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Crisi di Governo 2022

Crisi di governo, Bonetti: “Noi siamo disposti a un tavolo per restare in maggioranza”

Nonostante ieri le dimissioni delle ministre renziane Bellanova e Bonetti, e del sottosegretario Scalfarotto abbiano aperto la crisi, Italia viva è disposta a trattare ancora: “Siamo disposti a sederci a un tavolo per rimanere in maggioranza – ha detto Bonetti in un’intevista – Le mie dimissioni sono proprio lo spazio perché questo tavolo si apra, è da novembre che lo chiediamo”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Ieri sera la crisi di governo si è ufficialmente aperta, dopo le dimissioni delle ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti, e del sottosegretario Ivan Scalfarotto. In conferenza stampa il leader di Italia viva Matteo Renzi ha attaccato a più riprese il presidente del Consiglio Certo per il metodo anti democratico del governo, oltre che per la collocazione internazionale del premier, troppo morbido, secondo Renzi, con il presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump.

Bellanova, Bonetti e Scalfarotto, in una lettera inviata al presidente del Consiglio, hanno rassegnato le dimissioni, che sono state accettate in serata da Palazzo Chigi. Lo strappo si è consumato nonostante l'appello lanciato dal segretario del Pd dem, che aveva chiesto un "patto di legislatura" per andare avanti, e nonostante Conte avesse tentato di lanciare segnali di pace, dopo il colloquio con Mattarella, sottolineando che l'esecutivo va avanti solo se sostenuto da tutte le forze di maggioranza.

"Certo che siamo disposti a sederci a un tavolo per rimanere in maggioranza", ha detto la ministra dimissionaria per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, intervistata oggi a Radio 24. "Le mie dimissioni – ha spiegato – sono proprio lo spazio perché questo tavolo si apra, è da novembre che lo chiediamo. Un tavolo annunciato ma sempre rimandato e mai costruito". "Eravamo in una situazione di stallo – ha spiegato – e non chiediamo poltrone in più. Ora chiediamo che si faccia la politica. Noi ci stiamo ovviamente".

"Per rimanere in maggioranza – dice ancora Bonetti – per noi è indispensabile che ci siano le condizioni per almeno discutere sull'utilizzo del Mes, che per noi è dirimente. Perché non possiamo usare 36 miliardi oggi per affrontare l'emergenza sanitaria nel Paese? Su questo non ci si è mai neanche seduti attorno a un tavolo", aggiunge l'ex ministra.

Ci sarebbe insomma, secondo i renziani, ancora spazio per trattare e per avviare un Conte ter, perpetuando lo schema Pd-M5s-Leu-Iv. L'unico no fermo di Renzi riguarda un eventuale esecutivo il centrodestra. Per il resto ogni ipotesi è vagliabile, tranne la strada delle urne assicura il senatore di Rignano, che ribadisce di aver fatto nascere il Conte bis per impedire "i pieni poteri" a Salvini. Non sembra però di questo avviso il presidente del Consiglio Conte, furioso con Renzi, tanto quanto il leader dei dem Zingaretti, che ha parlato di "errore gravissimo".

E in effetti gli attacchi di Renzi non sono da poco: "Il re è nudo", dice. Perché quello che è accaduto è solo responsabilità di Conte,  che ha violato le "regole democratiche". La "democrazia non è un reality show", ha sentenziato Renzi, che riserva tutte le sue critiche al premier, senza quasi nominare gli alleati Pd e M5s. Anche per questo probabilmente Conte non ha più intenzione di trattare con Renzi: "Italia Viva si è assunta la grave responsabilità di aprire la crisi in piena pandemia, arrecando un grave danno al Paese". Ora il presidente del Consiglio si prenderà qualche giorno di tempo per mettere in sicurezza in decreto Ristori, e per cercare di organizzare i "responsabili" in Senato, che potrebbero correre in suo soccorso e permettere così all'esecutivo di andare avanti. Una fase interlocutoria che potrebbe durare più di qualche giorno.

Elena Bonetti nega però che il problema sia il nome di Conte: "La democrazia non è fatta di ‘mai più' sulle persone a prescindere. Noi partiamo dalla politica e non dalle persone tant'è che non ci siamo accontentati di risolvere un eventuale rimescolamento di governo sui posti e i nomi. Il tema non è il presidente Conte, il ‘chi', il tema e' il ‘cosa'; e soprattutto quale proposta politica vogliamo fare. I no e i sì a prescindere ci hanno stancato, a questo gioco non intendiamo più partecipare" ha chiarito.

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