Crisi di governo, Scilipoti: “Ce ne fossero di responsabili come me in Parlamento”
"Ce ne fossero di responsabili come me in Parlamento, sono stato un precursore dei tempi, dimostrando che il parlamentare deve rispondere al Paese e non alle lobby". È quanto sostiene l'ex parlamentare Domenico Scilipoti, che nel dicembre 2010 lasciò Italia dei valori di Antonio Di Pietro per andare in soccorso al governo Berlusconi quater, evitando in quell'occasione una crisi al buio.
Su sollecitazione del Colle Conte si presenterà alla Camera (lunedì) e al Senato (martedì), per per verificare se ci sia o meno la fiducia. Mentre si continuano a cercare i "costruttori", decisivi per vincere la sfida in Parlamento, che dovrebbero permettere a Conte di avere la maggioranza, sostituendo i 18 senatori di Italia viva, si ragiona di sigle e nomi. Dal presidente della Repubblica Mattarella è arrivato l'appello a costituire un vero e proprio gruppo parlamentare, invece di contare sull'appoggio di singoli parlamentari divisi. Gli eletti all'estero del Maie, guidati da Riccardo Merlo, hanno già deciso di mettere a disposizione un simbolo, dando vita al gruppo "Maie/Con-Te", una sorta di embrione di un partito del premier: per creare un gruppo è necessario che il simbolo sia stato già depositato alle elezioni del 2018. Alla Camera potrebbe arrivare l'aiuto di Centro Democratico di Bruno Tabacci, che potrebbe portare in dote anche ex pentastellati.
Ma se a Montecitorio i numeri non sono un problema, diversa la situazione al Senato, dove bisogna arrivare comunque a quota 161, per poter fare a meno di Renzi, giudicato ormai da Pd e M5s inaffidabile.
"Oggi sono molti a parlare di responsabili e di me, usando il termine ‘responsabile' come un luogo comune non positivo", sottolinea Scilipoti. "Ci sono delle risposte da dare al Paese, a cominciare dal Recovery. Oggi i parlamentari devono rispondere al Paese, i partiti devono capire che il noi viene prima dell'io", ha dichiarato nel corso della trasmissione "L'Italia s'è desta", su Radio Cusano Campus.
"Il Paese non può andare in crisi in questo momento delicato, non si può andare ad elezioni adesso – ha aggiunto -. Oggi responsabili dovrebbero essere tutti, ci dovrebbe essere un impegno da parte di tutti per superare questa fase di emergenza e poi portare il Paese alle elezioni. Io oggi sono un medico del territorio, sono in prima linea contro il covid come tantissimi altri medici, rischiamo la vita giornalmente, facciamo poche parole ma molti fatti, io sono per costruire e dare risposte concrete, non mi piacciono le parole buttate al vento di chi parla senza conoscere i fatti".
Il premier Giuseppe Conte, "non lo conosco – ha sottolineato -. Si è trovato in una situazione delicata, difficile, altri non so come avrebbero reagito, lui sta reagendo, sta cercando di portare il Paese fuori dalle difficoltà. In questo momento bisognerebbe essere tutti uniti e lavorare per il Paese. Ognuno di noi ha delle posizioni nobili, ma oggi destra e sinistra dovrebbero stare insieme in un programma comune a scadenza per ritornare alle urne quando sarà possibile farlo".