'Ariston, durante il festival di Sanremo, grazie alla mediazione con Amadeus condotta da Vespa che lo ha intervistato. Puro spettacolo!".

"Speriamo che Sanremo rimanga il festival della canzone italiana e non altro", ha dichiarato ieri il vicepremier Matteo Salvini, esprimendo scetticismo per l'ospitata. "Avranno fatto le loro valutazioni, quello che spero è che la guerra finisca il prima possibile e che il palcoscenico della città dei fiori rimanga riservato alla musica", ha aggiunto, sottolineando che se guarderà il Festival, "sarà per ascoltare le canzoni e non per ascoltare altro".
A replicare al ministro leghista è l'ex deputato dem Filippo Sensi: "Un ministro della Repubblica che ironizza su Zelensky a Sanremo nelle ore in cui l'Ucraina piange le vittime dei missili russi".

Alessandro Di Battista: "Allora parliamo anche di Palestina"

Ma il ministro dei Trasporti non è il solo a sollevare dubbi sull'opportunità di ospitare Zelensky sul palco dell'Ariston. Ha preso posizione anche l'ex pentastellato Alessandro Di Battista, sempre molto critico sul sostegno dell'Occidente e della Nato all'Ucraina. La decisione di mandare in onda durante la serata conclusiva del festival di Sanremo il video di Zelensky è per Di Battista una "ridicola buffonata".

L'ex 5 Stelle ha firmato la petizione condivisa da un gruppo di intellettuali in cui si critica la decisione di invitare Zelensky ma, conversando con l'Ansa, ha spiegato di non essere intenzionato a partecipare alla protesta in piazza indetta proprio a Sanremo per l'11 febbraio: "Sostengo la petizione ma non parteciperò alla manifestazione". Piuttosto, ha detto, "se stabiliamo che si inizia a rendere una manifestazione canora un luogo di dibattito di questioni politiche, allora che si parli anche di quello che sta avvenendo in Palestina".

"L'Europa al posto di ragionare ha spento il cervello. E gran parte dell'informazione le va dietro", ha detto ancora l'ex deputato su Facebook. "Ogni armamento avrebbe dovuto cambiare le sorti della guerra. Dovremmo parlare ogni istante di tutto questo. Ma in Italia nelle prossime settimane si parlerà soprattutto di Zelensky a Sanremo… a Sanremo…". E ancora "A proposito di Sanremo, attendo con ansia che almeno una volta si citi quel che sta avvenendo in Palestina. Soltanto ieri, nel campo di Jenin, dove venne assassinata la giornalista Shireen Abu Akleh, un territorio dove le truppe israeliane neppure dovrebbero esserci, sono stati uccisi 8 palestinesi. Come sempre da parte del mainstream silenzio assoluto…".

Conte e Calenda d'accordo: "Sanremo è un evento leggero"

Giuseppe Conte, attuale presidente del Movimento 5 stelle, ha dichiarato: "Non credo sia così necessario avere Zelensky in un contesto così leggero come quello di Sanremo". E anche Carlo Calenda, leader di Azione, si è espresso su Twitter: "Ci sono pochi dubbi sulla nostra linea di sostegno all’Ucraina. Ritengo tuttavia un errore combinare un evento musicale con il messaggio del Presidente di un paese in guerra".

Contrario anche il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri di Forza Italia: "Trovo sorprendente l'accostamento tra i balletti e le canzoni di Sanremo con l'aggressione all'Ucraina", ha detto ieri a ‘Radio Radicale'. "Ho un grande rispetto per il popolo ucraino, dalla cui parte io e tanti altri esponenti politici restiamo accanto senza alcuna esitazione. Su questo Paese aggredito e bombardato dalla Russia non devono esserci dubbi. Anche per il Festival di Sanremo ho un grande rispetto".

"Nel passato anche Gorbaciov e qualche altro esponente politico ha calcato questo palco, ma sinceramente mischiare la tragedia del popolo ucraino con il televoto delle canzoni non mi pare un accostamento opportuno. Viviamo in un frullatore mediatico dove si può passare da un balletto a una canzonetta e poi denunciare l'aggressione all'Ucraina. Trovo questo accostamento sorprendente", ha aggiunto.

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