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Crisi di Governo: scenari possibili nel dopo – voto alla Camera

Dopo la giornata interlocutoria di oggi, proviamo ad immaginare i possibili scenari del voto di domani alla Camera andando anche oltre il semplice dato numerico.
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Mentre ancora infuria il dibattito alla Camera dei Deputati, con le dichiarazioni in merito alle mozioni di sfiducia presentate da Pd – Idv e Udc – Api – Mpa – Fli, proviamo ad immaginare i possibili scenari successivi alla votazione di domani mattina. Al momento sembra che la situazione sia ancora incerta e, come vi raccontavamo qualche ora fa, il bilancio dei voti è sostanzialmente ancora in parità, con qualche "indeciso" che dovrebbe alla fine consentire al Governo di superare questo scoglio, sia pur di pochissimi voti.

Tuttavia è ormai chiaro che la partita è ancora tutta da giocare, dal momento che una maggioranza estremamente risicata non garantirebbe governabilità al Paese, per stessa ammissione del Presidente del Consiglio, memore di alcuni illuminanti esempi nel recente passato. Ma andiamo con ordine e proviamo a considerare cosa potrebbe succedere nel caso in cui Silvio Berlusconi non ottenga la fiducia dalla Camera dei Deputati. Ebbene, in tal caso appare arduo il cammino del "governo tecnico", "di emergenza", "solidarietà nazionale" o simili, dal momento che si tratta di un'ipotesi che si scontra con il "niet" deciso della Lega Nord e dello stesso Berlusconi (nonostante qualche voce all'interno del Popolo della Libertà).

Più probabile (o meglio più auspicabile per gli uomini vicini al Cavaliere) un rimpasto di Governo con il reincarico a Berlusconi, sulla scia delle ultime proposte avanzate dal Terzo Polo ed in particolare dagli ex alleati di Futuro e Libertà ed in tal senso si è più volte speso lo stesso Berlusconi che, proprio nell'intervento di questa mattina, lasciava intendere come sarebbe stato possibile "cambiare la squadra di Governo". Chiaramente questa prospettiva si scontra con la scelta di arrivare comunque al voto di fiducia, quindi resta in piedi anche la prospettiva "elezioni anticipate". Si tratterebbe di una scelta paventata più volte dall'attuale maggioranza che, specie nella sua ala "oltranzista" (Lega e falchi) ha sempre agitato lo spauracchio delle elezioni anticipate, convinta di poter tranquillamente ottenere il consenso degli elettori; chiaramente una ipotesi che trova contraria gran parte dell'opposizione e secondo i ben informati anche le alte sfere isitituzionali, dal momento che lo spettro della crisi economica e sociale sembra ancora aleggiare sul Paese.

Se invece, come pure sembra più probabile, Berlusconi dovesse ricevere un sia pur risicato consenso, restano in piedi due delle ipotesi cui accennavamo sopra. In effetti, secondo fonti autorevoli, lo stesso leader del centro – destra potrebbe scegliere di dimettersi a fiducia ricevuta, potendo così presentarsi da Napolitano nelle condizioni "migliori" per dettare le linee guida della "crisi pilotata". Anche in questo caso, con un Berlusconi rafforzato, dunque, la strada del rimpasto appare la più probabile, anche se non è certamente da escludere la scelta di rimettersi al giudizio degli elettori potendo contare sulle divisioni dell'opposizioni. Tutto questo, ovviamente, senza dimenticare la terza opzione in caso di ottenimento della fiducia: continuare a governare nonostante una maggioranza minima e col rischio di continue debacle a Montecitorio.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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