Da Cgil 3 milioni di firme per referendum abrogativi: “Ripristino art 18 e stop a voucher”
La Cgil ha depositato venerdì 3,3 milioni di firme alla Corte di Cassazione per lanciare tre referendum abrogativi sulle leggi sul lavoro. I quesiti riguardano il ripristino dell'articolo 18, la cancellazione dei voucher – "nuova frontiera del precariato" – e il ritorno della resposablità in solido di appaltatore e appaltante in caso di violazioni nei confronti del lavoratore. Accompagnano una proposta di legge di iniziativa popola chiamata "Carta dei diritti universali del lavoro". La Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi entro settembre sull'ammissibilità dei questiti. Nel caso in cui arrivasse il vial libera, la Cassazione avrà il compito di certificare entro la fine del 2016 le firme e il superamento del quorum – che sembrerebbe più che doppiato, essendo di 500 mila persone. Al termine di questo processo, spetterà al governo stabilire la data per il referendum, che dovrebbe tenersi entro sei mesi.
Secondo la segretaria generale della Cgil si tratta di "un risultato straordinario e importante, che testimonia il consenso" che le proposte del sindacato "incontrano nel Paese". Ora, ha aggiunto, "attendiamo con fiducia che la Corte di Cassazione si pronunci sull’ammissibilità dei nostri quesiti referendari e siamo pronti per la prova del voto, convinti delle nostre ragioni".
Il primo questito proposto dalla Cgil è nella direzione di un sostanziale ripristino dell'articolo 18 e del reintegro in caso di licenziamento illegittimo. Si tratta di aborgare quella norma inserita nel Jobs act che ha liberalizzato i licenziamenti economici. Il secondo riguarda invece i voucher, il cui ambito d'applicazione è stato ampliato fino a raggiungere 115 milioni di tagliandi nel 2015. La Cgil chiede l'abrogazione della norma del Jobs act che regola la retribuzione del lavoro accessorio. L'ultimo questito, infine, prevede che in caso di violazioni nei confronti del lavoratore rispondano sia la stazione appaltante che l'impresa appaltatrice. Si tratta di agire sulla legge Biagi, così come modificata dalla legge Fornero.