D’Alema: “Renzi ha diviso il Pd, ormai siamo il partito dei pensionati”
La situazione del paese è "gravissima" e non permette un ritorno alle urne in tempi brevi: l'idea di "precipitare verso elezioni anticipate con una legge proporzionale, con prospettiva certa di ingovernabilità, è una scelta folle. Con quale progetto? Con quale ipotesi di alleanze? ". Così in un'intervista a Repubblica Massimo D'Alema, a una settimana dalla presentazione del suo movimento, "ConSenso", auspica che prevalgano "buon senso e responsabilità", in modo che riprenda "il percorso ordinario che porta al congresso del Pd. Ma l'obiettivo resta la discontinuità con la stagione renziana. Serve un cambio di contenuti e di guida".
Rispetto al 2011, ha aggiunto, "ci sono differenze fondamentali. Allora non c'era più un governo, oggi sì e per farlo cadere bisognerebbe provocare una crisi ad hoc. Stavolta non c'è prospettiva politica e non c'è legge elettorale. Finirebbe con lo spread a 400. E con la gente in mezzo alla strada, non so se è chiaro".
La priorità è dunque per D'Alema la legge elettorale: "Il Pd ne ha proposto cinque diverse. E non è la minoranza che rompe le scatole. Lo scontro più aspro è quello che divide l'idea di Franceschini di un premio alle coalizioni e quella di Orfini che lo vuole alla lista". Quale sarebbe la coalizione del Pd? "Pisapia ha già detto che non ci sta. Quindi sarebbe da Alfano a Franceschini e Delrio. Mi ricorda qualcosa, si chiamava Democrazia cristiana".
La legge su cui puntare dovrebbe garantire "un equilibrio tra rappresentanza e governabilità. Occorre una legge che offra una chance di governabilità, con un premio ragionevole, alla lista che arriva prima. Ma i capilista bloccati vanno aboliti. Si vorebbe persino vergognosamente estenderli al Senato".
Chi sostenere al congresso? D'Alema sostiene che quando ci sarà e ci saranno i candidati farà le sue valutazioni: "Oggi registro che da Bersani a Speranza, Emiliano, Rossi, sosteniamo posizioni simili e lo stesso Cuperlo ha più volte sottolineato che Renzi non può essere la guida adeguata di un nuovo centrosinistra". Un Partito democratico, ha aggiunto, "rinnovato" può "riunire intorno a sé movimenti civili, personalità e creare una grande lista aperta che possa aspirare ad avere molti voti. Forse non prenderà il 40%, ma ci andrebbe più vicino del Pd com'è messo ora". Quando Renzi ha ottenuto il famoso 40%, ha proseguito, "eravamo uniti", poi lui "ci ha diviso", e, tra l'altro, "quel 41% fu ottenuto con il 52% dei votanti. Forse queste due valutazioni Renzi avrebbe dovuto farle fin da allora. Io non sono rancoroso, sono addolorato. Non possiamo considerare zavorra i milioni di elettori che ci hanno lasciati. Il partito è diroccato. L'82 per cento dei ragazzi tra i 18 e 24 anni ha votato No al referendum.
Tutta la grande grande operazione di rottamazione ha creato questo: una sorta di partito dei pensionati ".
La sfida alle elezioni sarà con il M5s – che è "una confusa coalizione di persone e culture che rappresentano il malessere del Paese. Esprimono il peggior sindaco d'Italia, la Raggi, che si è circondata della peggiore destra, e Appendino che è in cima ai sondaggi di gradimento " – e la destra, che "in coalizione può arrivare al 35 per cento. Se faremo una legge basata su questo meccanismo, si rimetteranno insieme e ci ringrazieranno ".