Crisi di governo, i sondaggi danno ragione a Salvini: Lega al 38% in caso di elezioni
Lega oltre il 38% e centrodestra con la maggioranza assoluta, sia dei voti che dei seggi alla Camera e al Senato. È questo il verdetto unanime dei sondaggi politici realizzati in piena crisi di governo, con l’imminente discussione della mozione di sfiducia nei confronti del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte presentata dalla Lega. Stando a una rilevazione effettuata dall’Istituto Noto per la trasmissione La Vita in Diretta, dunque, se si votasse ora la Lega di Matteo Salvini sarebbe nettamente il primo partito, con il 38% dei consensi. Buono anche il risultato di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, accreditato di un lusinghiero 8%, mentre Forza Italia è stabile al 6,5%: la somma dei tre partiti di centrodestra consentirebbe alla coalizione di superare agevolmente il 50% e ottenere con ogni probabilità la maggioranza dei seggi tanto alla Camera quanto al Senato.
Discreto il risultato del Partito Democratico di Nicola Zingaretti, cui viene attribuito il 23% dei consensi, in linea con le rilevazioni delle ultime settimane. Male ancora il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio, che scende al 16,5%, un risultato di quasi 20 punti inferiore a quello raccolto solo un anno e mezzo fa alle politiche del 2018. Se tali dati dovessero essere confermati, la rappresentanza parlamentare grillina crollerebbe a circa un quarto di quella attuale. Poco spazio, infine, per gli altri partiti, che sarebbero tutti lontani dalla soglia di sbarramento per l’ingresso in Parlamento.
La crisi di governo: lo scenario in base ai sondaggi elettorali
Appare abbastanza chiaro che rilevazioni di questo tipo non possano fare altro che rafforzare la volontà di Matteo Salvini di andare al voto subito, magari rilanciando il patto di governo con Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. Il leader leghista non teme possibili ripercussioni legate al rischio di un aumento dell'IVA, in caso di mancata presentazione della legge di bilancio e dunque di esercizio provvisorio, proprio perché conserva un ampio margine sugli avversari politici. Di contro, il Movimento 5 Stelle non può accettare di buon grado un ritorno immediato al voto che comporterebbe la perdita di oltre la metà della rappresentanza parlamentare, con la prospettiva di una presenza marginale nella prossima legislatura.