Crisi di governo, da Conte a Minniti: tutti i nomi del nuovo esecutivo Pd-M5S
Mancano ormai meno di 36 ore alla decisione definitiva del presidente della Repubblica, che sarà comunicata dopo un ulteriore giro di consultazioni al Quirinale che si svolgerà domani, e il braccio di ferro per la formazione di un governo Pd M5S a seguito della crisi di governo va avanti a colpi di offerte e smentite. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella però ha posto un'unica inderogabile condizione: che nasca un governo solido, oppure si torna il voto. L'obiettivo per Luigi Di Maio è un accordo per un Conte bis, come ha proposto già nel faccia a faccia di venerdì sera con il segretario dem Nicola Zingaretti. Il Pd ha invocato "discontinuità", sostenendo che "l'Italia non capirebbe un semplice rimpastone". Tradotto: la scelta di Giuseppe Conte a capo dell'esecutivo sarebbe difficile da digerire. Ma una via d'uscita per il segretario, potrebbe essere quella di accettare un Conte 2: azzeramento di tutti i ministeri, con a capo però il presidente del Consiglio dimissionario.
Il totopremier
La svolta nei negoziati per la premiership sembrava essere giunta sabato sera, quando dalle fila dem è stato più volte pronunciato il nome di Roberto Fico, presidente della Camera. Questa scelta avrebbe messo d'accordo sia una parte dei pentastellati sia i dem, tanto che Zingaretti aveva fatto trapelare che nel caso fosse stato proposto ufficialmente non avrebbero potuto dire di no. Ma Fico è già fuori dai giochi, avendo subito chiarito di voler portare avanti il suo incarico.
Dalla girandola di nomi per la Palazzo Chigi che circolano da giorni si è già sfilata anche Marta Cartabia, vicepresidente della Corte Costituzionale, che due giorni fa ha dichiarato: "L'incarico alla Corte costituzionale, che mi è stato affidato otto anni fa e che si concluderà nel settembre 2020, richiede grande impegno e responsabilità e intendo portarlo a compimento". Il Paese dovrà forse aspettare ancora prima di avere la prima donna presidente del Consiglio.
E ancora per il presidente del Consiglio alternativo a Conte è stato spesso chiamato in causa l'ex presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone, ed Enrico Giovannini, ministro del Lavoro nel governo Letta e attuale portavoce dell'Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile). Tra i nomi sussurrati ci sono altri due ex ministri: il Guardasigilli nel governo Monti, Paola Severino, e Massimo Bray, ai Beni Culturali e Turismo nell'Esecutivo guidato da Enrico Letta e attuale direttore editoriale della Treccani.
Il totoministri
Per quanto riguarda invece il totoministri Per il Pd sono stati fatti diversi nomi. Si parte da Dario Franceschini per la casella della Cultura, per esempio. E nella squadra potrebbero entrare Piero Fassino, Francesco Boccia e Andrea Orlando. Un dicastero chiave è chiaramente il Viminale, dove potrebbe tornare Marco Minniti o, si vocifera, al capo della Polizia Franco Gabrielli. La casella dell'Economia potrebbe andare al senatore Antonio Misiani. Se, come vorrebbe il Pd, Di Maio fosse spostato in un dicastero minore, l'ipotesi è che la De Micheli sia a capo dello Sviluppo economico, mentre Tommaso Nannicini, sottosegretario a Palazzo Chigi con Matteo Renzi ed ex responsabile delle politiche economiche del Pd, potrebbe essere il nuovo titolare del Lavoro. L'ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni potrebbe invece essere nominato commissario europeo.
Per i Cinque Stelle in lizza c'è Alessandro Di Battista per gli Affari Ue, Luigi Di Maio alla Difesa (oppure il capo politico pentastellato potrebbe restare lì dov'è), Francesco D'Uva per i rapporti con il Parlamento, Stefano Patuanelli ai Trasporti, Manlio Di Stefano agli Esteri. Una possibilità è che vengano riconfermate Elisabetta Trenta alla Difesa e Giulia Grillo alla Sanità.