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Covid 19

CTS e AIFA vogliono l’obbligo vaccinale a cominciare da chi svolge funzioni pubbliche

Comitato Tecnico Scientifico, AIFA e consulenti del ministero della Salute concordano: data l’evoluzione della pandemia, l’obbligo vaccinale è una strada da percorrere in fretta, per immunizzare quante più persone possibile e proteggerle dalla variante Delta. Palù: “Cominciamo da chi ricopre una funzione pubblica: operatori sanitari, insegnanti, forze dell’ordine e altre categorie”.
A cura di Redazione
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L’avanzare della variante Delta nel nostro Paese continua a preoccupare le istituzioni sanitarie e gli ambienti di governo. Da giorni è tornato centrale il dibattito sull’introduzione dell’obbligo vaccinale in autunno, anche se le posizioni restano distanti all’interno dell’esecutivo e tra le stesse forze che compongono la maggioranza di governo. Dopo l’intervento con cui Sergio Abrignani, immunologo dell'Università Statale di Milano e membro del Cts, proponeva “l’obbligo vaccinale perché le malattie infettive le contieni quando vaccini tutti e lo abbiamo visto con la polio, il vaiolo e altre malattie”, avevamo registrato la posizione del sottosegretario Costa, secondo il quale la vaccinazione obbligatoria andrebbe considerata solo come “ultima ipotesi”. Di parere opposto, invece, il ministro del Lavoro Andrea Orlando, del Partito Democratico, secondo il quale si tratterebbe di una scelta importante e necessaria per contrastare una minaccia incombente.

Nelle ultime ore vanno registrati altri due interventi di spessore, a cominciare da quello di Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco e componente del Comitato tecnico scientifico. In una intervista al Corriere della Sera, Palù si esprime in modo chiaro a favore della vaccinazione obbligatoria: “Credo che sia necessario interrogarsi sull’opportunità di introdurre l’obbligo vaccinale per chi ricopre una funzione pubblica: operatori sanitari, insegnanti, forze dell’ordine e altra categorie. Ricordiamo che la salvaguardia del bene pubblico è tutelata anche dall’articolo 2 della Costituzione, secondo cui il diritto individuale non può ledere quello della comunità”. Il punto centrale, resta sempre lo stesso: “I vaccini di cui oggi disponiamo, oltre a proteggere l’individuo, sono altamente efficaci nella prevenzione dei contagi: tra il 70 e l’85 per cento”. Peraltro, aggiunge, “è molto improbabile, non esiste alcuna prova né esempio che i vaccini possano selezionare virus con più elevata patogenicità”.

Ricciardi: "Obbligo vaccinale per chi lavora a scuola"

L’idea di allargare la platea delle categorie per le quali diventerebbe obbligatorio vaccinarsi è condivisa anche dal consulente del ministro della Salute Walter Ricciardi, che ne ha parlato a Repubblica: “È giusto l'obbligo per i professionisti della sanità ma andrebbe introdotto anche per chi lavora nella scuola. Va inteso come un modo per proteggere i fragili con i quali si entra in contatto […] La Delta ha cambiato completamente la dinamica della pandemia. I problemi li hanno i singoli non vaccinati, che rischiano guai seri. I no vax e in generale chi protesta non devono farci desistere da due obiettivi: l'aumento delle coperture e l'applicazione di una misura importante come quella del Green Pass”.

Miozzo: "Vaccino obbligatorio a scuola? Ma certo!"

Anche Agostino Miozzo, già coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico e ora consulente del mministro Bianchi, si dice favorevole all'obbligo di vaccinazione per chi lavora negli istituti scolastici: "I dati ci dicono che oltre il 90 per cento sono vaccinati o esentati per motivi di salute. Lasciamo un paio di settimane alle Regioni per recuperare il ritardo organizzativo e poi mettiamo l’obbligo: i non vaccinati saranno una minoranza di irriducibili per i quali devono essere prese decisioni appropriate come avviene nella sanità".

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