Crisi Ucraina, Guerini: “Rischio altissimo di un’escalation”. Di Maio: “Al lavoro per evitarla”
In Ucraina ci potrebbe essere presto un'escalation. La situazione è molto delicata, ma questo non è un segreto. E mentre la diplomazia continua a lavorare – ieri l'incontro tra Putin e Macron – gli Stati Uniti lanciano l'allarme. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, sono intervenuti oggi davanti alle commissioni congiunte delle due Camere per spiegare qual è la situazione al momento e come l'Italia sta affrontando la potenziale minaccia per il Paese e per la stabilità degli equilibri internazionali: "La crisi ucraina è al centro dell'agenda europea e internazionale del governo – ha assicurato il ministro Di Maio – Lavoriamo per evitare il rischio preoccupante di una escalation militare che si aggiungerebbe alle conseguenze già pesanti di un conflitto aperto ormai da quasi un decennio ai confini dell'Europa, a soli duemila chilometri da Trieste".
L'Italia "ha sempre difeso e sostenuto l'integrità territoriale e la piena sovranità dell'Ucraina – ha ricordato Di Maio – Aderiamo alla posizione del non riconoscimento dell'annessione illegale della Crimea, di cui il 26 febbraio ricorre, tristemente, l'ottavo anniversario". Si tratta di "un vulnus alla comunità delle Nazioni". Ora l'obiettivo fondamentale è "favorire una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina orientale in linea con gli Accordi di Minsk, fino a giungere al ristabilimento del controllo ucraino sul confine con la Russia".
C'è però un altro tema fondamentale strettamente collegato alla questione: "Mosca resta indispensabile per poter assicurare i flussi di approvvigionamento di tutta l'Europa – ha continuato Di Maio – Su questa situazione di tensione crescente pesano anche le dinamiche energetiche, che in Ucraina trovano uno snodo fondamentale. Unione Europea e Regno Unito importano il 40% del gas dalla Russia". Allo stesso tempo, però, la Russia conta sugli introiti economici dell'export. Insomma, il legame è doppio. "Stiamo interagendo costantemente con i nostri partner per definire un pacchetto di misure sostenibili, graduali e proporzionali – ha annunciato il ministro degli Esteri – Stiamo lavorando in ambito europeo a un impianto di possibili sanzioni di varia natura e intensità, che siano improntate a efficacia e fermezza nel segnalare a Mosca gli elevatissimi costi e le conseguenze che una sua offensiva recherebbe". In ogni caso secondo Di Maio è fondamentale mantenere il doppio binario: "L'Italia ha sempre sostenuto questo approccio pragmatico nei confronti di un attore che certamente pone molteplici sfide, ma che è, in tutta evidenza, ineludibile sulla scena globale, e tanto più per la stabilità strategica dell'area euro-atlantica".
Il ministro della Difesa è andato subito al sodo: "L'attuale massiccio schieramento militare russo e il conseguente rafforzamento della postura difensiva di Kiev prospettano ad oggi elevati fattori di rischio e la possibilità di una potenziale escalation". Guerini ha ricordato i passi fatti dalla Russia negli ultimi anni: "C'è stato un numero crescente di violazioni dello spazio aereo alleato, sempre più massive esercitazioni navali nel Baltico e in Mar Nero, il mancato rispetto del diritto internazionale marittimo nel Mar d'Azov, le azioni ibride mirate a indebolire soprattutto i Paesi Nato lungo il fianco Est e il cementarsi di una relazione militare speciale con la Bielorussia". Perciò negli ultimi dieci anni all'interno della Nato "l'attenzione nei confronti della Russia è costantemente cresciuta".
Nello specifico, a partire da novembre 2021, "si è avuta evidenza di un progressivo rafforzamento della presenza militare russa lungo il confine con l'Ucraina anche in territorio bielorusso". Secondo quanto spiegato da Guerini "la presenza russa consta di un ragguardevole numero di forze di terra, in buona parte già stanziali nella regione o nelle aree limitrofe e per la restante percentuale affluita progressivamente dai distretti militari più distanti". Si tratta di "circa 130.000 uomini presenti sul terreno, che corrispondono a 81 battaglioni, equipaggiati con un numero significativo di mezzi da combattimento terrestri corazzati, blindati e sistemi di artiglieria". Per il ministro della Difesa la linea da seguire è chiara: "Insistere sulle possibilità di dialogo, in tutte le sedi – ha aggiunto – Ma allo stesso tempo assieme condividiamo la determinazione a trasmettere un messaggio inequivocabile alla Russia, qualsiasi aggressione contro Kiev avrebbe gravi conseguenze".