Non possiamo che unirci e condividere la disapprovazione per la valanga di insulti, addirittura minacce che si sono scatenate in rete dopo l'annuncio fatto da Giorgia Meloni, durante il Family Day, circa la sua gravidanza. E non possiamo che farle invece i più cari auguri.
La leader di Fratelli d'Italia ha raccontato di sé in un'intervista nella piazza del Family Day, e l'ha poi ribadito in un post sulla sua bacheca. Cioè lo stesso media dove scrive slogan che spesso nascondono diritti negati, anche di bambini. Magari siriani. In un contesto in cui gli slogan erano oscuri. Da "sbagliato è sbagliato" (chi decide cosa è giusto o sbagliato? Solo la religione) a “Renzi ce ne ricorderemo”, una specie di minaccia di cui non si capisce bene il senso.
Cosa voleva quella piazza? Impedire la libertà e la dignità di bambini già nati all'interno di coppie che non sono sposate secondo un modello che loro giudicano giusto. Senza approfondire in questa sede, il messaggio che esalava era: “noi deteniamo una verità che è quella della famiglia come la intendiamo noi, il resto è appunto: sbagliato”.E tra uno slogan e l'altro, in cui si intonava anche una canzone del '43 “Mamma”, nata negli umori, nel vissuto fascista e della retorica sulla madre fattrice di italiani, Giorgia Meloni ha fatto scivolare la notizia della gravidanza. Assai incautamente. Proprio lei che non è neanche sposata. In quel contesto di manifestanti che suggerivano al mondo cosa deve fare e come deve vivere e amare, ispirati da creduloneria religiosa più che dalla logica e dalla realtà: non v'è traccia di niente di quanto evocato dal Family Day né nei Vangeli né nella Bibbia dove anzi la "gestazione per altri" è proprio di Santa Sara che fece partorire il figlio Ismaele dalla schiava Agar. Oltre al fatto, che la "gestazione per altri" la più temuta e evocata dai manifestanti, neanche rientra nel ddl Cirinnà.
Giorgia Meloni, nell'intervista dice che "la step child adoption è una legge ridicola: riguarderebbe solo un centinaio di persone”. A parte che non è vero, ma quindi questi bambini sarebbero di serie b? Quindi vale il diritto dei bambini, meno quelli delle famiglie non tradizionali? Il diritto dei bambini, meno quelli degli immigrati? I diritti dei bambini, meno quelli siriani? Che strani diritti. Ma sempre seguendo la sua linea: appunto, a favore dei diritti dei bambini, non sarebbe forse più sano non rendere la gravidanza un'esposizione pubblica, di autocelebrazione per avere ragione delle proprie idee? E ragionando da femministe: si uscirà prima o poi dalla condanna dell'essere madre come forma di patente della propria esistenza? Si smetterà mai di evocare la maternità, come fa Maria Elena Boschi nei rotocalchi, come se fosse un dato imprescindibile dell'essere donne e di fare politica?
Mentre Vladimir Luxuria, su twitter augura alla leader di Fratelli d'Italia “auguri e figli trans”, Luciana Littizzetto ironizza: “La Meloni ha annunciato di aspettare un meloncino. Fa molto ridere che l'abbia detto al Family Day e cioè nella piazza della famiglia tradizionale perché lei non è sposata. Ne sono contenta, ma è come andare a un festival vegano e dire di avere appena mangiato una fiorentina al sangue". Ora, non è possibile che Giorgia Meloni non avesse idea che poi la rete si sarebbe scatenata così. Lei che insieme a Salvini fa delle gogne virtuali uno strumento politico e di comunicazione.
Anche Belen è passata per la punizione degli insulti sancita dalla rete. Dal momento stesso in cui ha saputo di essere incinta ha postato sui social la sua gravidanza: lei di profilo, di fianco seduta, sdraiata, mentre si prova abiti premaman. Lei e la sua pancia. La pancia e il marito. E poi la post gravidanza: lei magra in dieci giorni. E quindi la vendita della sua dieta. E poi il bambino, che però ha la disgrazia di non avere lo stesso sex appeal della madre. Per questo osceno motivo, tempo fa si scatenò una pioggia di irrisioni e di odiosi insulti circa la “bruttezza” del piccolo Santiago rispetto alla madre. Che però fa della sua bellezza e della sua sovresposizione continua il core business della sua carriera. Offendersene dopo, o prendersela con “la rete”, ha senso? O non è invece una forma di insoppartabile infantilismo? Michelle Hunziker durante una puntata di Striscia ha pensato interessante sottoporsi a un'ecografia in tv per dimostrare di non aspettare il quarto figlio. E del resto le ecografie di vip in televisione si sprecano, con degli sciagurati medici complici della buffonata. Una pratica, si vede, in cui non esiste "obiezione di coscienza" da parte dei ginecologi.
Ha replicato Giorgia Meloni a tanto odio: “Non mi aspettavo questa enorme rabbia contro una cosa così piccola che avrei voluto proteggere ma non sono riuscita a difendere. Mi sento in colpa per questo". No. Non l'ha protetto affatto usandolo come strumento di propaganda da social. Lei che parla sempre al popolo e ai suoi umori, ha consegnato il suo futuro bambino al popolo e ai suoi umori dopo aver appena finito di dire quale, secondo lei, dovesse essere il destino di altri bambini.
Che sia vergognoso l'odio di rete è un dato certo. Ma è quello di cui però si serve sempre lei. Quindi leviamo, sì, i bambini e la maternità dai social.