Da Draghi a Le Pen, Meloni vuole cambiare l’Europa ma non dice con chi lo farà
Fratelli d'Italia ha chiuso la campagna elettorale per le elezioni europee con una manifestazione in piazza del Popolo a Roma. Lo slogan scelto dal partito della premier Meloni è "Con Giorgia l'Italia cambia l'Europa". Il partito della premier però deve stare in equilibrio tra gli attacchi alla nomenklatura europea e il fatto che già da quasi due anni ormai il governo di centrodestra sieda ai tavoli delle riunioni di capi di governo e ministri Ue. C'è poi il tema delle alleanze nella prossima legislatura europea: a parte il netto rifiuto a stringere accordi con i socialisti (che pure potrebbero essere necessari per ottenere la maggioranza) non è ancora chiaro con chi Meloni e i suoi intendano allearsi per provare a guidare l'Unione e scegliere le sue figure di vertice.
"Noi vogliamo fare a Bruxelles quello ce abbiamo fatto in Italia un anno e mezzo fa", ha dichiarato la premier intervenuta dal palco. "Costruire un centro destra in Europa e mandare definitivamente le sinistre rosse, verdi e gialle che tanti danni hanno fatto al nostro continente in tutti questi anni. E siamo i più indicati per poterlo fare perché con la sinistra non abbiamo mai governato e mai governeremo neanche in Europa".
Le fa eco ai nostri microfoni Nicola Procaccini. "Noi siamo assolutamente chiari, stiamo con il centrodestra punto", dice il presidente dei Conservatori europei che non chiude all'ipotesi di una convergenza con Identità e Democrazia, la famiglia dell'estrema destra in Ue. "Le Pen? Assolutamente sì, ma anche parte di Renew, come è già accaduto negli ultimi mesi. C'è già una maggioranza che va da buona parte di Renew Europe a Id che si è imposta nelle ultime votazioni. Non esiste una maggioranza unica. Per ogni voto c'è una maggioranza diversa. Quello per la Commissione è un voto politico tant'è vero che Viktor Orbàn ha votato per la von der Leyen, così come i polacchi di Morawiecki".
Ma su una cosa l'eurodeputato meloniano è sicuro: "No Fratelli d'Italia non voterà per la Von der Leyen. Continuate a voler dire questa cosa ma non sarà così". E sull'ipotesi di Mario Draghi alla guida della Commissione Ue, secondo Procaccini l'ex presidente della Bce "non ce l'avrà. Ci può essere una possibilità al Consiglio europeo ma su un ruolo come quello di presidente della Commissione, credo che sarà indicato dal Ppe. Perché il Partito popolar non dovrebbe mettere uno suo e dovrebbe mettere Draghi?".
Sul toto alleanze anche Tommaso Foti è dello stesso avviso."Lo abbiamo detto fin dall'inizio, mai con i socialisti." Che però potrebbero essere decisivi per avere la maggioranza in Ue. Ma al capogruppo di FdI alla Camera non spaventa l'eventualità di finire all'opposizione a Bruxelles. "Così come in Italia, vedi il governo Draghi, a noi l'opposizione non ci fa paura non ci fa paura neanche in Europa". Il fatto di dire no o sì dipende anche da che tipo di atteggiamento assume una persona. Riteniamo che l'Europa debba essere governata nel senso della libertà, di avere meno burocrazia, di avere un ruolo centrale per quanto riguarda la politica Estera e di difesa. Vediamo se su questo vi è una maggioranza di centrodestra in Europa." Di fronte a una possibile apertura a Renew e a Emmanuel Macron, negata con forza dall'alleato di governo e leader del Carroccio Matteo Salvini, Foti dice: "Macron ha indubbiamente un ruolo politico importante in questo momento in Francia ed è ovviamene un interlocutore dell'Italia la pari di tuti gli altri presidenti del Consiglio. Dopodiché sono convinto che alcune sue posizioni saranno pesantemente bocciate dai francesi".
Per il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, invece, l'Europa diventa "caricaturale per i cittadini quando non risponde ai presupposti su cui è nata. L'Italia rafforza l'Ue con il contributo che sta dando e gli viene riconosciuta dai vostri giornali che storicamente non sono vicini né all'area di centro né di destra e che hanno più volte sottolineato in questi diciotto mesi il ruolo di Giorgia Meloni". Il cognato della premier torna poi sul tema dei diritti civili, in particolare sulla polemica nata dopo l'approvazione dell'emendamento che apre le porte dei consultori alle associazioni antiabortiste. "Quali sono i diritti che sono stati sottratti oggi agli italiani? La 194? Noi non solo non la tocchiamo ma ne difendiamo ogni singolo articolo", risponde.
Secondo il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano in Europa, "non esiste un'egemonia culturale. Perché lei sa che attori francesi come Alain Delon, Jean Paul Belomondo e tanti altri si sono sempre dichiarati su posizioni di destra. In Europa non esistono gli steccati, le posizioni pregiudizievoli che ci sono in Italia", dice il ministro. "Noi siamo riusciti a cambiare l'Europa, eccome. Lei dovrebbe sapere che quando si fecero i trattati di Roma, atto fondativo del processo di costruzione dell'Europa, il partito Comunista votò contro. Noi dobbiamo partire dalla storia", conclude.