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Crosetto sulla nomina di inviato Nato per il Sud alla Spagna: “Da Stoltenberg pessimo comportamento”

Il ministro della Difesa riserva parole durissime al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg dopo la scelta di affidare il ruolo di inviato speciale per il Sud alla Spagna, anziché all’Italia che aveva avanzato la sua candidatura. “Un tradimento, ci saranno conseguenze sul piano dei rapporti personali”, avverte.
A cura di Giulia Casula
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La decisione di affidare l'incarico Nato di inviato per il Fronte Sud alla Spagna, anziché all'Italia è stata "quasi un affronto personale, una profonda delusione". Lo dice il ministro della Difesa Guido Crosetto dopo lo smacco ricevuto gli scorsi giorni dal segretario generale Jens Stoltenberg, il quale a due mesi dalla scadenza del suo mandato, ha optato per lo spagnolo Javier Colomina.

Crosetto, intervistato dalla Stampa, non risparmia parole durissime nei confronti del segretario generale dell'Alleanza Atlantica. "Se ne ho parlato con Stoltenberg? Gli ho scritto un messaggio durissimo. Mi ha fatto infuriare e ci saranno conseguenze sul piano dei rapporti personali. Il suo è stato il tradimento di un principio: era l'Italia a essersi battuta per introdurre il ruolo di inviato per il Fronte Sud. Stoltenberg non voleva. Ha dovuto metterlo nella risoluzione perché lo voleva l'Italia e così si è vendicato dando il ruolo a uno spagnolo, un funzionario spagnolo che fa già un altro lavoro, di fatto svuotando l'obiettivo politico da noi perseguito e approvato al vertice Nato: lo trovo pessimo come comportamento. Ha concluso i suoi 9 anni alla guida della Nato nel modo peggiore", attacca il ministro.

D'altronde solo una settimana prima Meloni, ospite del vertice Nato a Washington, aveva salutato con entusiasmo la creazione di un inviato speciale per il fianco Sud, annunciando che l'Italia avrebbe presentato la propria candidatura. A chi gli chiede se quanto accaduto complicherà le relazioni con l'Alleanza atlantica, Crosetto spiega: "L'Italia non ha un problema con la Nato, ha un problema con Stoltenberg. È lui l'unico responsabile, forse perché guidato da logiche di appartenenza politica, venendo meno alla prima delle sue responsabilità: essere super partes", ribadisce.

"Questo non è nemmeno l'unico caso", prosegue il ministro. "Ultimamente, da parte sua, ho assistito a una serie di promozioni, nuovi incarichi, uffici e responsabilità, tutti arrivati a pochi mesi dalla scadenza del mandato. Sembra la sfilata dei ‘nobili della scaletta', quella schiera di conti e marchesi nominati in Italia quando il Regno dei Savoia era agli sgoccioli. Un esempio del peggior nepotismo".

A ottobre la guida dell'Alleanza atlantica andrà a Mark Rutte. Un passaggio di testimone da cui Crosetto si aspetta un cambio di rotta. "Mi auguro che venga dato alla persona migliore, non in base a logiche burocratiche interne e non per simpatia politica. E mi aspetto che si tenga conto di chi ha fortemente voluto l'istituzione di questo ruolo: l'Italia".

Per quanto riguarda il raggiungimento del 2% di spese militari imposto agli Stati membri dall'Alleanza, il problema "è un tema che si lega a doppio filo con la prossima Commissione europea. Dovremo fare una battaglia per scorporare le spese della Difesa dal patto di Stabilità. L'importante in questo momento è partire", dice.

Il titolare della Difesa è poi tornato sull'elezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea, a cui la delegazione di Fratelli d'Italia ha votato contro. Quanto accaduto "non ha isolato l'Italia", spiega. "Von der Leyen sapeva che con quel suo discorso non avrebbe ottenuto i nostri voti, ma guadagnato quelli di Ppe, S&D, Liberali e Verdi  sufficienti a una sua rielezione. Le discussioni di questi giorni mi sembrano campate in aria: si affronta il voto per la presidenza della Commissione europea come se si stesse parlando della Presidenza del consiglio italiana, mentre sono due realtà con meccanismi molto diversi", aggiunge.

Crosetto inoltre, ribatte alle parole del vicepremier Salvini, che ha criticato Forza Italia per essersi allineata a Verdi e Socialisti a Strasburgo: "Ha usato termini e argomenti più adatti a commentare le elezioni italiane. Sono polemiche che, se guardate invece in ottica europea, non hanno senso perché il voto nel Parlamento Ue ha un significato politico diverso rispetto al voto di fiducia". Ad ogni modo, tra Meloni e Von der Leyen nessuna tensione all'orizzonte. "Né con Italia né tanto meno tra Giorgia e Von der Leyen", assicura il ministro che sulle nomine della Commissione spera in un buon risultato per l'Italia. "Dal mio punto di vista, meglio un portafoglio economico che ci dia poi la possibilità di interloquire anche su altri dossier di interesse, tra cui Mediterraneo e migrazioni", osserva.

Sulle conseguenze che avrebbe una possibile vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane rispetto all'atteggiamento finora tenuto in Ucraina, Crosetto crede  "che Trump cambierà la linea, cercherà di ottenere la pace riprendendo un dialogo personale con Putin per chiudere in fretta e questo può essere un problema", osserva. "Sono importanti le regole con cui gli Stati devono confrontarsi: se il diritto internazionale viene messo da parte, prevale il diritto del più forte. Vale per l'Ucraina come per Israele". Inoltre "per Trump il raggiungimento del 2% diventerà un criterio con cui giudicherà ogni alleato. Ci dirà ‘difendetevi da soli'. E chi giudica sbagliati gli investimenti nella Difesa, vuol dire che pensa che l'Italia non debba difendersi, ma mettersi nelle mani di altri", avverte.

Infinte, alle critiche sull'invio di aiuti militari all'Ucraina, il ministro risponde così: "Mi disgusta vedere politici come Giuseppe Conte sostenere una cosa quando sono al governo e il suo esatto contrario quando sono all'opposizione. Non ho tempo di discutere con chi rincorre gli umori delle piazze, con gente che dedica 2 minuti al giorno per parlare di cose serie come la guerra in Ucraina e si posiziona a seconda dei like sui social che vuole prendere. Di qualunque partito siano – del mio, dei Cinque stelle, della Lega o di altri – guardo certe persone con distacco e disprezzo", conclude.

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