Da Quota 103 ai bonus, dal cuneo fiscale alla sanità: i veri costi della manovra del governo Meloni
L'approvazione della Manovra 2024 "si colloca in uno scenario macroeconomico di incertezza che risente del rallentamento del quadro economico registrato negli ultimi mesi dell'anno e del deterioramento delle prospettive di crescita a livello globale, determinate anche dalle tensioni geopolitiche oltreché da una dinamica dei prezzi ancora sostenuta che incide sensibilmente sul potere di acquisto delle famiglie e sulla competitività delle imprese". È quanto si legge nella relazione illustrativa alla legge di Bilancio, pubblicata sul sito del Senato. Nel testo si specifica come l'obiettivo del governo Meloni sia da un lato quello di "fornire il sostegno necessario all'economia nell'immediato attraverso misure mirate", ma dall'altro anche quello di "assicurare il rientro del deficit al di sotto della soglia del 3% del Pil", con una contestuale "percorso di riduzione graduale e duratura del rapporto debito/Pil".
Per quanto riguarda la suddivisione delle risorse disponibili, dalla relazione emerge immediatamente come la voce di spesa principale sia quella che riguarda il rinnovo del taglio del cuneo fiscale. Ma non solo: "I principali interventi previsti nell'ambito della manovra di finanza pubblica sono diretti in larga misura alla riduzione della pressione fiscale e al sostegno dei reddito medio-bassi dei lavoratori dipendenti – si legge, ma anche – ad interventi in favore delle famiglie numerose e del sostegno alla genitorialità, al rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, al rifinanziamento del servizio sanitario nazionale e al potenziamento degli investimenti pubblici e privati".
Nel biennio 2024-2025 vengono stanziati 11 miliardi di euro, precisa sempre la relazione illustrativa, per la riduzione dei contributi previdenziali a carico dei dipendenti. Per quanto riguarda le risorse alle famiglie si prevedono finanziamenti per la copertura delle rette degli asili nido nella misura di circa 0,24 miliardi nel 2024, 0,25 miliardi nel 2025 e 0,3 miliardi dal 2026. Le risorse dedicate all'azzeramento dei contributi per le lavoratrici con tre o più figli sono pari a 057 miliari per il prossimo anno e 0,2 miliardi tra il 2025 e il 2026. Per i congedi parentali, invece, sono stanziati 0,14 miliardi di euro per il 2024 e 0,2 miliardi dal 2025.
Per il servizio sanitario nazionale ci sono 3 miliardi di euro per il prossimo anno, una cifra che crescerà fino a 4 miliardi nel 2025 e 4,2 miliardi nel 2026. Parte di queste risorse, si legge nella relazione, saranno destinate al rinnovo dei contratti del personale sanitario e all'abbattimento delle liste di attesa.
In tema di pensioni la relazione del governo stabilisce che vengano stanziati, per il 2024, 0,1 miliardi per l'Ape sociale e per Opzione donna. Per Quota 103, invece, il prossimo anno saranno disponibili 0,15 miliardi.
In generale, per il rinnovo dei contratti pubblici il governo mette a disposizione 3 miliardi nel 2024. Altri 0,2 miliardi andranno per il bonus sociale elettrico, mentre 0,6 miliardi saranno stanziati per il rifinanziamento della "carta dedicata", che consente l'acquisto di beni di prima necessità a coloro che hanno redditi bassi. E ancora, 0,2 miliardi serviranno per sostenere il fondo per la prima casa – destinato ad assicurare le garanzie dello Stato sui mutui – e 1,8 miliardi nel 2024 saranno stanziati come credito di imposta per le imprese nel Mezzogiorno.
Per quanto riguarda gli investimenti pubblici, l'intervento più rilevante che viene sottolineato nella relazione illustrativa è quello che riguarda la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Tra il 2024 e il 2032 andranno accantonati per questo obiettivo 11,6 miliardi di euro. Infine, nel 2024 1,5 miliardi dovranno essere spesi per rifinanziare il fondo per le missioni internazionali.