Crisi in Ucraina, per Salvini le sanzioni alla Russia sono l’ultima delle soluzioni possibili
«Le sanzioni contro la Russia sono l'ultima delle soluzioni». Matteo Salvini, parlando della crisi in Ucraina a margine di un'iniziativa per la giornata nazionale del Braille, non ha dubbi: sì a lavorare per la pace e il dialogo, ma no ad azioni, che secondo lui, sono ancora troppo estreme.
«Quanto hanno funzionato le precedenti sanzioni? – si chiede in modo retorico il leader della Lega- Quanto sono servite? E quanto sono costate all'Italia?». Il riconoscimento delle repubbliche separatiste del Donbass (Donetsk e Luhansk) da parte del premier russo Vladimir Putin e la loro possibile invasione, quindi, non sono al momento abbastanza per il numero uno del Carroccio. Tuttavia si dice d'accordo con quello che sta facendo il premier Mario Draghi e spiega che l'Italia al momento ha una posizione equilibrata e dialogante, a differenza di altri Paesi «che sarebbero già in guerra domani». Insomma, più diplomazia e meno attacchi verbali e minacce, ritenute da lui troppo pesanti e controproducenti, alla Russia.
Nonostante la vicinanza tra la Lega e il partito di Putin "Russia Unita", Salvini condanna poi «ogni lesione e superamento dei confini, che sono sacri e non si violano: i carri armati non mi piacciono». E spiega di non "tifare" per Mosca, ma per la pace.
Stato di emergenza, Salvini: "Se finisce il 31 marzo si torna a vivere"
Il leader del Carroccio è poi intervenuto sul Green pass e il rallentamento delle restrizioni, dopo l'emendamento promosso ieri dalla Lega per eliminare il certificato verde dal 31 marzo, bloccato dalla maggioranza. Per Salvini «non ci sono problemi» con gli alleati e «se cade lo Stato di emergenza, deve cadere anche tutto quello che si porta dietro e si torna a vivere».