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Da Prodi un altro schiaffo al Pd: “Non voterò alle primarie e non rinnoverò la tessera”

L’ex Presidente del Consiglio, nonché candidato alla Presidenza della Repubblica, ribadisce il suo ritiro dalla politica e spiega: “Sono coerente, non voterò alle primarie del pd”.
A cura di Redazione
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Che la questione dei 101 parlamentari che scelsero di non votarlo alle elezioni per la Presidenza della Repubblica bruci ancora è certamente vero. Ma a pesare sulla decisione di Romano Prodi di non votare alle primarie del Partito Democratico dell'otto novembre è probabilmente anche il clima che si sta creando intorno alla competizione elettorale. Tra polemiche, sospensioni del tesseramento, ritardi, accuse e frecciatine, la resa dei conti in casa democratica ha sempre meno il sapore della ricostruzione. E quello del Professore potrebbe rivelarsi uno schiaffo con gravi ripercussioni.

Prodi infatti, nel corso di una intervista a TeleReggio, ha ammesso di non essersi recato al proprio circolo a ritirare la nuova tessera del Pd, spiegando: "Non voterò alle primarie: non per polemica, ma ho deciso di ritirarmi dalla vita politica. Non sono un uomo qualunque, se voto alle primarie devo dire per chi, come e in che modo". Certo, il commiato è agrodolce: "mi auguro che in tanti vadano a votare, però io credo che sia un bene ormai, avendo fatto un passo indietro, che mi mantenga nella mia coerente posizione". Ma lo strappo è chiaro ed evidente, come testimoniano anche le reazioni dei candidati.

Se da Renzi non arrivano commenti diretti, perplesso è Cuperlo: "Una decisione che mi dispiace ma che rispetto. Sta a noi convincere, con le nostre azioni e il nostro comportamento, una personalità come Romano Prodi, a cui dobbiamo l’investimento sul progetto del Pd". Durissimo invece Civati sul suo blog: "Le primarie del Pd saranno più povere: per la prima volta non ci sarà Romano Prodi, che aveva vinto la loro prima edizione. Aveva fondato l’Ulivo e il Pd stesso. Aveva rappresentato l’Italia in Europa. Aveva vinto due volte ed era stato colpevolmente mandato a casa dagli strateghi della sinistra e del centro. Il problema di Prodi e la sua disaffezione non hanno un valore personale, rappresentano un fatto politico clamoroso, una questione monumentale, che riguarda sia la credibilità che la direzione politica del nostro partito. E non riguardano solo Prodi ma milioni di elettori".

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