189 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Cuperlo a Fanpage: “Premierato restringe il campo democratico, destra vuole archiviare l’antifascismo”

Il deputato del Pd Gianni Cuperlo dichiara a Fanpage che la riforma costituzionale del premierato “è irricevibile per tante ragioni” e annuncia “una mobilitazione fortissima di tutte le forze di opposizione”. Poi aggiunge: “Questa destra mostra sempre più di più un volto arrogante e persino violento. Il Capo dello Stato diventa una figura con ruoli notarili e per la legge elettorale non è stata definita nemmeno la soglia minima di voti per far scattare il premio di maggioranza. Neanche la legge Acerbo di Mussolini arrivava a tanto”.
A cura di Luca Capponi
189 CONDIVISIONI
Immagine

Alla manifestazione unitaria delle opposizioni contro le riforme del governo Meloni era presente ovviamente anche Gianni Cuperlo, parlamentare di lungo corso nel Partito Democratico. "Ci siamo presi una pausa alla Camera dal dibattito sull'Autonomia differenziata per andare in piazza, poi siamo tornati in Aula fino a tarda notte", dice a Fanpage. L'Autonomia differenziata è passata anche a Montecitorio ed è diventata legge. Per Cuperlo e gli altri deputati dell'opposizione, il nuovo terreno di scontro in Aula sarà il Premierato, la riforma costituzionale approvata ieri in prima lettura dal Senato.

Cuperlo, perché per voi era importante scendere in piazza ieri?

Per una ragione essenziale: in questa legislatura i rapporti numerici sono noti, ma la maggioranza sta utilizzando l'arma delle riforme – sia il premierato sia l'autonomia differenziata – nella logica della dittatura della maggioranza. La riforma dell'autonomia ci è stata presentata senza che ci fosse la possibilità di modificare una virgola. Non c'è più nemmeno la parvenza di un bicameralismo, sia pure imperfetto, come vorrebbe la Costituzione. Senza un contributo di piazza l'alternativa a questo governo non sarebbe abbastanza incisiva. Questa destra mostra sempre più di più un volto arrogante, persino violento, come si è visto con l'aggressione al deputato Donno nell'aula di Montecitorio. Per questo sono molto contento che quasi tutte le opposizioni fossero in piazza.

Azione e Italia Viva però non erano presenti. Si è fatto un'idea del perché?

Sinceramente non mi sono posto il problema. Queste due forze hanno una posizione piuttosto ambigua su molti temi dell'agenda di governo, penso soprattuto alla giustizia. Ma poco importa: noi dobbiamo costruire un’alternativa con le forza che abbiamo. Inoltre penso che non basterà la somma delle sigle di partito che siedono in Parlamento a garantire un'alternativa concreta al governo. Nella sua storia, la sinistra è stata forte solo quando c'è stata una forte mobilitazione che coinvolgesse anche le forze esterne.

Sul premierato tra maggioranza e opposizione si è andati proprio allo scontro frontale. È solo colpa del governo?

Io credo che la responsabilità cada interamente su questa maggioranza che chiude ogni spazio di dialogo. Poi, certo, anche le forze di centrosinistra hanno le loro colpe, perché è dall’indomani dell’ultima bicamerale che entrambi gli schieramenti procedono a riformare la Costituzione a colpi di maggioranza. Lo abbiamo fatto noi nel 2001, l’ha fatto Berlusconi insieme a Calderoli nel 2006 con la riforma poi bocciata dagli elettori. Infine è caduto nello stesso errore Matteo Renzi nel 2016, anche lui poi sconfitto nel referendum. Questo governo ripete gli stessi errori. È necessario riscoprire lo spirito costituente per cui "le riforme delle regole" vivono solo se sono parte di un dialogo comune, non imposte da chi ha più potere.

Per voi la Costituzione va bene così com'è o siete almeno d'accordo sulla necessità di una sua modifica?

La Costituzione è stata toccata più volte nel corso degli anni. È stata modificata anche in questa legislatura: penso all’inserimento dello sport in Costituzione, che è stato condiviso anche da noi dell'opposizione. Sul premierato noi abbiamo avanzato delle proposte che andassero a favorire una maggiore rappresentanza di tutte le forze dell'arco parlamentare. Abbiamo suggerito l'introduzione di una sfiducia costruttiva, in modo che il Parlamento possa togliere la fiducia al Governo solo se ha una maggioranza alternativa. Le ipotesi le abbiamo fatte, ma è evidente che non ci sia ascolto.

Ma allora perché non avete presentato una controproposta di riforma? 

Sarebbe stato sbagliato farlo. Se bisogna toccare il tema delicatissimo della modifica della forma di governo, non si può certo partire dalle soluzioni di ciascuna parte. Semmai si dovrebbe iniziare dall'individuazione collettiva dei problemi per poi discuterli insieme.

Il fatto che non si conosca la legge elettorale che con cui verrebbe eletto "dal popolo" il nuovo premier è il difetto principale della riforma?

Sicuramente pesa moltissimo. È come se si dicesse che questa riforma del premierato non ha le gambe del tavolo per stare in piedi. Intanto vogliono cambiare il modo di eleggere il presidente del Consiglio: come farlo ci penseranno dopo. Ma ci sarà un motivo se il premierato non esiste in nessun'altra democrazia del mondo. La proposta della maggioranza, poi, prevede di sottrarre una serie di funzioni al Capo dello Stato, che vedrebbe ridotto il suo potere nelle crisi di governo e si trasformerebbe in una figura dai compiti squisitamente notarili. Bisogna sommare tutti questi tasselli. Non aver individuato nemmeno i criteri di una nuova legge elettorale, sommato al fatto che il Presidente della Repubblica viene svuotato dei suoi poteri, dimostra che l'idea di questo governo è ridurre al massimo i "contro poteri" sanciti dall'Assemblea costituente. Non è nemmeno fissata una soglia minima di voti che un partito dovrebbe prendere per ottenere il premio di maggioranza del 55%. Neanche la Legge Acerbo di Mussolini arrivava a tanto, perché lì una soglia minima c'era. Archiviare definitivamente la discriminante antifascista è il vero obiettivo di questo governo. Del resto è inutile stupirsi visto che Fratelli d'Italia ha ancora nel suo simbolo la fiamma tricolore che era del Movimento Sociale Italiano.

Nel 2016 lei si convinse in extremis a votare "Sì" al referendum alla riforma costituzionale di Matteo Renzi sulla base di una promessa che la legge elettorale sarebbe stata cambiata. Un accordo analogo sarebbe sufficiente per farle cambiare idea anche questa volta?

Direi proprio di no. Questa riforma è irricevibile per le ragioni di metodo e di merito che ho spiegato e faremo un’opposizione molto ferma, in Parlamento e fuori. È una riforma costituzionale che restringe il campo democratico. La nostra mobilitazione sarà fortissima e ci stiamo già muovendo con la costituzione dei comitati referendari.

189 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views