Crosetto dice che bisogna ragionare sull’attivazione dei riservisti militari in caso di emergenza
Mentre la situazione in Medio Oriente si fa sempre più delicata, l'Italia si attrezza per essere pronta a qualsiasi scenario. Parola del ministro Guido Crosetto, intervenuto oggi in audizione davanti alle commissioni Esteri e Difesa: "Abbiamo mandato fin dall'inizio una nave a Cipro, pronta ad imbarcare chiunque ne avesse necessità, compresi i civili. Abbiamo due navi dell'operazione ‘Mare sicuro' spostate verso Israele, per lo stesso motivo, e arriverà un ospedale. Abbiamo attrezzato tutto il contorno per affrontare la situazione peggiore sperando che non accada nulla di grave. Ci siamo attrezzati per essere pronti a tutto", ha scandito il co-fondatore di Fratelli d'Italia.
Crosetto è stato audito in merito al documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2023-2025, ma ha parlato anche di quanto sta accadendo in Israele e Palestina, assicurando che il nostro Paese stia facendo la sua parte nel sostenere la popolazione civile vittima del conflitto: "Abbiamo allestito un nave con un ospedale in grado di fare interventi chirurgici e stiamo organizzando un ospedale da campo da mettere vicino a Gaza: la cosa più giusta da fare è separare Hamas dal popolo palestinese, lo dico dall'inizio, bisogna provare a risolvere nel più breve tempo possibile questa crisi".
Attivare i riservisti in caso di emergenza
Il ministro della Difesa ha quindi sottolineato: "Pensavamo di aver superato la fase in cui le Forze armate dovevano assolvere la funzione di "difesa del Paese", prendendo la direzione di una "Protezione civile 4.0", ma "ci siamo accorti che così non è". E ha aggiunto: "Questo cambio di paradigma nel contesto internazionale ha colto tutti di sorpresa".
Alla luce di tutto questo secondo Crosetto andrebbe fatto un ragionamento sull'attivazione dei riservisti, in caso di emergenza. Cioè di guerra. Il ministro ha citato come esempio proprio lo Stato di Israele, che addestra costantemente i suoi riservisti: "La riserva più facile da attivare sarebbe quella delle forze di polizia, che sono già formate in attività di sicurezza".
La spesa militare
Crosetto ha quindi parlato più genericamente della spesa militare, affermando che l'Italia sia ancora molto lontana dall'obiettivo del 2% del Pil: "È impossibile per il 2024 ma, ad essere sinceri, difficile anche per il 2028". Comunque secondo il ministro andrebbe chiusa "la stucchevole polemica, politica e ideologica" per cui le spese in Difesa sarebbero "solo un concetto di costo". Per Crosetto bisogna anche considerare il valore positivo dell'impatto suo sviluppo economico.
In generale, per i prossimi anni "la programmazione riguarda un impegno finanziario complessivo nel triennio 2023-2025 di 25,1 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi per i nuovi programmi". Questi fondi serviranno anche per acquistare tank di nuova generazione: "I settori in cui si è inteso intervenire in maniera più decisa sono la prosecuzione dell'ammodernamento della capacità nazionale di Difesa aerea e missilistica a media portata, l'ammodernamento della componente pesante terrestre, come il rinnovamento di alcune della piattaforme già in uso, gli Ariete, l'acquisizione di piattaforme di nuova generazione già disponibili in commercio, i Leopard 2, e l'avvio di programmi di collaborazione a livello europeo per lo sviluppo dei sistemi terrestri di futura generazione, quali l'Armoured Infantry Combat System e il Main Ground Combat System", ha concluso.