Sviluppo, difesa e ricerca: che cosa taglieremo per evitare la procedura d’infrazione
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è determinato a dimostrare agli altri Stati membri e alle istituzioni dell'Unione europea che l'Italia sta facendo tutto il necessario per evitare la procedura d'infrazione per disavanzo eccessivo del debito. Anche se nella lettera inviata a Bruxelles ha chiesto che vengano riviste le regole comuni, Conte ha comunque sottolineato che il nostro Paese non intende sottrarsi ai vincoli attualmente in atto. Non solo nella bozza della legge di assestamento al Bilancio, in esame nel Consiglio dei ministri del prossimo mercoledì, si prevedono 3,2 miliardi di maggiori entrate, ma il governo avrebbe anche deciso di tagliare definitivamente quei 2 miliardi che aveva congelato lo scorso dicembre nel tentativo di contenere il deficit. In questo modo l'esecutivo potrebbe contare su un tesoretto da oltre 5 miliardi per rimettere in equilibrio i conti pubblici, le parole di Conte diventerebbero subito più concrete, e la sua lettera acquisterebbe un peso che va oltre la buona volontà delle intenzioni espresse. Ma quali altre conseguenze avrebbe il taglio dei 2 miliardi congelati con la scorsa legge di Bilancio?
Le spese che verranno tagliate
Fra le voci di spesa previste in questi 2 miliardi, che ora andranno ad essere effettivamente tagliate, risaltano subito oltre 600 milioni destinati a competitività e sviluppo delle aziende. Gli imprenditori pagheranno quindi un alto prezzo affinché il governo possa regolare i conti pubblici: nello specifico, in questi fondi erano compresi circa 481 milioni stanziati dal ministero dell'Economia e altri 160 dal ministero per lo Sviluppo economico e che sarebbero dovuti confluire nelle imprese come incentivi di sostegno alla fiscalità. Ci sono poi 100 milioni sottratti all'Università e alla Ricerca, quindi al ministero dell'istruzione, e 1,4 milioni cancellati dalle disponibilità di quello dei Beni culturali. Il ministero del Lavoro perderà invece circa 40 milioni che sarebbero dovuti andare a sostenere le politiche sociali, mentre quello della Salute rimarrà privo di 2 milioni. Altri 40 milioni non arriveranno al ministero degli Esteri e 158 saranno invece eliminati dal budget di quello della Difesa: nella cifra erano anche compresi 35 milioni destinati al corpo dei Carabinieri in materia di sicurezza. Infine, 300 milioni saranno tagliati al trasporto locale. Il taglio definitivo di questi 2 miliardi dovrebbe permettere al deficit di non arrivare al 2,4%. Tuttavia, la strada per convincere l'Ue a non aprire una procedura d'infrazione è ancora lunga.