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Crisi di governo 2019

Crisi di governo, trattative Pd-M5S in corso. Di Maio a Zingaretti: “Facciamo un Conte bis”

Si è svolto un incontro tra il capo politico del M5S Luigi Di Maio e il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Al centro del tavolo di questa sera il nome del futuro presidente del Consiglio: Il Movimento Cinque Stelle ha chiesto il mantenimento di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Il segretario dem ha ribadito la necessità “di un governo di svolta, non per una questione personale, ma per rimarcare una necessaria discontinuità”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo l'incontro di due ore di oggi pomeriggio tra le due delegazioni Pd e M5S, si è svolto questa sera un faccia a faccia tra i due leader Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, durato circa un'ora. La prima riunione tra i membri dei due partiti ha avuto un esito positivo, stando alle dichiarazioni rilasciate oggi pomeriggio da entrambe le parti. Il tempo stringe, e il termine ultimo per le trattative l'ha fissato Sergio Mattarella: martedì ci sarà l'ultimo giro di consultazioni, poi la decisione finale del capo dello Stato.

Ma se i pentastellati, con i capigruppo D'Uva e Patuanelli, hanno fatto capire di non aver intenzione di riaprire al momento un tavolo con Matteo Salvini, i dem hanno chiesto maggiori garanzie. Andrea Orlando, uno degli esponenti dem presenti all'incontro di oggi, ha chiesto esplicitamente un passaggio formale: i grillini dovranno dire al presidente della Repubblica di essere disposti a dialogare solo con il Pd. Uno dei nodi da sciogliere è quello di colui, o colei, che guiderà il nuovo esecutivo istituzionale.

Il vertice tra Zingaretti e Di Maio si è tenuto in una casa privata. Al centro del primo colloquio tra i due leader, che pare sia stato molto cordiale, Di Maio ha riproposto un nuovo incarico a Giuseppe Conte come Presidente del Consiglio. Del resto il nome di Conte era stato rilanciato nel pomeriggio anche dal Garante del Movimento Beppe Grillo.

Zingaretti ha ribadito però la necessità un "governo di svolta", non per una questione personale, ma per rimarcare "una necessaria discontinuità. Il confronto continuerà nelle prossime ore. Altri punti non sono stati affrontati", recita una nota del Pd. L'intesa sul nome non è stata dunque raggiunta.

Altra questione fondamentale, su cui il M5S non intende indietreggiare, è quello del taglio dei parlamentari. Secondo la legge Fraccaro i deputati verrebbero ridotti a 400 e i senatori a 200, tagliando complessivamente 345 seggi. Su questo il Pd ha mostrato oggi una maggiore apertura: "Siamo disponibili a votare la legge ma riteniamo che vada accompagnato da garanzia costituzionali e da regole sul funzionamento parlamentare. Questo è il senso del calendario che siamo disponibili a costruire insieme e in tempi rapidi".

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